Di nuovo nel limbo
E' stato lo scotto da pagare per averci provato. Non me ne pento. Anche se alla fine il risultato non è cambiato. Cronometricamente parlando. Quel traguardo sognato dopo i quarantadue (meglio dire ventotto) chilometri della Milano Marathon non è mai arrivato. Ma anche solo averci provato, esserne stato parte, mi ha ripagato degli sforzi degli ultimi mesi. L'occasione per riprovarci ancora ci sarà di nuovo.
Come mi ero quasi autoconvinto dieci giorni fa, la miglior cosa sarebbe stata fermarsi e non correre. Ma non l'ho fatto. La voglia di non stare a guardare ha vinto. La cosa di cui però sono contento è di non essere caduto in ulteriore tentazione ed aver continuato fino al traguardo sopportando il dolore e peggiorando notevolmente la situazione. Anche per dare un segnale. Leggo e vedo troppi runners che sottovalutano la maratona. A volte anche la corsa in generale. E dai riscontri avuti nei giorni scorsi nei commenti sull'articolo della Milano Marathon, sono contento che in molti abbiano recepito il messaggio. Per affrontare al meglio qualsiasi tipo di gara, per cercare di raggiungere qualsiasi obiettivo, ci vogliono calma e tempo. Non a caso ho voluto dedicare un articolo ai cinque punti fondamentali: divertimento, costanza, obiettivi, pianificazione, pazienza. Troppo spesso ce ne dimentichiamo o veniamo travolti dagli eventi. Dalla voglia. Dalla foga.
Per cui mi ritrovo davanti alla tastiera, seduto, invece che di corsa lungo la ciclabile del Naviglio. Tutto rimandato. Come sapevo avrei solo posticipato questo appuntamento correndo. Il prof. Massini mi ha consigliato una visita dal dott. Migliorini, luminare di Medicina Sportiva e collega di Runner's World, per verificare l'effettiva condizione del tibiale ed eventualmente anche capire i motivi degli ultimi infortuni. Ma da una prima analisi sembra chiaro che l'errore lo abbia fatto io volendo provare scarpe diverse a quelle a cui ero abituato durante la preparazione ai quarantadue chilometri. Un azzardo che lo scorso anno mi era andato bene e che invece questa volta ho pagato.
Periostite. Il problema sta proprio nel tibiale anteriore. O meglio, nella membrana che divide osso e muscolo, infiammata oltremodo. Con in più un interessamento del soleo, stressato abbondantemente per contrastare il malfunzionamento degli altri muscoli e la postura sbagliata. Quindi una situazione di stress che ha interessato tutta la gamba. Per cui, un po' di terapia e riposo. Dalla corsa. Benvengano invece bici e piscina. Terapia manuale che è consistita in una leggera fibrolisi (di nuovo, ma sull'altra gamba) per per liberare il soleo e mesoterapia per disinfiammare la parte interiore. Crioterapia e stretching poi in questi giorni per riportare il tutto alla normalità. Quindi qualche giorno di pausa e nuova verifica la prossima settimana.
Così avrò anche tutto il tempo di pensare ai progetti (sportivi) futuri. E' chiaro che la maratona sarà ancora l'obiettivo numero uno, ma dovrò decidere come affrontarla. Come arrivarci. E quando. Il prossimo mese sarà totalmente dedicato alla Wings for Life World Run (nei prossimi giorni qualche succulenta notizia) di cui sarò Direttore Sportivo e le settimane successive avranno ulteriori e più impegnativi programmi. Un 2016 ora tutto da inventare. Ma sempre con la dovuta calma e pazienza. Il traguardo arriverà comunque.