Non ci si ferma mai. Soprattutto in preparazione. Pioggia, neve, sole, vento, freddo. Credo che mai come quest'anno il clima sia stato instabile nelle settimane precedenti la maratona. Ma se posso dare un consiglio, è bene sfruttare certe occasioni e abituarsi a correre in ogni situazione. Non si può mai sapere come sarà il tempo in gara. E poi un po' di pioggia non può far altro che temprare il fisico. In realtà, negli anni, ho anche notato che aiuta a correre meglio, quando non esagera. Basta qualche piccolo accorgimento, magari un cappellino leggero per riparare gli occhi e un abbigliamento adeguato. Ma mai troppo, portare in giro chuli di vestiti inzuppati non è certo il modo per andare più veloci.

Sabato senza cross ma non senza corsa. Solo un defaticante in vista dei trenta chilometri di domani mattina. La cosa positiva è poter correre appena alzati. In realtà soffro un po' di più l'allenamento partendo poco dopo la sveglia, ma sicuramente è un tipo di seduta allenante in vista della maratona: il digiuno notturno aiuta a simulare il consumo di grassi. Certo in maniera differente, ma è sempre un qualcosa in più. La temperatura finalmente si sta alzando e anche se ci saremmo aspettati il sole è stato comunque piacevole uscire vestiti leggeri. L'alzaia sulla Martesana era piena di gente, qualcuno anche di corsa, la maggior parte in bici.

Credevo che avrei dovuto aspettare qualche mese prima di parlare delle nuove Saucony Jazz 16. Avevo voglia di provarle, soprattutto dopo averle viste in negozio. Voglia, ma anche paura di trovare una scarpa diversa da quella che ho usato fino ad ora. Ci ho impiegato qualche anno a capire quale fosse la giusta scarpa per il mio piede, per la schiena, per il tipo di corsa e trovare un nuovo modello così tanto innovativo, diverso, evoluto mi ha comunque lasciato qualche interrogativo. Interrogativo e curiosità, voglia di scoprire se la Jazz potesse ancora stupirmi.

Ultimo Cross di stagione, come ogni anno a Carate Brianza. Nessuna ambizioni per classifiche o premiazioni, solo la voglia di fare bene guardando avanti. E così ho fatto. Di voglia ne avevo tanta, ma c'è sempre anche tanta paura di esagerare, di andare oltre e avere qualche ricaduta. Il percorso di Carate è un vero percorso da cross. Sembra facile, piano, ma è un continuo sali-scendi, spingi e riparti, terreno morbido, molle e duro. Le gambe fanno fatica, il ritmo cambia ad ogni curva mentre i chiodi si sirmpiono di foglie, di terra, di fango, di stanchezza. Ma è sempre bello esserci, per l'ultimo nostro sabato di sport. Poi ci sarà da aspettare un altro anno.

Comincio ad amare i giorni di scarico, soprattutto quando inframezzano giornate pesanti come quella di domenica e dei prossimi allenamenti. I cinque giorni di allenamento alla settimana si fanno sentire. Era da mesi che non avevo le gambe indolenzite costantemente e che i muscoli non si facevano sentire in tutte le ore del giorno. Sono i segnali che ho imparato a riconoscere, del lavoro fatto bene, della fase di carico, della ricostruzione. Sono tutti momenti da godersi in attesa che le settimane passino e di ritrovarsi sulla linea di partenza.

Due giorni consecutivi di allenamento, la mezza di domenica. Le gambe hanno sofferto parecchio con le ripetute di ieri sera. Ad un certo punto ho anche pensato di non farcela. Ma è con la testa che si vince in certi momenti. E fortunatamente non ho mollato. Le temperature si stanno alzando e la cosa aiuta, anche se poi in serata ho dovuto convivere con un fastidiosissimo mal di gola, figlio dell'umidità. Mai come quest'anno non vedo l'ora che arrivi finalmente la primavera, con il suo sole, la luce alla sera, il caldo sudore.

Credo sia stato uno degli allenamenti fatti più tardi. E non è semplice trovare voglia e forza per uscire quando è ormai ora di cena. Soprattutto d'inverno. Ma gli imprevisti non si possono prevedere. Tornato a casa ero pronto per uscire ma quando mi sono infilato le scarpe ho sentito uno strano rumore ad ogni passo. Un soffio e uno svuotamento sotto il tallone. Complice l'acqua (neve) presa domenica, parte della suola è rimasta umida ancora oggi. Ma soprattutto la parte di sostegno sotto al talllone, ancora piena d'acqua e umidità. Non ho ben capito dove la scarpa abbia perso aderenza, ma probabilmente ci dev'essere stato un distaccamento tra le due componenti sotto al tallone. Ho chiamato subito Michele di Affari&Sport per avere la certezza di poter sostituire le Saucony Jazz 15 nuove e sono uscito verso Villasanta invece che verso la Martesana.

Il day after è sempre un po' più pesante. Ma mi devo abituare, dato che per le prossime settimane il prof. Massini mi ha preparato un allenamento intensivo di cinque sedute settimanali: martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. Questa settimana praticamente è una passeggiata. Stasera nevischiava quando sono uscito, ma come successo per tutto il giorno, la neve non ha attecchito minimamente sull'asfalto. Per cui corsa tranquilla, solo un po' bagnata e con qualche grado in meno.

Giornata densa di appuntamenti ufficiali, per chi corre, quella di ieri. Divido il mio pensiero in varie città appena alzato tra Treviso, Perugia, Piacenza, Roma. Amici carichi di adrenalina dietro la linea di partenza, chi alla ricerca di un pb, chi solo di qualche chilometro di lungo, chi di un successo. Sarebbe bello essere sempre presenti, affiancarli, incitarli. Ma quando cerchi il risultato ho imparato che prima ci vuole allenamento, abnegazione, sacrificio. Per poi dare tutto quando sarà il tuo giorno.

Altro giro, altra corsa. Secondo allenamento di tre consecutivi e ancora 14 Km. Domani sarà dura. Ho optato per lo stesso percorso di ieri, meno monotono. Col gps sono un po' più libero, rispetto a prima, di scegliere strade differenti in base al tipo di allenamento e la cosa mi aiuta parecchio, soprattutto nei medi-lunghi. Avevo ancora voglia di provare le scarpe, già rodate con qualche chilometro. Le sensazioni sono rimaste le stesse. La testa invece nella prima parte è rimasta occupata a pensare al nuovo tracciato della Milano City Marathon 2013 scoperto nel tardo pomeriggio. Sono rimasto un po' perplesso per i tanto cambiamenti, anche pesanti. Ma mi riprometto di ritratta l'argomento nei prossimi giorni dopo avrlo analizzato un po' meglio per evitare di dare giudizi troppo frettolosi e di dire cose non veritiere.

L'ultima era stata Crema, tre mesi fa. Mi ero appena ripreso dall'infortunio e sembrava che non ci fossero grossi problemi di recupero. Invece... Non è la stessa cosa correre 21 Km respirando l'aria di una competitiva o di una tapasciata. C'è l'adrenalina che sale prima della partenza, la scia che ti trascina nei primi chilometri come se potessi correre all'infinito senza fermarti mai, il controllo frenetico del ritmo per non sbagliare di neanche un secondo, la piccola crisi che arriva inevitabile prima dell'arrivo. E quello sprint finale verso il traguardo con lo sguardo alto e gli amici e i compagni di squadra che urlano il tuo nome dietro le transenne. Non sarà stato un personal best, ma quel traguardo, finalmente, l'ho tagliato ancora.

Dopo una settimana di riposo, fisioterapista, antinfiammatori, finalmente un'uscita. Mi sembra un incubo. La Maratona si avvicina e mi sento indietro come preparazione. Eppure stasera non sono affatto andato male. Il fastidio alla schiena non è passato completamente, anzi, soprattutto all'inizio ho avuto qualche problema sia nella zona sinistra che in quella di destra. Con l'andare del tempo e il riscaldamento dei muscoli la situazione è poi migliorata. Sono stato attento alle sensazioni ed ho fatto un chilometro in più di riscaldamento prima di cominciare la serie di ripetute. E credo di aver fatto bene vedendo i risultati.