Un diecimila per caso
Dovrei partire dalla fine, ma preferisco andare con ordine. Un week-end e giorni frenetici gli ultimi appena passati. Sempre di corsa. In tutti i sensi ormai. E come premio anche un terzo posto alla prima gara dopo la Milano Marathon. Forse un premio in anticipo o solo una giusta dose di fiducia. Anche perché da adesso si comincia a fare sul serio.
Sabato pomeriggio primo diecimila dopo tanto tempo, in quel di San Bovio. Zona San Felice, Segrate. Milano. Solo una garetta di paese, ma quanto basta per divertirsi in compagnia da Corro Ergo Sum Runners. Con Christopher questa volta. Un centinaio i partecipanti, ma 28°C alla partenza. Atmosfera calda. Nessun chip, nessuno sparo. Il via dalla piccola chiesetta di paese e poi lungo giro in campagna. Non per niente di si chiama Corsa dei Fontanili. Avevo deciso ancora prima di partire di provare a correre andando esclusivamente a sensazione. Primo, perchè comunque non ho avuto la minima idea del livello di preparazione raggiunto. Secondo, per non lasciarmi condizionare dal cronometro. Terzo, per imparare a correre ascoltando solo le percezioni, spingendo finché il corpo ne ha e recuperando quando è il momento. Quarto, per provare a fare gara contro gli avversari e non pensando alla prestazione. Ma forse mi sono un po' sopravvalutato.
Dopo duecento metri ci siamo trovati in testa alla gara in tre: io, Christopher e l'unico nostro avversario che ha provato da subito a dettare il ritmo. E senza saperlo il cronometro ha segnato al primo chilometro (unico tutto su asfalto) 3' 27". Fortunatamente ne sono stato inconsapevole fino all'arrivo. Ritmo infernale, soprattutto con il passaggio sullo sterrato e l'afa della campagna. Un lungo vialone di sassi e terra battuta. Sole sopra la testa e campagna a perdita di vista. 3' 35" il secondo intermedio (sempre inconsapevole) e qualche iniziale metro di ritardo sul primo. Non mi sono reso conto del passo, ma della fatica si. E infatti già dal terzo chilometro ho iniziato a tirare leggermente i remi in barca, aspettando l'arrivo di metà corsa per capire cosa fare. Ma a differenza di quanto pensato, il nostro svantaggio è andato piano piano aumentando invece che diminuire. Il percorso, duro e un po' noioso, ha avuto come punto di rilievo, quasi a metà percorso, il bellissimo passaggio davanti al castello di Peschiera Borromeo. Affascinante. Ma le gambe avevano già deciso da un pezzo che la nostra strada sarebbe stata un po' più lenta.
All'unico ristoro del quinto chilometro ho lasciato a Christopher l'onere di provare ad accorciare la distanza dalla prima posizione, sperando sempre in una rallentamento del ritmo, ma purtroppo per entrambi le cose non sono andate come speravamo. La mia velocità si è assestata sui 4' al chilometro ed il mio svantaggio è andato piano piano aumentando anche da lui. Ho cercato di recuperare per qualche minuto controllando anche possibili rimonte alle spalle. Tutto sotto controllo in lontananza. I viali di sassi spianati si sono trasformati in strade di campagna vere e proprie, divisi in due sentieri più piccoli dal passaggio continuo dei trattori e pieni di buche. Gambe sempre più molli e gola sempre più secca. Unica consolazione il ritorno verso il paese. Il passaggio sull'asfalto è durato solo qualche minuto fino al successivo attraversamento dei parchi, direttamente sull'erba. Come in una gara di cross improvvisata.
Mantenendo costante la distanza da Christopher di un centinaio di metri mi sono lasciato trascinare come legato da un filo invisibile. E lo scoccare dell'ultimo chilometro è stata una liberazione. Fatica che scema e viene dosata metro per metro fino all'arrivo. Una veloce sfilata prima della curva, salutando Chiara, Marina e Tullio e raggiungendo i miei due compagni sotto l'ombra al fianco e della chiesetta. 10,2 Km in 39' 54" (3' 54" di media) e terzo posto assoluto. Nulla di eclatante, ma sufficiente per divertirsi. Con la voglia di correre, semplicemente.
Lo stesso spirito che ci ha accompagnato domenica mattina poi alla Marcia delle Pecore di Melzo, mia città natale. Una tapasciata di quelle da non perdere, vista l'organizzazione perfetta e il bel percorso. Ma ricca di ricordi di quando la corsa era solo un hobby tra un calcio al pallone e un tiro a canestro. Solo 14 Km in compagnia, attraversando campagne città che cambiano col tempo. Come cambia tutto. Come cambierà (è cambiata) anche la mia corsa. Ma questa è tutta un'altra storia. La prossima.