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Gir di cassin d'Inzac (Inzago)

Non posso cominciare il post di oggi senza parlare dei successi degli amici runner che in questo week-end hanno sbaragliato i propri personal best. E le classifiche di gara. Ieri alla Maratona dell'Acqua, sul Lago di Iseo, stupenda prestazione di Simone che ha abbassato il suo tempo sui quarantadue chilometri a 2h 46'. Anche lui allenato dal prof. Massini, anche lui in preparazione per la Maratona d'Italia di Carpi, anche lui all'ultimo lunghissimo ha poi allungato gli ultimi chilometri fino all'arrivo, piazzandosi al sesto posto assoluto. Senza parole. E sabato sera alla Corricesano by Night, grande tempo di Mauro che in due mesi dalla 10K di Monza ha abbassato di più di due minuti la prestazione sui diecimila fermando il cronometro pochi secondi sopra i 35'. Tempi da campioni. Franco era invece alla Fisherman's Friend Strongman Run di Rovereto con tanti altri amici. Per lui 21° posizione assoluta, per me nuovo cameo sui libretti della manifestazione (qui la nuova foto). Anzi se qualcuno riuscisse a farmene avere una copia ve ne sarei grato.

Ieri mattina invece ultimo lunghissimo prima della maratona. Questa volta abbiamo optato per una prestazione multi-giro alla tapasciata vicino a casa, ad Inzago. Non correvo il Gir di cassin d'Inzac da qualche anno. Ma le strade non sono cambiate. Strada totalmente immersa nelle campagne martesane e con un piccolo assaggio di Naviglio. Data la lunghezza dei percorsi abbiamo optato per due giri (14+21 Km) per completare i 35 Km previsti dalla tabella. Quando alle 7:00 abbiamo iniziato il nostro allenamento lungo i sentieri non c'era ancora nessuno. Non siamo nella bergamasca. Così ancora una volta nel giro di poche settimane ho fatto da apri-pista. Correre per primi ha il vantaggio di non avere rallenamenti dati dalla confusione. C'è solo da stare un po' più attenti ai cartelli che indicano le deviazioni. La prima parte prevedeva 10 Km di lento a 4' 30". Non ho avuto nessun problema, anzi sono riuscito a godermi sia la tranquillità dell'orario, sia il fresco del mattino tra i verdi campi appena fuori Inzago. Ad ogni cambio di terreno ho notato subito la difficoltà di corsa. Soprattutto nei tratti percorsi solitamente dai trattori con lunghi solchi obliqui le gambe hanno fatto un po' più di fatica a trovare equilibrio e spinta. La risalita verso il paese si è fatta sentire, con un lungo falsopiano di qualche chilometro. Piccole cose, ma che unite fanno la differenza tra una strada asfaltata e piatta ed i sentieri di campagna. Dopo un'oretta ho fatto ritorno al punto di ritrovo che nel frattempo si è popolato. Prima corsa post-estiva per me e Chiara con il gruppo del Mulino Vecchio che non vedevamo da giugno. E finalmente lieti ritorni. Iniziato il secondo giro ho ripreso il ritmo sui 4' al chilometro. Notevole la presenza di podisti e camminatori lungo tutti i percorsi. La prima parte tra Naviglio e Villaggio Residenziale è stata ancora abbastanza veloce fino al ritorno dopo la zona industriale di Trecella. Qui qualche secondo in più, segnato dai sentieri troppo dissestati. Dopo il passaggio alla mezza la fatica ha cominciato ad uscire. Non troppo caldo, ma i ristori ogni cinque chilometri sono stati comunque manna per il palato e per le gambe. Filippo mi ha raggiunto ed ha provato a tirarmi per qualche chilometro, ma all'ultimo bivio verso i ventuno ho rallentato ancora un po'. Esattamente in corrispondenza dell'inizio dell'ultimo tratto tra i campi a nord di Inzago. Rileggendo il racconto di tre anni fa, anche allora avevo avuto lo stesso calo di 10-15" nel finale. Le gambe sono diventate di legno, pesanti. Soprattutto flessori e adduttori della sinistra hanno cominciato a darmi fastidio. I setnieri non hanno aiutato, soprattutto nell'utlima parte, completamente dissestata ed irregolare, con piccoli avvallamenti che si sono susseguiti fin quasi all'arrivo. Ho necessariamente dovuto rallentare, pensando solo a portare a termine l'allenamento. Buono il tempo fino al 30 Km, come nei precedenti allenamenti, un calvario gli ultimi cinque chilometri. Soprattutto per la testa che questa volta ha ceduto clamorosamente. Evidentemente gli allenamenti in settimana hanno lasciato il segno. L'ultimissima parte l'ho corsa insieme a Fabio, mio primissimo compagno di maratona nel 2007. Dopo 2h 30' 38" non lo avevo nemmeno riconosciuto. Alla fine credo sia stato un buon allenamento. Sicuramente duro. Più duro che correre sempre su asfalto e sfruttando la scia di una gara. Non conta il tempo ora. Conta che gambe e testa siano pronte tra tre settimane. Ventuno giorni. Cinquecento ore. Trentamila minuti. E qualche secondo.