Corsa delle Cascine (Villasanta)
Ogni risultato va analizzato sempre all'interno del suo contesto. Un tempo non vale l'altro. Troppi i fattori che entrano in gioco. E leggendo attentamente i trentasette minuti di gara alla Corse delle Cascine mi sento più che soddisfatto di quanto fatto. 10 Km tra sudore e fatica, rincorrendo i compagni Corro Ergo Sum Runners che si sono allontanati piano piano. Il nostro gioco preferito.
Di programmato questa volta non c'è stato nulla. Anche perchè senza allenamento è difficile poter fare qualsiasi previsione, se non azzardata. E come avevo già deciso di fare due settimane fa a San Bovio, ho optato anche questa volta per correre e basta, a sensazione, senza controllare tempi e passaggi, affidandomi completamente alla guida di Franco. E insieme a noi, ancora una volta, a fare da apripista, l'immancabile Christopher. Pochi ma buoni.
Circuito abbasatanza tecnico quello di Villasanta. Tre giri di tre chilometri circa, più un giro di lancio di poco più di un chilometro. Curve e controcurve e leggero sali-scendi tra andata e ritorni, tutto su asfalto. Clima quasi perfetto, con il leggero fresco lasciato dal temporale pomeridiano e solo un po' di umidità a far calare il sudore dalla fronte già dal riscaldamento. Una delle tipiche gare serali di tarda primavera che riempiono i calendari di giungo e luglio tra brianza e martesana. Quelle corse che hanno ancora il sapore di una volta e quel sano agonismo tra amici. In fondo le facce che si incontrano poi sono sempre le stesse. E dopo lo sparo la bagarre.
Villasanta, Corsa delle Cascine. Grazie a Roberto Mandelli per le foto.
Senza accorgemene, e tenendo anche i freni un po' tirati, le prime centinaia di metri sono state una bolgia. Tutti che hanno provato a prendere posizione più avanti possibile, nonostante la curva che ha allungato subito le fila a pochi secondi dal via. Cosciente delle tenuta che mi sono imposto di fare, ho aspettato che Franco scalasse qualche posizione e mi sopravanzasse ed ho lasciato invece Christopher allungare con il gruppo che stava inseguendo i primi della classe. Mi fido ciecamente di Franco, soprattutto nelle gare di dieci chilometri, perchè da sempre ha una conduzione di gara migliore della mia. Solo una volta sono riuscito a fare meglio di lui (proprio in occasione del mio pb), ma solo grazie alla sua allora non-ottimale condizione di giornata. Insieme abbiamo passato i primi chilometri, che in stato di forma sarebbero stati ad andatura perfetta, 3' 37" e 3' 35". Peccato che la mia tenuta sia stata decisamente limitata. Mi consolo pensando che la gamba la voglia ce l'avesse.
Già dopo il passaggio al secondo intermedio ho intuito che il ritmo era troppo alto ed ho lasciato che passo dopo passo i metri tra me e Franco aumentassero sempre di più. E anche il piccolo gruppetto che si era formato alle nostre spalle si è diviso. La cosa difficile, rimanendo da solo e non controllando il cronometro, è stata intuire il passo giusto da mantenere ascoltando esclusivamente le sensazioni. Le tentazioni sono state altre. Come quelle di fermarmi già a metà gara, credendo che fosse impossibile continuare per altri cinque chilometri fino alla fine. O quella opposta di provare ad allungare nuovamente il passo per riavvicinarmi ai miei due compagni di squadra. Ma nulla di tutto questo è successo. Semplicemente ho continuato a correre, lasciando che il crono aumentasse (inconsapevolemnte, ma coscientemente) di volta in volta, guardando le maglie viola-arancio dei miei due compagni di squadra allontanarsi insieme dopo la curva del settimo chilometro.
Villasanta, Corsa delle Cascine. Grazie a Roberto Mandelli per le foto.
Un'escalation negativa che ha portato il ritmo dai 3' 42" del terzo chilometro al passaggio più basso in assoluto del settimo a 4' 01" (in corrispondenza dell'unico chilometro completamente in leggera salita), ma che evidentemente ha permesso alle gambe di riprendere forza e di poter respingere gli attacchi alle spalle degli ultimi tre chilometri. Se avevo fatto qualche pensiero ai piazzamenti di categoria ad inizio gara, col passare dei giri la certezza di non farcela (a meno di un miracolo) è diventata realtà. Ho però aspettato il cartello dell'ultimo chilometro, il nono, per rinsaldare la mia venticinquesima posizione assoluta, aumentando il ritmo quel tanto che è bastato per staccare i miei diretti pretendenti e passare da solo sotto allo striscione dell'arrivo in 37' 44" (9° SM40). Molto meglio i miei due compagni che hanno portato Corro Ergo Sum Runners sui gradini del podio. Franco, 14° assoluto e 1° SM50 e Christopher 17° assoluto e 2° SM35. Per fortuna ci sono loro.
Sono contento. Sono contento di avere dei compagni di squadra con cui divertirsi. Non sarebbe la stessa cosa essere da solo. E sono contento che ogni volta almento un Corro Ergo Sum Runner tenga alto i colori della squadra. Ma sono anche contento di quanto ho fatto. Tutto sommato un trentasette, seppur alto, in un periodo fisicamente impegnativo e senza allenamenti programmati è un buon punto di partenza. La gamba c'è. La voglia anche. Ho notato che quello che un po' mi sta mancando è la cattiveria, la voglia di soffrire fino in fondo. La testa. Ma anche quella va allenata, alimentata, spronata. E davanti adesso c'è tutta un'estate per ricominciae a farlo.