Nike Double Fast Challenge Relay Mile
Du is megl che uan. Citazione che riassume il leimotiv della nostra serata. Due. Come le occasioni che si sono presentate contemporaneamente. Provare le nuove Nike Air Zoom Pegasus 33 in anteprima e farlo in gara, in pista, in una esclusiva staffetta sul miglio in due frazioni da quattrocento metri. Due. Come la possibilità di farlo in coppia, insieme ad un amico, da Corro Ergo Sum Runners. Due, come la nostra posizione assoluta a fine corsa.
Due anche come la doppia ammortizzazione delle Nike Air Zoom Pegasus 33, su tallone ed avampiede, novità principale della trentatresima evoluzione della casa di Portland. Chi, come me, è abituato ad averle come compagne di allenamento, si è subito accorto dell'estremo supporto dato sull'avampiede anche senza correre. Proprio quello che mi era sembrato mancare nell'ultimo modello. Per valutarle forse sono stati un po' pochi gli ottocento metri di gara (soprattutto per una scarpa più adatta ad altre tipologie di corsa) ma sufficienti per avere la voglia averle ai piedi il prima possibile e preparare la nuova maratona.
Nike Double Fast Challenge Relay Mile. Foto di Andrea Schillirò.
Una serata però da incorniciare. Circa centocinquanta i ragazzi presenti, distribuiti in modo equo tra uomini e donne. E a fare da cornice all'evento, l'Arena Civica di Milano, il tempio dell'atletica milanese. Senza nulla togliere al bellissimo campo del XXV Aprile, è come passare da un campetto di periferia al Meazza. Il programma della serata è stato chiaro fin da subito: riscaldamento di gruppo e poi cinque batterie di staffette (a coppie) sulla distanza del miglio. Niente di più semplice. Niente di più veloce. Ad accompagnarmi questa volta c'è stato Christopher. Maglia nera da Nike Runner per tutti, ma sulla pelle (e sul pettorale) per noi colori da Corro Ergo Sum Runners.
La prima parte di serata l'abbiamo passata sugli spalti, guardando e studiando i ragazzi già in gara. Si respira sempre aria di festa agli eventi del Nike+ Run Club di Milano. Un clima diverso da quelli tradizionali. A fare da cornice colorata, mentre gli atleti corrono, fumogeni e stelle filanti. I fotografi si sono posizionati un po' ovunque ed hanno immortalano ogni minimo dettaglio. Un'accortezza che poche manifestazioni hanno. Abbiamo studiato la strategia delle altre coppie, guardato l'andamento in gara, valutato come partire. Per me, soprattutto, le due frazioni da quattrocento metri sono sembrate una sfida quasi impossibile. Nell'unica volta in cui li avevo provati, ai duecento avevo finito completamente la benzina. Partito troppo forte e senza alcun allenamento nella fase anaerobica, è stato come sbattere contro il muro del trentesimo chilometro in maratona. Errore da non ripetere.
Nike Double Fast Challenge Relay Mile. Foto di Andrea Schillirò.
Quando è stato il nostro turno ci siamo presentati sulla linea di partenza. Punzonatura con i giudici di gara e Christopher primo sulla linea di partenza. Due giri della morte a testa e tutto finito. Le coppie nostre avversarie quasi tutte miste. Ma in certi casi è meglio non sottovalutare gli altri senza averli visti prima correre. Una ragazza che da sempre ha fatto atletica e velocità può ben dare filo da torcere a chi è invece abituato a distanze ben più lunghe ed ha qualche anno in più. Ma come da pronostico, nonostante il testa a testa durato per i primi trecento metri, è stato Chirtopher il primo a passarmi il testimone per il secondo giro. Ma prima posizione in mano mia che è durata ben meno dei primi cento metri di pista. Memore dei miei sbagli, sono partito leggermente più piano, lasciandomi sopravanzare prima della curva dalla seconda coppia, aumentando però subito il passo e non perdendo più di qualche secondo alla fine del mio primo giro di pista (1' 07"). Passaggio del testimone e altrettanti secondi per riprendermi dalla fatica.
Mentre i metri non sembravano finire mai durante la fase di corsa, sono passati invece velocissimi i secondi in quella di recupero ed ho ritrovato nuovamente Christopher alle mie spalle senza quasi accorgemene. Ancora in seconda posizione, ma con un'altra coppia (mista) in prima. Metri che però nell'ultimo giro non sono riuscito a colmare. Le gambe piene di acido lattico hanno fatto davvero fatica a riprendere il ritmo precedente. Soprattutto negli ultimi duecento metri, attraversando un universo giallo e blu di fumo e stelle filanti, mi sono sentito scomposto e un po' goffo mentre doppiavo le ultime squadre ancora intente a terminare la terza frazione. Qualche secondo in più della prima parte (1' 14") e gara (1,609 Km) completata in 4' 39". Secondo tempo di batteria e secondo tempo assoluto. Per noi che di solito contiamo i chilometri un risultato decisamente inaspettato.
Ma più inaspettato di tutto è stato davvero il divertimento. Anche senza avere obiettivi cronometrici è stato bello mettersi in gioco. Provare nuove esperienze, pensare a come sarebbe potuta essere una carriera da runner se i giochi della gioventù del liceo non fossero stati solo una sporadica avventura in mezzo a palloni e canestri. Un'avventura da ripetere. Ma questa volta da solo in pista, con le prime ripetute estive, con in mente il prossimo traguardo autunnale.