Running si, running no
Sono ormai passati diversi giorni dalla ormai vecchia polemica del corro o non corro. Ne ho parlato e scritto abbondantemente (Runner e Coronavirus: corro o non corro? e Runner vs Coronavirus: correre o stare a casa?) passando anche per l’attacco globale al runner (Attenti al runner). Ma ci ha pensato nuovamente il Governo a rinfrescare le memorie con una nuova clamorosa Circolare.
Sono stanco in questi giorni. Non perché abbia fatto attività fisica esagerata. In realtà sto pedalando (indoor, con Zwift - ne avevo parlato qui - sulla mia Cinelli Veltrix Caliper e MyCycling di Technogym) almeno un’ora al giorno, ma non è questo che mi sta stancando. Nemmeno il dover con-dividere tutta la giornata con Tommaso e Leonardo come in un infinito week-end (al chiuso). Sono stanco perché vedo che il mondo, non è fatto di runner.
Dalla corsa ho imparato molto in questi anni. Ho imparato a soffrire, sapendo che quello che si dà in allenamento darà i suoi frutti quando il cronometro sarà da battere davvero. Ho imparato che per raggiungere un obiettivo ci vuole pazienza, costanza, decisione. Ho imparato che per vincere, con sé stessi o contro gli altri, a volte bisogna saper rinunciare a qualcosa, per avere di più dopo. In questi giorni, in queste settimane, mi sono chiuso in casa. A fare da papà, da marito, da figlio, da giornalista, rinunciando a tutto quello che il Coronavirus ci ha tolto. Lavoro compreso (se penso a tutti gli eventi che sono stati cancellati...). Ma l’ho fatto consapevolmente. Convinto, sicuro, che anche questa volta il sacrificio, la pazienza, la costanza, la decisione, le rinunce sarebbero servite ad un nuovo, ancora più importante risultato.
Ma purtroppo, questa volta non posso vincere da solo. Non possiamo neanche vincere in coppia come tante volte abbiamo fatto io e Chiara insieme. O come mi è successo di fare correndo insieme a Tommaso sul suo stroller Thule Glide quando era più piccolo. No, questa volta non dipende solo da me. E purtroppo ho scoperto che il mondo non è fatto di soli runner.
Questa sera è stata pubblicata una nuova Circolare del Viminale (e una seguente precisazione e reinterpretazione) che potrebbero rendere tutto vano, permettendo di uscire nei pressi della propria abitazione (in realtà valgono comunque le varie restrizioni di Regioni e Comuni). Poco importa se coni figli, con il cane o per fare jogging (jogging? Era dagli anni ’80 che non sentivo parlare di jogging!). Tutti i sacrifici. Tutte le rinunce. Tutto l’impegno di queste settimane. Tutto vano. Come quella birra o quella pizza tanto agognata a cui si cede a pochi giorni dalla maratona. La si pagherà dopo. Solo dopo. Quando al trentacinquesimo chilometro i crampi e la fatica l’avranno vinta sulla mente e quello che manca al traguardo si trasformerà lentamente in un calvario.
Io continuerò a pedalare, in casa, percorrendo virtualmente i viali di Central Park e le strade di Londra. Spingerò al massimo tra i boschi di Innsbruck o sull’isola di Watopia. Con un obiettivo chiaro in mente. E continuerò con la testardaggine del maratoneta che sa cosa serve fare per raggiungere il suo traguardo. Qui non siamo al Grande Fratello.
Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi
Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi
Una pizza in compagnia, una pizza da solo
Un totale di due pizze e l'Italia è questa qua...