Corse 2016: 2630 Km
Il 2016 sarebbe dovuto essere l'anno della rivincita. Del rilancio. Quello che ormai sto aspettando da troppo tempo. Non solo andando a vedere i risultati del cronometro. Ma anche per correre bene, senza fastidi, con facilità. Obiettivi che si ottengono con la costanza e la tranquillità. Quelle che però, ancora una volta, sono mancate. Anche se nuove soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare.
L'anno agonistico era partito con una delle più importanti novità della stagione, i nuovi colori sociali. I Corro Ergo Sum Runners sono diventati una realtà. Una società. Un sogno realizzato anche grazie agli amici che con me hanno deciso di buttarsi in questa nuova avventura. E, nonostante fossimo in pochi, podi e vittorie non hanno tardato ad arrivare. Non è un caso se, con il 2017, triplicheremo le nostre attuali forze. Il primo allenamento è addirittura stato a centinaia di chilometri lontani da casa. A Roma, Villa Pamphili. Sarebbe dovuto essere insieme a Re Giorgio, poi saltato per problemi dell'ultimo momento. Ma era destino che il duemilasedici fosse per entrambi un anno che ci avrebbe legato indissolubilmente (agonisticamente parlando). La prima parte dell'anno è stata completamente impostata per provare ad abbattere il muro dei quattro minuti al chilometro alla Milano Marathon. Quello che ormai sta diventando il mio personale tormentone da troppo tempo. Oltretutto partendo da una forma decisamente troppo bassa (un po' come in questo periodo). Gennaio è stato mese di lavoro duro, con ripetute e freddo. Una sola gara ufficiale alla Mezza Maratona di San Gaudenzio, improvvisata e usata come allenamento. Il mese era finito con un test sui diecimila in compagnia di Franco al Parco di Monza che mi aveva lasciato tanto amaro in bocca ed una secca delusione. Chissà cosa succederà tra trenta giorni.
Febbraio ancora a testa bassa, con due test sul finire del mese. Prima la Mezza del Castello a Vittuone, primo faticoso progressivo di ventisei chilometri dopo tanto tempo. La settimana successiva, i classici trentadue chilometri alla Maratona delle Terre Verdiane, dove finalmente i primi risultati hanno cominciato a farsi vedere (corsa esattamente a velocità maratona, nonostante qualche secondo in più rispetto al 2015). In mezzo nuova tipologia di allenamenti (per me), impostati dal Prof. Massini, di ripetute lunghe con recupero veloce. E la resistenza piano piano è aumentata. La disastrosa (organizzativamente parlando) We for Women Marathon (uno degli articoli più letti in assoluto su Corro Ergo Sum, che trovate qui) da Milano a Monza ha dato invece inizio al tracollo nell'ultimo mese pre-maratona. Il tibiale (periostite) ha iniziato a crearmi qualche problema, prima saltuariamente, poi via via sempre in modo più costante. Qualche allenamento di qualità con Franco, aggiungendo anche ripetute brevi e veloci, e l'ultimo lunghissimo alla Maratonina della Vittoria Alata di Vittorio Veneto, dove il dolore ha definitivamente preso il sopravvento a fine gara.
La Milano Marathon è inevitabilmente arrivata, ma si è infranta poco dopo la metà gara, al ventottesimo chilometro, quando i problemi alla gamba hanno avuto la meglio sulla voglia di arrivare comunque alla fine. Un nuovo tentativo andato a vuoto. Ed aprile è passato velocemente, con qualche settimana di riposo e una lenta ripresa. Ma con la nuova avventura da Direttore Sportivo alla Wings for Life World Run. Nonostante non abbia corso ma abbia capitanato la testa della corsa, una gara magnifica, un'esperienza emozionante, un'organizzazione impeccabile che ho potuto vivere in prima persona e un risultato straordinario, grazie a Re Giorgio. Emozioni che difficilmente si possono scordare. Maggio poi è stato il mese vissuto in attesa dell'arrivo di Tommaso. Il giorno che ci ha felicemente sconvolto la vita. Piccola soddisfazione una decina di giorni prima all'Happy Mile dove, nonostante la forma decisamente sottotono, sono riuscito a strappare, nel miglio sulla pista del XXV Aprile di Milano, l'unico personal best dell'anno (e il terzo posto di categoria). Il diecimila di San Bovio insieme a Cristopher è stato l'ultimo guizzo, con un terzo gradino del podio assoluto, ma un tempo (climatico e cronometrico) da dimenticare.
Non avevo appositamente programmato nulla da giugno in poi, non sapendo quanto tempo libero avrei avuto quando saremo stati in tre e soprattutto quanto il fisico avrebbe retto. Senza nulla pretendere ho corricchiato per qualche settimana partecipando a qualche gara da Corro Ergo Sum Runners insieme a Franco e Cristopher, ma senza reali pretese. Prima il diecimila alla Corsa delle Cascine di Villasanta, seminato dai miei due compagni e un nuovo miglio in coppia al Nike Double Fast Challenge Relay Mile, dove ho conosciuto per la prima volta le mie nuove compagne di corsa per i mesi autunnali (le Pegasus 33). Mese finito in terra goriziana con l'unico trail della stagione, il 32 Cippi di Gradisca d'Isonzo. Un quarto posto di categoria e un diciassettesimo assoluto che mi hanno dato un po' di fiducia sui mesi a venire.
Luglio è iniziato invece con un'altra gara improvvisata, la Run4T al Parco Sempione, ancora una volta insieme a Re Giorgio. Temperatura caldissima, un po' di confusione ma un terzo posto di categoria e un ottavo assoluto. Per essere fuori forma tante iniezioni di fiducia. Ma luglio è anche stato il mese in cui Runner's World e Technogym mi hanno proposto il challenge in vista della Firenze Marathon. Un azzardo, vista la forma e il periodo, ma anche un'ottima occasione per trovare forza e voglia per ritornare in forma. Questa volta sfruttando nuove tipologie di allenamento e nuove strumentazioni. Una scommessa considerato anche il tempo a disposizione prima della gara, visto che non avevo mai preparato una maratona per più di dieci settimane. Le salite sono diventate le mie migliori amiche, sia su strada che su tapis roullant. A metà mese, abbiamo deciso di improvvisare una gara al Giro del Lago di Resia, migliorato rispetto ai tentativi precedenti, ma senza grandi risultati, voluti e portati invece a casa alla Staffetta de Muja di inizio agosto, a Trieste, insieme a Silvia e a Pitt (terzo team misto).
Agosto è stato un mese completamente dedicato agli allenamenti, a qualche tapasciata e al caldo, sfruttando le salite regalate dal Carso e la brezza del mare. E con in mente la gara che da tre anni aspettavo di poter correre, il Salomon Running Milano di metà settembre (diciassettesimo assoluto). Un appuntamento che non mi sono lasciato scappare e che ha messo a dura prova le mie fragili gambe. Ancora una volta qualche fastidio mi ha messo in allarme. Sempre alla gamba destra, ma questa volta al polpaccio. Le salite sono continuate, insieme ai primi lunghi di ottobre in vista dell'avvicinarsi della maratona. Qualche corsa sui leggeri dislivelli del Parco di Monza e prima corsa di squadra insieme ad alcuni dei neo-e-futuri Corro Ergo Sum Runners (Franco, Cristopher, Stefano, Tommaso e Michele) alla Ekirun, maratona a steffetta su modello dell'ekiden giapponese (noni assoluti). Sempre ad ottobre anche la prima esperienza ufficiale con il passeggino Thule e Tommaso, con il quale abbiamo portato a termine una DeeJay Ten strepitosa, da provare a correre veramente il prossimo anno (primo-vero ritorno ufficiale alle gare, dopo il parto, anche per Chiara). Solo dopo una settimana l'ultimo vero guizzo stagionale, con la partecipazione alla trenta chilometri della Parma Marathon, ultimo test pre-maratona (quarto di categoria e undicesimo assoluto). Dove però anche i guai muscolari si sono risvegliati prepotentemente mettendo in dubbio l'ultimo mese di preparazione.
Saltati gli ultimi due lunghissimi in programma, novembre si è presentato più nero che mai, e la decisione di non correre la Firenze Marathon ne è solo stata una conseguenza. Sarebbe stato inutile farsi altro male gratuitamente. La settimana prima week-end in terra Tunisina per un nuovo progetto alla Marathon Comar, che si è dimostrato interessante oltre che sportivamente anche umanamente. Ne sono risultati praticamente quasi due mesi di lontananza dalla strada, con il solo sfogo della piscina e della bici. Una stagione terminata ancor prima dell'avvento dell'inverno. L'ultimo regalo in vista del Natale me lo sono fatto solo pochi giorni prima, correndo in compagnia alla Camminata di Natale di Trezzo sull'Adda, con venti chilometri incoscenti e improvvisati dopo due mesi. Avrei voluto concludere l'anno con un'ultima gara (come per il duemilaquindici era stata la We Run Rome proprio il 31 dicembre) ma la ragione mi ha detto di accontentarmi e pensare al domani. Per le gare ci saranno ancora 365 giorni a disposizione.
I chilometri finali del 2016 sono stati 2630 (218 corse, 192 ore, 6500 m D+ e otto paia di scarpe), nè pochi nè tanti. Sicuramente meno di quelli che sarebbero potuti essere se fossi stato bene. Su quello che sarà il 2017 non so ancora molto. Sicuramente saranno due gli appuntamenti a cui non potrò mancare. La Wings for Life World Run del 7 maggio a Milano, dove sarò nuovamente Direttore Sportivo e che spero mi regalerà altre nuove e più forti emozioni. E poi la maratona. Dove e quando non lo so ancora. Ma dovrà esserci e necessariamente sotto le 2h 59' per mantenere la partenza nelle prime posizioni per i prossimi mesi. Il sogno di correrla sotto i quattro minuti al chilometro non è certo svanita, come non ho abbandonato l'idea di migliorare i tempi sia in mezza che nei diecimila. Ma per quello ci vuole ancora un po' di pazienza. E la sicurezza di stare bene. Probabilmente, come ho già iniziato a fare da qualche settimana, ridurrò le uscite settimanali a sole cinque, per dare modo ai muscoli e alla schiena di riposare di più e recuperare meglio. E con l'intenzione di integrare i giorni di riposo con esercizi di crossfit e potenziamento. L'importante è divertisi. Ma per farlo bisogna anche poter correre. Come piace a noi.