Nuova settimana, nuova seduta di TDA (The Day After). E nuove scarpe. La differenza dal vecchio paio è stata abissale. Come se mi avessero messo dei piedi nuovi. La cosa bella che ho sempre notato in qualsiasi paio di Saucony Jazz è che le scarpe, seppur nuove, non hanno mai avuto bisogno di un rodaggio prima di entrare in piena funzione. E le gambe se ne sono subito accorte, pur essendo già appesantite dal lavoro del week-end. Ammortizzazione e protezione del piede. E quella spinta in più sull'avampiede che solo una scarpa in buone condizioni riesce a darti. Non saranno sicuramente secondi risparmaiti, ma qualche piccolo fastidio in meno di sicuro si.

Oggi era il giorno della Fisherman's Friend Strongman Run di Rovereto. Quest'anno nemmeno la presenza. Altri obiettivi e altri impegni. Purtroppo tutto non si può fare. E' comico pensare che in Italia una Strongman Run ancora non l'ho fatta. Non so se, mediaticamente parlando, sia stata un successo. Credo che i cinquemila desiderati non siano arrivati in città. Ma forse il periodo non è quello giusto, a settembre. La preparazione per le maratone o sono già al culmine o iniziano in queste settimane. Secondo me le corse "diverse" (strane come può essere una strongman o una color-run o una double run&bike) dovrebbero essere fatte in altri periodi, luglio e agosto, quando la stagione prende una pausa dagli impegni. Domani è già tempo per l'ultimo lunghissimo.

Seduta di The Day After (TDA). Sulla carta una passeggiata ma in realtà tanta fatica. Questa volta il lungo della domenica ha lasciato i segni e soprattutto le gambe imballate. Aiutato anche dal vento freddo di nord-ovest che ha soffiato ininterrottamente per tutto il giorno pulendo il cielo dalle nuvole, ma anche abbassando notevolmente le temperature. Ma, nonostante la fatica, l'allenamento è andato come doveva: buoni gli allunghi brevi per sbloccare le gambe, bene i recuperi a ritmo gara. Qualche secondo in meno a favore di vento, qualche secondo in più in direzione opposta.

Decisamente meglio l'ultimo lento della settimana. Gambe rinate rispetto alla seduta di giovedi. Forse anche merito della tecar in mattinata da William. Ma il carico rimane. Sono riuscito ad andare in maniera più costante e sempre qualche secondo senza forzare al di sotto del ritmo previsto. Sensazioni buone. Ripensando solo ad un mese fa mi sembra di esere un altro, merito anche del clima più mite. Peccato che la sera arrivi sempre prima. Però, sarà la prima volta in sei anni che riesco a preparare una maratona senza mai allenarmi al buio che sia all'inizio o alla fine della preparazione.

Giallo-fluo. E Blu. Esattamente come la divisa societaria. Era da luglio che avevo visto i colori estivo-autunnali della seconda edizione della Saucony Jazz 16 e non vedevo l'ora di averle ai piedi. Nessun cambiamento strutturale o di materiali rispetto alle due ultime scarpe usate da marzo in avanti, solo nuove colorazioni. E dato che dal punto di vista tecnico sono ineccepibili, non ho esitato neanche un secondo prima della mia scelta. Saranno loro le mie compagne per i quarantadue chilometri della Maratona d'Italia di Carpi tra tre settimane. I ritmi che dovrò tenere non giustificherebbero una scarpa più performante. E soprattutto le ginocchia ringrazieranno. Vedremo se riuscirò anche ad associare un restyling della divisa. Non sarebbe male avere qualcosa di un po' più performante e nuovo.

Ho appena finito di rianalizzare il grafico dell'allenamento di ieri sera a freddo. Quando sono rientrato a casa non sapevo se essere contento o meno di quanto fatto. Sicuramente non sarei potuto andare oltre e l'ultimo chilometro ne è la prova: avrei voluto recuperare a ritmo gara ma non sono andato oltre ad un passo da lento, ringraziando anche il falsopiano. Ma riguardando la serie dei tremila lungo il Naviglio mi sento soddisfatto. Non è stato assolutamente indolore mantenere il ritmo giusto e le gambe me lo ricordano ancora adesso ogni minuto che passa.

E' stata poco più che una formalità, ma doveva essere fatta. Visita medico-sportiva annuale passata senza intoppi. Il referto ci sarà solo tra qualche giorno, ma senza problemi. E' stata quasi comica la pedalata di una decina di minuti per portare il cuore sottosforzo di prima mattina dai 43 battiti di partenza al primo step utile per iniziare poi il recupero. L'infermiera non sapeva più come aumentare il carico senza dover cambiare protocollo. D'altronde a qualcosa serviranno gli allenamenti per preparare la maratona. E le prossime tre settimane potrebbero essere quelle che faranno la differenza tra una buona corsa ed una bella maratona.

Una delle uscite più faticose di questo periodo, nonostante il ritmo blando e l'ottima temperatura attorno ai 20°C. Le ripetute di mercoledì, unite ai trenta di domenica hanno lasciato il segno. Ci ho impiegato quattro chilometri prima di riuscire a sciogliere le gambe. Rigide e pesanti. Soliti dolori a freddo ai tendini, già accarezzati poi dalle mani del fisioterapista. Meglio prevenire in vista dei trentaquattro previsti per domenica. Domenica che sarà dura: prima quattordici chilometri in solitaria all'interno del Parco di Monza e poi il via nella griglia di partenza della Mezza di Monza, che quest'anno sfiora i tremila iscritti. Sarà dura non gareggiare per categoria e prestazione, ma un ottimo aiuto per mantenere il ritmo.

Non posso cominciare il post di oggi senza parlare dei successi degli amici runner che in questo week-end hanno sbaragliato i propri personal best. E le classifiche di gara. Ieri alla Maratona dell'Acqua, sul Lago di Iseo, stupenda prestazione di Simone che ha abbassato il suo tempo sui quarantadue chilometri a 2h 46'. Anche lui allenato dal prof. Massini, anche lui in preparazione per la Maratona d'Italia di Carpi, anche lui all'ultimo lunghissimo ha poi allungato gli ultimi chilometri fino all'arrivo, piazzandosi al sesto posto assoluto. Senza parole. E sabato sera alla Corricesano by Night, grande tempo di Mauro che in due mesi dalla 10K di Monza ha abbassato di più di due minuti la prestazione sui diecimila fermando il cronometro pochi secondi sopra i 35'. Tempi da campioni. Franco era invece alla Fisherman's Friend Strongman Run di Rovereto con tanti altri amici. Per lui 21° posizione assoluta, per me nuovo cameo sui libretti della manifestazione (qui la nuova foto). Anzi se qualcuno riuscisse a farmene avere una copia ve ne sarei grato.

Il TDA di martedì sembra aver funzionato a meraviglia. Gambe sbloccate e corsa facile per il lento di metà settimana. Di solito il mercoledì è giorno di ripetute, ma per questa ultima fase di allenamenti pre-maratona sono state scalate di un giorno. Credo per dare un po' più di recupero alle gambe dopo i lunghissimi. Ho optato anche per la maglia a maniche corte invece della canottiera vista l'ora tarda e la temperatura che si abbassa repentinamente con l'avvicinarsi del tramonto. I moscerini, lungo il Naviglio, rimangono ancora però uno dei nemici più duraturi.

Temevo un po' quest'uscita, soprattutto dopo l'esperienza di Parma. Troppe incognite. La forma non perfetta dopo la prestazione della scorsa settimana, il tempo inclemente che era previsto per domenica, l'incertezza di correre presto e da solo al Parco di Monza, il percorso della Mezza di Monza duro e irregolare. Certo, se tutto fosse andato per il verso giusto, un allenamento di livello. Ed alla fine ne sono rimasto completamente soddisfatto. Nonostante i quattro chilometri in più rispetto a Parma, il finale di allenamento è stato decisamente migliore. Fatica, ma ho mantenuto il passo. Anche la scelta di correre la seconda parte di allenamento nella mezza, mi ha aiutato a mantenere il ritmo ed a non mollare. Rimane l'ultimo mese di fatiche, quello che può fare la differenza.

Soddisfatto. Per essere la settimana post-lungo, un allenamento di tutto rispetto. Sarà anche merito della temperatura che è diventata praticamente idilliaca. Quindici gradi appena sveglio e solo venti alla sera. Le corse sotto il caldo afoso di agosto cominciano a dare i loro frutti. La cosa che ho notato subito è stata la differenza di facilità di corsa tra gara e allenamento. Domenica (complice sicuramente anche la settimana di scarico) andare a 3' 50" sembrava naturale. Ieri sera in allenamento ho comunque dovuto spingere pensando alla velocità. Ma l'importante è stato riuscirci.