30 Km della Duchessa alla Cariparma Running
Primo lungo andato (dopo tre mesi). Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi dalle strade della Cariparma Running. Anche perché quest'anno c'è stata la piacevole sorpresa del cambio (variazione) di percorso. Alla fine un risultato (o meglio una conduzione di gara) che non avevo preventivato. Un po' come tutto quello che mi aspetterà da qui a Firenze.
A quanti mi hanno chiesto poco prima di partire che passo avrei tenuto in gara la risposta è sempre stata la stessa... "Non so, andrò a sensazione". L'idea iniziale è sempre stata quella di fare un lento o comunque una corsa tranquilla, senza nessuna pretesa particolare, soprattutto di ricerca di risultati. Sono sempre stato ben consapevole che fare riferimento allo stato di forma della Cortina-Dobbiaco sarebbe stata solo un'illusione. Quello che però non sapevo assolutamente è cosa ne sarebbe uscito.
Negli ultimi allenamenti lunghi (sui venti chilometri) fatti nelle settimane di vacanza c'è sempre stata la pesante incognita del caldo. Passo decisamente sotto ritmo guardando i tracciati di corsa, ma probabilmente dovuto al sole e all'umidità dell'aria. Per cui primo lungo completamente nell'oblìo, con la sola certezza di voler arrivare al traguardo e provare a mantenere una conduzione di gara impeccabile. Ma non proprio tutto è andato come avevo sperato.
Al via improvviso del direttore di gara mi sono ritrovato mio malgrado trascinato dalla foga iniziale, cercando comunque di controllare il passo e non esagerare. Il ritmo che avrei voluto seguire prevedeva una partenza tranquilla, sui 4' 30" e un progressivo aumento dopo i primi dieci chilometri, magari passando ad un 4' 15" nella seconda parte di gara, per spingere poi l'ultimo giro attorno ai 4' 00". Un buon progressivo. Ma quando Gabriele, in gara sulla mezza (e quarto assoluto a fine gara) mi ha superato poco dopo il secondo chilometro, ho capito che la mia presunta strategia era già saltata dal primo passo.
La Cariparma Running fino a due anni fa, ultima volta in cui ero stato presente con Franco (senza correrla), si correva su un circuito di 10 Km, per qualsiasi distanza. Un giro per i diecimila. Due giri per la mezza. Tre giri per la trenta. Dallo scorso anno tutto è invece cambiato in corrispondenza con i Campionati Italiani individuali di Mezza Maratona. Primi quattro chilometri come da copione, deviazione sul Lungo Parma (inseguendo in parte il percorso della Parma Marathon) verso la periferia, ritorno sul circuito al dodicesimo chilometro, completamento del primo giro e ultimi dieci chilometri sul circuito classico della Cariparma Running. A posteriori posso dire un vantaggio per la testa, soprattutto per chi, come me, era abituato al vecchio tracciato.
Tornando alla gara vera e propria, mi sono accorto subito di avere un passo troppo veloce ed ho avuto paura di esagerare nella parte iniziale per poi ritrovarmi senza forze a fine gara. Ho cercato di trattenere le redini, ma comunque i primi sei chilometri sono passati troppo veloci, con un media attorno ai 4' 02". Non è stato facile rallentare, sentendo il continuo scalpitare dei passi degli avversari alle spalle, lasciandoli passare senza reagire pur avendo le forze per farlo. Sicuramente il clima è stato favorevole, coperto per tutta la durata della gara e con solo qualche goccia di pioggia tra il sesto e il dodicesimo chilometro. A qualcun altro è andata decisamente peggio.
Il percorso (nuovo) in periferia non è stato sicuramente dei più belli. Parte di tangenziale, strade semideserte e continue curve. Più anonimo che tecnico. Un inframmezzo prima di riprendere le strade ben più conosciute del centro. Ma una volta ritornati sul vecchio percorso è stato tutto ben più semplice.
Psicologicamente aver perso dieci chilometri per strada ha aiutato la testa a fare meno fatica. Riprendere il percorso cittadino dove lo avevamo precedentemente lasciato, ma già al quattordicesimo chilometro, mi ha lanciato verso il completamento dei primi venti chilometri (circa 4' 10" di media), come se nelle gambe ce ne fossero stati solamente dieci. Svolta a destra lungo i viali alberati della circonvallazione, ritorno verso il Lungo Parma, infinito passaggio nel Parco Ducale e ultimi chilometri tra i vicoli del centro storico. Ho sempre sofferto i due chilometri abbondanti all'interno del Parco Ducale, ma vedere Tommaso accompagnato dai nonni battere le mani a tutti i runners in gara e salutarmi sbracciandosi, ha fatto passare più velocemente anche quei metri odiati e infiniti.
Al ventesimo chilometro mi è mancato non ripassare davanti alla partenza/traguardo. La deviazione poco prima della Cattedrale tra mezza e 30 Km ci ha lasciato in gara in pochi. Ma il vantaggio di avere un secondo giro (non più terzo) di soli dieci chilometri è stato decisamente importante. Un po' di affaticamento è iniziato a fuoriuscire, soprattutto ai soliti flessori non ancora abituati alla distanza. Ma nonostante tutto le gambe hanno tenuto bene il ritmo, riprendendo la scia del primo giro.
Non mi sono perso un ristoro, anche per un solo veloce sorso, preferendo i sali all'acqua quando li ho trovati. Viste le ultime esperienze in maratona è una cosa a cui mi devo abituare. Lungo le vie del centro ho iniziato a doppiare gli ultimi partecipanti alla mezza ancora intenti a completare la loro gara. E anche qualche avversario che inizialmente mi aveva superato di slancio ha iniziato a fare i conti con la stanchezza. Fino al ventiseiesimo chilometro (esattamente all'entrata del Parco Ducale) non ho avuto particolari problemi. Ma alla fine un po' di stanchezza è arrivata. Visto il particolare punto del percorso in cui mi è successo, credo che il tracciato abbia inciso particolarmente alla perdita del passo (4' 24" e 4' 22" i due chilometri all'interno del parco). Anche perché appena uscito, le gambe hanno iniziato a rispondere in maniera del tutto diversa (4' 12").
Il finale è stato di slancio, con le gambe affaticate, il pavé che non è stato amico e il lungo rettilineo finale semideserto. Ma con Tommaso ad aspettarmi poco prima dell'arrivo mi è sembrato quasi di correre su un tappeto rosso. 2h 07' 10" il tempo finale, che tradotto in media vuol dire 4' 11" al chilometro. Per essere solo all'inizio della preparazione e ancora fuori forma, una prestazione da non buttare. Mi sarei accontentato di molto meno. Ma soprattutto non credevo di poter reggere trenta chilometri senza problemi. Evidentemente correre col sole caldo di mezzogiorno anche d'estate i suoi frutti li dà. Chiara è arrivata poco dopo. Con un secondo (e poi terzo) posto assoluto perso al ventottesimo chilometro (ma 1° di categoria). Ma quello che davvero conta è l'arrivo di Firenze. E là ci arriveremo entrambi con le braccia alzate.