La porti un bacione a Firenze
Sarà un week-end diverso da come me lo ero immaginato quello della prossima Firenze Marathon. Sarò inviato e sarò turista. Ma non sarò ancora un maratoneta. Per meritarmelo probabilmente c'è da lavorare meglio. Non di più. Ricordarsi che non basta correre per vincere. Bisogna usare la testa, ascoltare il proprio corpo e solo allora poi iniziare a soffrire.
Come se non lo sapessi già, in questi ultimi giorni ho scoperto quanto correre sia decisamente un'attività libera rispetto a qualsiasi altra. Ho optato su ciclismo e piscina per ingannare le settimane di attesa per il prossimo allenamento ed ho potuto verificare come non sia la stessa cosa programmare un'uscita di corsa invece che di bici o nuoto (o corsa in acqua). Prima difficoltà il tempo. Inteso come clima. Fatta la prima pedalata ad inizio settimana scorsa, non ho più ripreso in mano la mountain-bike. Non per mancanza di voglia, ma per il clima. Giorni di pioggia continua che non invogliano certo ad uscire sulle due ruote. Cosa che invece non mi avrebbe dato alcun problema (a parte la pigrizia e la non voglia iniziale) se fossi dovuto uscire a piedi. L'alternativa sarebbe farlo indoor, in una palestra o, per i più fortunati ed attrezzati, in casa. Ma il risultato non sarebbe comunque lo stesso, come correre all'aperto o correre sul tapis roulant.
Seconda difficoltà il tempo. Questa volta inteso come s-correre della giornata. Correndo ho la possibilità di farlo quando gli impegni me lo permettono e quando più ne ho voglia. Sono libero di scegliere mattina, pausa pranzo o sera in base al periodo e all'organizzazione della giornata. E soprattutto ritagliarmi uno spazio dedicato che si incastri perfettamente nei programmi. In piscina non è così. Gli orari delle strutture cambiano di giorno in giorno, senza contare il tempo di spostamento per poterci arrivare. Sulle due ruote il tempo a disposizione aumenta sproporzionalmente e soprattutto si ha sempre la necessità di dover avere con sè la bicicletta. Troppi vincoli che non mi lasciano apprezzare il resto quanto amo la corsa.
Nonostante tutto negli ultimi tre giorni sono riuscito a nuotare costantemente. Nulla di particolare per chi lo fa in maniera più seria della mia e non solo per tenersi in forma nell'attesa, ma per lo meno regolare. Solite 42 vasche per ricordare il prossimi obiettivo-maratona e soliti 21 minuti di corsa in acqua per riabilitare il polpaccio e assaporare la distanza della mezza. Ho notato come siano bastati pochi allenamenti per migliorare subito la tenuta e la spinta in acqua. Anche se in molti casi la confusione in corsia condiziona pesantemente il risultato finale. Cosa che sinceramente mi interssa poco. Mi interessa più sapere di non prendere peso e mantenere un metabolismo attivo. E a giudicare dalla stanchezza post-allenamento credo che la strada sia quella giusta. Oggi ho avuto la tentazione di allungare la distanza, ma poi ho preferito continuare con il solito programma per non stancarmi troppo in vista dei prossimi giorni a Firenze.
E' già la terza volta (dopo il 2012 e il 2013) che ci torno senza correre. Sempre un piacere esserci, sia per la città in sé sia per la maratona. Ma mi sarebbe davvero piaciuto riprovare a solcare le strade del centro città seguendo il tracciato del nuovo percorso. Riprovare il brivido della partenza, la stanchezza al trentesimo chilometro e la rincorsa al cronometro di fine gara. Mi manca. E sarebbe stato tutto perfetto con Chiara e Tommaso ad aspettarmi all'arrivo. Ma evidentemente questa è una storia che non è ancora il tempo di scrivere. In ogni caso nei prossimi giorni sarò all'Expo Village, allo stand di Runner's World. Un'occasione per vederci e salutarci. Per questa volta sarò io a fare il tifo per tutti quelli che correranno. Ma alla prossima toccherà a voi.