La grande festa de La Mezza Maratona d'Italia
Ho avuto bisogno di qualche ora in più per riuscire a raggruppare le idee dopo il week-end de La Mezza Maratona d'Italia a Imola. Lasciare sfilare le emozioni, rivivere tutto con gli occhi meno lucidi, guardando le fotografie che hanno imprigionato ogni momento. Ed ogni volta che ci ripenso, che ricomincio, c'è sempre e solo un frammento che ritorna inesorabilmente per primo. Quel Giorgio Calcaterra che lo ha voluto.
Giorgio ha vinto. Non perché abbia tagliato il traguardo per primo. Quello non conta. Giorgio ha vinto, perché ha voluto creare dal nulla qualcosa che non esisteva. Una (tre) gara in un circuito automobilistico, lontano dai clacson delle strade cittadine, dalla confusione di chi non vuole essere disturbato, come una rockstar che suona al proprio concerto, nel proprio mondo. Giorgio ha vinto, perché ha pensato ad una corsa diversa da ogni altra, dove non conta solo correre (per divertirsi) ma esserci per condividere ogni momento con amici e avversari, portando su un podio non solo i più veloci, ma anche tutti quelli che arrivano dopo. Giorgio ha vinto, perché ha dimostrato che si può (e si deve) vivere il running in un modo differente, per piacere, per passione, per bisogno, per stare insieme. Giorgio ha vinto, perché non ho mai visto un Campione fermarsi per un'ora (e più) sotto il traguardo, in canotta e pantaloncini ad aspettare tutti gli agli arrivati e consegnare personalmente uno ad uno la medaglia di finisher (qui il video).
E' questa l'immagine che non dimenticherò mai. Quella coda sempre più lunga di runner che si sono fermati per avere la medaglia da lui, Re Giorgio, e una foto insieme da incorniciare. Una gara che per tutti loro non è terminata sotto il gonfiabile dell'arrivo, ma che continuerà tra le cornici delle loro case, sui desktop dei loro pc, sugli sfondi del loro telefonini. Un premio che va oltre qualsiasi regalo il cronometro potesse fargli.
Per me (per noi) il lungo week-end de La Mezza Maratona d'Italia è iniziato qualche mese fa. Una gara fatta di tanti chilometri su e già per l'Italia durante il Summer Tour, di tante riunioni, telefonate, di giorni passati tra regolamenti e trasferte tra Milano e Imola. Non è facile pensare di farsi accettare in un territorio non proprio, eppure ce l'abbiamo fatta. Tra il dubbio di molti, il timore di tanti, le certezze di pochi. E il plauso di chi c'è stato.
Una prima edizione (di qualcosa che non esiste) è sempre un rischio. Un salto nel buio. Eppure leggendo commenti, e-mail, messaggi, parlando con amici e partecipanti, tutto è andato per il meglio. Con tanto (tantissimo!) da migliorare, ma con l'assoluta consapevolezza che la strada è quella giusta. Che l'idea è quella giusta. Quella che mancava e che tanto è piaciuta.
Vivere l'autodromo dal vivo, per due giorni, è servito a capire quello che la carta non ci ha mai potuto raccontare. Quali sono le dinamiche che un posto così magico regala, diversamente da qualsiasi altro luogo. Nuove possibilità che una semplice gara su strada non è in grado di dare, con le sue restrizioni sia di tempo che di spazio. Quello che abbiamo vissuto in questo weekend è solo una piccola parte di quello che diventerà La Mezza Maratona d'Italia. Ieri, su un giornale, ho letto una dichiarazione mai rilasciata da nessuno dello staff. Il giornalista (inventandosi tutto) ha scritto che forse il prossimo anno ci sarà anche una quarantadue chilometri. Troppo scontato. Già visto. Presuntuoso. Quello che io penso (e che altri condividono con me) è che andremo oltre. La Mezza Maratona d'Italia ha dimostrato di essere una manifestazione che va oltre le distanze, che va oltre le solite idee, che va oltre lo scontato. Ed è quello l'obiettivo a cui puntare, un passo ancora più in là. Dove gli altri non possono arrivare.
La Mezza Maratona d'Italia dietro le quinte.
Il week-end è andato forse anche oltre le mie (nostre) aspettative. Non nego che qualche settimana fa un po' di timore lo abbiamo avuto. Con molti a remare contro, con tanti poco fiduciosi della riuscita. Lo ero stato anche io, a mio tempo, alla prima presentazione della manifestazione. Eppure la risposta, di chi ha corso, è stata incredibile. Pettorali per la mezza maratona competitiva quasi bruciati in pre-iscrizione, pettorali per dieci e cinque chilometri non competitive andati a ruba (e sold-out) il mattino della corsa. L'afflusso al villaggio nei paddock di Imola è stato costante e crescente. Amici e gruppi che sono arrivati poco alla volta animando la vigilia, curiosi che hanno infilato la testa tra i cancelli per scoprire un mondo nuovo. E poi la bolgia della domenica, con quasi duemila persone ad invadere il circuito, che li ha visti sfrecciare giro su giro dal primo mattino al tardo pomeriggio. Controvento. Ha vinto un ragazzino di diciannove anni (Abdelhamid EZ Zahidy), alla sua prima mezza maratona. Sei mesi che corre. Il più veloce di tutti. Ma ha vinto anche Daniela che ha tagliato il traguardo dopo 3 ore e 21 minuti. Si sono incrociati entrambi sul palco, nello stesso momento. Il momento in cui Giorgio stava suonando i suoi bis.
Non posso chiudere l'articolo senza ringraziamenti. Perché questa volta la sfida è stata davvero grande. E il risultato ne è la testimonianza. Il primo grazie va a lui, al Re incontrastato, senza il quale tutto questo non sarebbe mai accaduto. A Fabrizio, il vero artefice, che mi ha voluto e coinvolto in questa fantastica esperienza. A Daniele, un vulcano di idee inesauribile. A Selene, Francesca, Isabella, Cesare, Gianluca, Valentina compagni di tutti questi mesi. A Massimo&Co, una certezza insostituibile. E ultimi, ma non per importanza, a Chiara e Tommaso, che mi supportano (e sopportano) sempre in tutto quello che faccio.
Dimenticavo... vi aspetto tutti per la seconda edizione de La Mezza Maratona d'Italia! Stiamo già arrivando...