Corse 2017: 3063 Km e due nuovi personal best
Se devo guardare indietro non posso fare altro che ritenere questo 2017 un anno positivo. Sicuramente non la stagione perfetta, ma finalmente ho dimostrato di saper imparare dagli errori. Una stagione senza infortuni (solo qualche inevitabile acciacco) e con il numero di chilometri più alto mai corso, pur avendo ridotto il numero di uscite settimanali. Ma anche due nuovi personal best e tanto altro...
Avevo concluso in questa maniera l’articolo dello scorso anno sul 2016: "Su quello che sarà il 2017 non so ancora molto. Sicuramente saranno due gli appuntamenti a cui non potrò mancare. La Wings for Life World Run del 7 maggio a Milano, dove sarò nuovamente Direttore Sportivo e che spero mi regalerà altre nuove e più forti emozioni. E poi la maratona. Dove e quando non lo so ancora. Ma dovrà esserci e necessariamente sotto le 2h 59' per mantenere la partenza nelle prime posizioni per i successivi mesi. Il sogno di correrla sotto i quattro minuti al chilometro non è certo svanita, come non ho abbandonato l'idea di migliorare i tempi sia in mezza che nei diecimila. Ma per quello ci vuole ancora un po' di pazienza. E la sicurezza di stare bene. Probabilmente, come ho già iniziato a fare da qualche settimana, ridurrò le uscite settimanali a sole cinque, per dare modo ai muscoli e alla schiena di riposare di più e recuperare meglio. E con l'intenzione di integrare i giorni di riposo con esercizi di crossfit e potenziamento. L'importante è divertisi. Ma per farlo bisogna anche poter correre. Come piace a noi”. Buoni propositi (e risultati) che sono riuscito a mantenere quasi completamente in questo anno appena passato. Anche con qualche soddisfazione in più.
Dopo un mese di gennaio passato completamente a ritrovare la forma a causa della forzata pausa autunnale, la prima gara dello scorso anno è stata alla Maratonina del Collio, in Friuli, dove ho fatto da pacer a Chiara (in ripresa dopo qualche mese dal parto) per il suo primo nuovo personal best stagionale. Per me l’occasione di iniziare ad allungare i chilometri. Le settimane sono passate tra ripetute brevi e lunghe senza nessun obiettivo particolare. Solo la voglia di risentire vibrare la terra sotto i piedi sempre più veloce.
Stessa cosa a fine febbraio, dove dai ventuno chilometri siamo passati ai ventinove della Corsa del Principe alla Maratona Terre Verdiane. Ritmo migliorato e terzo posto assoluto per Chiara. E la consapevolezza per me che era ormai arrivato il momento di riprovare a spingere davvero. La scelta è caduta su una gara minore, la Corsa di Primavera di Paullo, dove asfalto e campi si sono intrecciati senza l’ansia di dover fare bene per forza. La risposta è stata un’altra volta positiva. Ho continuato con il lavoro settimanale, decidendo però finalmente un obiettivo stagionale: la Conero Running, la mezza maratona di Numana a cui mancavo da qualche anno. Obiettivo, nuovo personale.
La settimana successiva c’è invece stata la seconda gara ufficiale per Tommaso (in passeggino) alla 10 Km non competitiva della Scarpa d’Oro di Vigevano, purtroppo falsata nella parte iniziale per l’intenso traffico di tapascioni da superare. Ma con la promessa di provare a fare sul serio più avanti anche con il Thule Glide.
Aprile è stato un mese denso dal punto di vista professionale, con la mia prima collaborazione alla Milano Marathon e il lancio del contest MyFutureSelfNY con Runner’s World. Ma soprattutto è stato il mese di sfida con i 21 Km alla Conero Running. E il primo risultato stagionale (che non miglioravo dal 2012) raggiunto (peccato per quegli otto secondi che non mi hanno fatto stare sotto l’1h 19’).
A maggio appuntamento fisso con la Wings for Life World Run, ancora da Direttore Sportivo. Per me una delle manifestazioni sportive (non solo di running) più belle che siano mai state organizzate. Senza dimenticare tutte le running-class con gli ambassador (Katia Figini, Giorgio Calcaterra, Massimo Ambrosini e Genny Di Napoli) organizzate nei mesi precedenti. Una risposta di partecipazione che non si era mai vista prima. E dopo la bella prova sulla mezza maratona, ho anche voluto provare a sfidarmi sui dieci chilometri, approfittando della prima edizione della PoliMIRun, la corsa del Politecnico di Milano. Un percorso tutto nuovo e veloce tra le strade meneghine che ancora una volta mi regalato un nuovo personal best (e ancora una volta di otto secondi troppo alto rispetto ai 35’). Soli cinque mesi e due obiettivi già raggiunti.
Ma maggio è stato anche mese di appuntamento con la mia amata Monza-Montevecchia il trail a cronometro a coppie sulle colline brianzole, per la prima volta corso in coppia con una donna che non fosse Chiara. E un primo posto assoluto (tra le coppie miste) perso per soli sei secondi.
Siccome l’appetito vien mangiando e la forma è sembrata non cedere, la settimana successiva ho voluto riprovare a sfidarmi alla Cortina-Dobbiaco Run dopo qualche anno di assenza, riuscendo ad impostare sui trenta chilometri il voluto ritmo maratona. Un altro passo avanti. Come quello fatto alla Lierac Beauty Run, primo diecimila competitivo corso con Tommaso con un tempo finale sotto i quaranta minuti (la prossima volta dovremo pensare anche ad un’omologazione ufficiale da far riconoscere anche in Italia).
Posso considerare chiusa qui la prima parte di stagione, in un crescendo continuo e una consapevolezza di aver trovato la strada giusta per migliorarmi. Ma soprattutto, dopo davvero tanto tempo, senza aver avuto nessuno stop improvviso dovuto agli infortuni. Una media di settanta chilometri e cinque uscite settimanali che sono diventate la quotidianità per i miei allenamenti. Unica nota negativa, non aver integrato gli allenamenti con esercizi di cross training e potenziamento, cosa che ho patito poi nella seconda parte dell’anno.
Purtroppo (o per fortuna) luglio è stato il mese del trasloco e per una decina di giorni non ho avuto né il tempo né la forza di allenarmi. Conseguentemente e naturalmente la forma ha iniziato a calare, ma non me ne sono preoccupato troppo. L’invito al Bergamo Urban Trail è stata però una tentazione troppo grande per non partecipare, ma ho dovuto iniziare a fare i conti con una fatica e un affanno che nei sei mesi precedenti non avevo più provato. Luglio è stato anche l’inizio della collaborazione con La Mezza Maratona d'Italia, che per i successivi tre mesi mi ha portato a girare da nord a sud l’Italia nelle nove tappe del Summer Tour insieme a Giorgo Calcaterra.
Agosto è passato senza preoccuparmi più di ritmi e allenamenti di qualità, anche dovuto al gran caldo estivo, ma cercando solo di ritrovare la freschezza per l’inizio autunno, quando mi sarei dovuto dedicare finalmente, solo ed esclusivamente alla sfida sui quarantadue chilometri.
Primo appuntamento con i lunghi a settembre ai 30 Km della Duchessa della Cariparma Running e gara da dimenticare per il cronometro. Ma primi chilometri messi nelle gambe. Purtroppo però, incolpevolmente, è cominciato anche il martirio che mi sarei poi portato avanti per tutti i successivi mesi. Con l’inizio dell’asilo nido di Tommaso sono arrivati anche i primi malanni stagionali che hanno contribuito a dare quella discontinuità che nella prima parte dell’anno non avevo avuto. A fine mese, nuovo lungo alla Strabiliciacum, tapasciata vicino a casa, ma con un improvviso temporale che ha subito contribuito ad una seconda ricaduta influenzale. Di conseguenza ho dovuto rivedere tutti i miei programmi, iniziando a pensare che un nuovo personal best anche in maratona sarebbe stato difficile se non impossibile.
Con ottobre ho ripreso le redini del Thule Glide e insieme a Chiara e Tommaso abbiamo corso la nostra quarta gara con il passeggino, alla DeeJay Ten di Milano, senza però questa volta dare alcun peso al crono. La settimana successiva siamo ritornati a Parma per un nuovo lungo alla Maratona, dove però la forma è sembrata più lontana che mai e la fatica per arrivare al traguardo oltre ogni più grigia aspettativa. Mi è sembrato chiaro che i quarantadue chilometri sarebbero stati una dura battaglia. Ma con ancora un mese abbondante davanti e i nuovi impegni da giostrare, non ho rinunciato a rincorrere i sogni provando il tutto per tutto, correndo anche due lunghi settimanali in solitaria tra Canale Villoresi e Naviglio Martesana. A fine mese La Mezza Maratona d’Italia si è dimostrata una gara su cui scommettere, ma non è passato neanche un giorno che ho dovuto pensare alla partenza per New York.
La mia prima maratona nella Grande Mela è stata un’esperienza indimenticabile e indescrivibile. Sapevo che non avrei potuto chiedere troppo e mi sono accontentato di chiuderla al meglio (impensabile ritirarsi a pochi chilometri dall’arrivo per fare solo il lunghissimo) in vista dell’appuntamento programmato a fine mese con Firenze. Una sfida ritrovata dopo 365 giorni, ma purtroppo senza potermela giocare fino in fondo. Obiettivo minimo (chiuderla sotto le tre ore) però raggiunto nonostante il clima apocalittico che ha reso una semplice maratona una sfida epica. Qui è praticamente finita anche la mia stagione.
Dicembre mi ha solo visto affiancare per l’ennesima volta Chiara in un’altra sfida al cronometro (anche questa volta vinta) nei diecimila alla Corsa del ricordo di Trieste. Come avevamo iniziato l’anno lo abbiamo finito. Ma con degli strascichi inaspettati per la mia salute. L’influenza ha avuto la meglio sul mio fisico, probabilmente debilitato dopo le ultime fatiche, e in un mese mi sono ritrovato più volte a letto con febbre alta. Come oggi. Uno stop che ormai si sta facendo parecchio lungo e che purtroppo ha ormai interrotto quella continuità che ero riuscito a mantenere evitando stupidi infortuni durante l’anno. A volte ci vuole anche un po’ di fortuna.
Il 2017 si è comunque concluso come l’anno in cui sono riuscito a percorrere più strada in assoluto, 3063 Km, con 228 ore tra allenamenti e gare, 7907 m di dislivello positivo e 242 uscite totali. Un buon risultato. Mi ero prefissato di non infortunarmi e così è stato, di cercare di migliorarmi su 10 Km e 21 Km e così è stato, di correre almeno una maratona sotto le tre ore e così è stato. E’ mancata solo la ciliegina sulla torta, ma la sfida con i 42 Km continuerà ancora. E’ stato anche l’anno in cui avevo preso una pausa dalla supervisione del prof. Massini, semplicemente perché avevo bisogno di calma e tranquillità per ritrovarmi, e infatti il 2018 si aprirà proprio con una nuova collaborazione con lui, sia per me che per Chiara. Al momento il resto mi sembra lontano e sfuocato. Non correre non aiuta certo a capire dove si vuole (e si può) arrivare. Di sicuro ci saranno nuovi sviluppi per i Corro Ergo Sum Runners, che il prossimo anno si rinforzeranno con nuovi membri e nuova linfa. Non ci sarà più (purtroppo) la Wings for Life World Run, ma il suo posto lo prenderanno altre nuove manifestazioni che potrò svelare solo più avanti. Chiara e Tommaso saranno sempre i miei compagni di corse e chissà mai che possano esserci anche nuovi record da battere insieme a loro. Ho intrapreso una nuova, buona strada. Quella sarà l’unica ancora da seguire per arrivare a raggiungere tutti i prossimi nuovi obiettivi. E correre la maratona sotto i 4’ al chilometro sarà il primo. Magari, questa volta, con un po’ più di fortuna.