Ritorno al passato
E' passato qualche mese ed è cambiata la stagione. Dall'estate siamo passati all'inverno. Di passi ne ho fatti tanti, ma non in avanti. Anzi. In mezzo ci sarebbero dovuti essere una maratona, la ricerca di un nuovo personale, tante gare e la programmazione di nuovi obiettivi. Invece riparto da qui, godendomi il mare e l'aria fresca. Aspettando che la Bora mi dia una spinta in più.
Quando questa mattina sono uscito per la prima sgambata natalizia coperto con giubbetto, pantaloni lunghi, guanti e cappello e zero gradi, mi sono subito tornati alla mente gli allenamenti di questa estate tra Monfalcone, Bistrigna, Staranzano e Marina Julia. Fatica, sudore e un caldo insopportabile e la continua ricerca di un posto per bere. Correvo con in mente un solo obiettivo. Firenze. E la sua maratona. Oggi, sulle stesse strade, ho corso solo godendomi il paesaggio, il freddo pungente che mi ha intirizzito le mani fino al terzo chilometro nonostante i guanti, il sole basso che mi ha accecato per i primi chilometri, l'aria tagliente sulla gola che mi ha fatto rimpiangere tutti i buff dimenticati a casa. Ho ascoltato le sensazioni, con Stryd al piede e il Garmin Forerunner 735 XT nascosto sotto la manica. Ho cercato di capire cosa volessero le gambe, con i mille dolorini che compaiono nuovi ad ogni corsa. Un'ordinaria corsa pre-natalizia.
Le gambe vanno bene. Lo avevo già capito domenica quando ho improvvisato i venti chilometri sull'Adda. Soprattutto il polpaccio destro sembra essersi ripreso (qualsiasi gesto scaramantico è ben gradito in questo momento dopo la mia dichiarazione). E com'è normale che sia, adesso è il sinistro a fare le bizze. Ordinaria amministrazione. Quando si torna a correre dopo un infortunio, i primi fastidi (se si è correttamente guariti) sono sempre all'altra gamba. E' più che normale. In-e-consciamente si corre cercando di riparare la parte che ha sofferto, sovraccaricando l'altra. Correndo con una fascia che registra le dinamiche di corsa, si vedrebbe subito lo sbilanciamento innaturale. Ma come è invece naturale, la parte sana che si sobbarca il carico maggiore, ne soffre. Per cui non mi preoccupo più di tanto del fastidio che è uscito al polpaccio. Basterà stare attento ed eventualmente prendere un giorno in più di riposo, che di sicuro male non farà.
Chi (mi) legge quotidianamente e segue anche i tracciati su Strava o Garmin Connect sa bene che in questi giorni sto correndo totalmente a sensazione. GPS nascoso sotto la manica lunga e pedalare. Magari sto andando anche fin troppo forte per essere alle prime uscite, ma se le gambe hanno voglia di correre io le lascio andare. Che comunque stia facendo un po' di fatica lo si può vedere subito dai grafici del cardio, dove il cuore pompa a livelli decisamente più alti rispetto alla mia solita media (155/160 bpm contro i 135/140 bpm canonici). Ci vorranno qualche settimana e qualche allenamento per ritornare a valori nella norma. Ma in questo, le settimane natalizie sono un bel regalo, nonostante i pranzi e le cene che certo non saranno del tutto amche. Per le prossime settimane non ho in programma nulla, se non di correre quotidianamente e costantemente, aumentando solo il numero dei chilometri di settimana in settimana, ma senza strafare. Arrivare con l'anno nuovo a provare qualche ripetuta e poi vedere come va. Ci sarebbe qualche gara interessante a cui partecipare (una bellissima al mattino del 31 dicembre in centro a Milano) ma forse è troppo presto. E troppo pericoloso. Mi accontenterò di accompagnare Chiara, con Tommaso (che oggi fa sette mesi), e tifare per i suoi progressi. Già correre è il più bel regalo che mi potessi fare in vista di questo Natale. Non vedo l'ora di svegliarmi e scartare un nuovo percorso per festeggiare.