Sono tornato
Sono passate solo tre settimane (abbondanti) dall'ultimo allenamento, ma mi sembra una vita fa. Tre settimane, che unite al calvario influenzale di Natale e Capodanno fanno quasi due mesi di continui tira-e-molla. Spero di aver pagato dazio per un anno corso alla grande e di poter finalmente ricominciare a programmare i nuovi obiettivi. Intanto... sono tornato.
Per chi non lo sapesse Sono tornato è il titolo di un film da qualche giorno nelle sale italiane in cui viene raccontata la storia del Duce che si risveglia improvvisamente catapultato nel mondo di oggi. Un remake dell'originale Lui è tornato, libro e film del 2016, in cui le stesse (dis)avventure capitavano al Führer. La pellicola italiana ancora non l'ho vista (anche se so che si rifà completamente alla storia tedesca), ma conosco bene invece sia libro che film su Adolf Hitler. E mentre correvo questa mattina non ho potuto non pensare alle analogie che mi legano a questi racconti di fantasia.
Riprendere a correre dopo questo lungo stop è stato quasi uno shock, ritrovandomi in un mondo familiare ma del tutto nuovo. Esattamente come i protagonisti dei due racconti. Il loro disorientamento è stato pari al mio, muovendosi tra le stesse strade che avevano sempre vissuto, ma ritrovate diverse. La mia diversità è stata tutta nel modo di correrle, di attraversarle, di sentirle come se fosse la prima volta. E l'approccio ai chilometri che si sono susseguiti è stato uguale al loro percorso di riavvicinamento alla società, in cui hanno scoperto che, nonostante tutto, nonostante il tempo sia passato inesorabile, il mondo, la gente, le idee, che li avevano portati al comando sono sempre rimasti gli stessi. Intatti. Come la corsa (per me). Ritrovare il mio passo naturale non ha richiesto nessuno sforzo, ancora impresso nella testa e nelle gambe. Ci vorrà solo qualche giorno, probabilmente qualche settimana, per riuscire a tornare alla vera normalità, con un cardio dentro a parametri accettabili, le gambe prive di dolori post-corsa, un peso decisamente più basso e un VO2Max riportato a livelli più consoni. Ma è tutta solo questione di tempo. La parte più difficile sarà poi rimanere al top, senza inciampare nuovamente in quegli errori che hanno causato la caduta delle ultime settimane. Arrivare alle sfide disseminate lungo la strada e superarle una ad una imparando dagli errori fatti fino ad oggi. Lo stesso che sia il Duce che il Führer prospettano per il loro foturo. Il finale dei film rimane aperto. Non si sa cosa accadrà poi. Come non potrò sapere cosa mi riserverà questo anno.
Oggi però tutto mi sembra andato per il meglio. Avrei voluto riprendere in una giornata di sole, ma è stato sufficiente un clima mite, anche se nuvoloso, per far pace col mondo. I primi passi sono stati decisamente strani, con tutta l'attenzione concentrata anche ai più piccoli segnali che la schiena potesse mandarmi. I primi tre-quattrocentro metri sono stati i più difficili, ma la tensione si è poi sciolta insieme ai muscoli e non ci ho più pensato. Il ritmo è venuto da sè. Non ho mai guardato il cronometro, come non ho mai ascoltato i bip dell'orologio, attento solamente a godermi ogni passo come se fosse l'ultimo. Avere le nuove Asics Nimbus 20 ai piedi è servito a distrarmi, cercando di creare un feeling più stretto con le nuove arrivate. Per ogni considerazione obiettiva a riguardo avrò però bisogno di qualche settiman di prova dopo che la mia situazione fisica si sarà ristabilizzata.
Non so che sapore possa avere riprendere a correre dopo un infortunio ancora più lungo, dopo una gravidanza, dopo anni di inattività. So solo che oggi è stato bello. Bisognerebbe imprimere nella mente le sensazioni che si provano quando si rientra da ogni stop forzato e ricordarsele ogni volta che ci si trova davanti ad un allenamento da fare controvoglia, ogni volta che la fatica cerca di avere la meglio prima di arrivare al traguardo, ogni volta che si vuole fare più di quello per cui si è davvero pronti. Io me lo sono scritto. Speriamo che serva per averne davvero memoria.