Coraggio e Rispetto. Mentre ancora non eravamo arrivati a Calolziocorte, erano queste le parole che mi riempivano la mente. Strade buie, dritte, lunghe, silenziose. La montagna che poco alla volta si stringe e si avvicina. Ci vuole coraggio per prendere il via. Per alcuni inconsapevolmente. Ci vuole coraggio perchè la Monza-Resegone non è una corsa qualunque. Non è una maratona in salita, come non è una semplice corsa a squadre a cronometro. E' una sfida. Con sè stessi. Ma da correre con gli altri. Per gli altri. E qui nasce il rispetto. Perchè non puoi solo pensare a te stesso. Sei una squadra e il primo pensiero deve andare ai tuoi compagni. Rispettare il loro passo, la loro preparazione, le loro sensazioni. Mescolare voglia di fare e prudenza. Insieme si deve avere il coraggio di osare, di pensare in grande, di immaginare l'arrivo alla Capanna. Coraggio che è una riga sottile, come il sentiero che taglia in due i versanti della montagna. Da una parte il coraggio di stringere i denti quando la situazione diventa critica e di andare avanti comunque. Dimostrare che il corpo può vincere sulla mente. Avanzare un passo alla volta, con le gambe che vorrebbero fermarsi, la testa che si spegne, lo stomaco che si contorce. Si unisce al rispetto per la tua squadra. Sofferenza per arrivare a tutti i costi e non deludere i tuoi compagni, non fargli perdere quella gara attesa da sattimane. Ma coraggio è anche saper dire basta, fermarsi in tempo prima del collasso. Coraggio di ritirarsi, consapevoli dei propri limiti. Rispetto di sè stessi che troppe volte si perde per sembrare invincibili. Forse la scelta più difficile di tutte quando arriva il momento di guardare i tuoi compagni negli occhi. Non vuol dire perdere. Significa solo sapere che non si può sempre vincere. Ma che c'è sempre la possibilità di riprovarci. Ci vuole ancora una volta solo coraggio. Quello di riaccetare la sfida.
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