Nuovo Stryd, all'ennesima potenza
È passato poco più di un mese dal mio primo articolo su Stryd che già indossavo la sua evoluzione. Stryd due-punto-zero. Una trasformazione. Come se gli sviluppatori stessi mi avessero letto nella mente ancor prima che potessi mettere nero su bianco potenzialità e criticità del primo device pensato per la misurazione della potenza del runner. Una sorpresa. Un regalo. E la certezza che stessero facendo sul serio.
Per chi ancora non lo conoscesse (qui la mia prima prova) Stryd è un powermeter, un misuratore di potenza, che analizza l’efficienza di corsa, mette in evidenza il massimale e guida il runner attraverso allenamenti cardio e di forza per migliorare il proprio rendimento.
La Potenza
Ma perché la potenza? Sono due i parametri che solitamente vengono sfruttati nel running per la gestione degli allenamenti, passo e frequenza cardiaca. Il primo permette di ricavare le diverse velocità di corsa in base alla propria velocità di riferimento. La seconda fornisce le varie fasce di intensità cardiaca di allenamento, prendendo spunto dal calcolo della propria frequenza cardiaca massima. Entrambi questi parametri hanno però un difetto: funzionano perfettamente solo quando non entrano in gioco variabili che vanno ad influenzare i calcoli fatti sui valori di riferimento. Parametri non solo esterni, come salite o terreni sconnessi (per quel che riguarda il passo) caldo o vento freddo, ma anche fisici, come l’alimentazione o la stanchezza (per quel che riguarda il cardio). La potenza (Watt) è un metro di misura oggettivo, che non viene influenzato da fattori esterni.
Della prima versione di Stryd avevo principalmente criticato due fattori che secondo me avrebbero potuto far fare al prodotto un salto di qualità verso un utilizzo più friendly da parte del runner. L’utilizzo della fascia cardio (pettorale) e l’interfaccia utente su sport-watch. Proprio nel miglioramento di questi due aspetti consiste il passo avanti della nuova generazione.
Novità hardware
Nel momento in cui tutti i principali produttori di GPS per il running hanno dotato i loro prodotti di sensori per la rilevazione del battito cardiaco da polso, essere costretti ad utilizzare ancora una fascia cardiaca (soprattutto per chi non la ama) sarebbe stata una contraddizione. Una ridondanza. E ancora una volta Stryd ha fatto un salto nel passato riproponendosi nella forma di uno degli antesignani del GPS, il pedometro (footpod). Però non più utilizzato come misuratore della distanza percorsa, ma della potenza utilizzata. Una piccola clip (circa 30 x 40 x 10 mm), del peso irrisorio di soli 7 grammi (impermeabile fino a un metro per trenta minuti), che si aggancia semplicemente alle stringhe delle proprie scarpe e registra direttamente i dati dei propri allenamenti comunicando via Bluetooth con il proprio sport-watch o con l’App dedicata dello smartphone. E con un design piacevole.
L'utilizzo è molto semplice. Si scarica la App nativa per smarthpone (compatibile sia con iOS che Android) e si connette via Bluetooth con dispositivi Garmin (FR220, FR225, FR230, FR235, FR620, FR630, FR735XT, 910XT, 920XT, 310XT, Fenix 2, Fenix 3, Fenix 3 HR), Suunto (Ambit 2, Ambit 2S, Ambit 3, Ambit 3S, Ambit 3 Peak, Ambit 3 Vertical, Spartan) e Polar (V800). Personalmente, questa nuova versione, l’ho testato con Garmin Forerunner 735 XT. Facile, veloce e indolore. Una piccola luce gialla lampeggia sul dispositivo quando la connessione è avvenuta.
Mentre con la fascia cardiaca la batteria durava un anno per dover poi essere sostituita, il nuovo Stryd è stato fornito di una batteria ricaricabile. Anche in questo caso facile e comodo nell’utilizzo. Basta appoggiare Stryd sulla sua base (che richiama la forma del device) per una veloce ricarica wireless, senza bisogno di altre tipologie di connessioni. La durata della carica è sufficiente per un mese di allenamenti ed è possibile conoscerne la percentuale utilizzando la App Stryd per smartphone. Nel caso ci si dimenticasse, Stryd stesso inizierà a lampeggiare se la batteria non avrà carica a sufficienza per il successivo allenamento.
Footpod Stryd posizionato sulla scarpa (1 e 2, foto di Mauro Marchini) e in ricarica sul nuovo caricabatterie (3). Datafield su Garmin Forerunner 735 XT (4).
Novità firmware
Contestualmente allo sviluppo hardware, Stryd si è anche velocemente evoluto dal punto di vista firmware. E questa è stata la pronta risposta alla mia seconda criticità espressa alla prima versione.
Oltre alla vecchia App Stryd IQ compatibile con i GPS Garmin (che però non mostra tra le sue schermate la rilevazione cardiaca da polso) è stata rilasciata una seconda applicazione per i dispositivi Garmin (Garmin IQ Datafield) che va ad integrare (ed a mostrare) semplicemente il valore della potenza all’interno dei valori riportati tra le schermate native del dispositivo senza dover utilizzare un’applicazione di terze parti. Suddividendo la mia schermata in quattro parti, ho potuto visionare contemporaneamente, distanza, tempo, cardio e potenza ed utilizzare il Forerunner 735 XT come in qualsiasi altro allenamento.
Utilizzo
Correndo in piano ed in modo regolare, ad aumento del passo si ha il contemporaneo aumento di frequenza cardiaca e di potenza. Provando su diversi percorsi i valori si scostano quando entrano in gioco variabili differenti. Ed è proprio in questi casi che l'utilizzo di Stryd diventa più efficiente rispetto alle tipologie di rilevazione più canoniche. Quando si corre in salita, ad esempio, non si può avere un riferimento di passo o di frequenza cardiaca corretto (costante) come in piano, variando la lunghezza delle salite e la loro inclinazione. Quando si corre un trail, la tipologia di terreno che si affronta incide sulla velocità e la reattività del passo, sulla fatica. Proprio in questi casi l'utilizzo della potenza può essere la soluzione per avere un controllo reale (ed in tempo reale) sull'effettivo sforzo che si sta facendo. Ogni qual volta ci sia la possibilità che una variabile, non misurabile a priori, possa andare a "falsare" il reale valore di velocità o frequenza cardiaca, Stryd è la possibile soluzione al problema. Ci dà l'opportunità di misurare in maniera oggettiva lo sforzo fisico e apre nuove prospettive per l’allenamento e il monitoraggio della singola prestazione. In più Stryd può anche essere un supporto per migliorare l’efficienza della propria corsa. Anche correndo in pista e con passo regolare. Abbassando quanto più possibile il valore di potenza, riducendo lo spostamento verticale del proprio baricentro e aumentando la frequenza dei passi, a minore fatica corrisponderà uguale velocità (o velocità maggiore).
I risultati dell’allenamento possono essere visualizzati sul PowerCenter di Stryd, o su portali di terzi, come Strava o Garmin Connect. C’è una sostanziale differenza in base al software utilizzato.Stryd infatti mostra i segnali raccolti in data-raw, non puliti, pieni di rumore dovuto al movimento dato dalla corsa. Una scelta fatta per lasciare agli allenatori più esigenti il segnale nativo e più preciso per l’analisi dei dati. Sicuramente meno piacevole per un utilizzo meno approfondito da parte del runner più comune. PowerCenter e Garmin Connect mostrano esattamente questi dati, completi (analizzando i dati numerici dei lap e del ritmo i risultati sono invece chiaramente leggibili). Strava invece mostra grafici lineari, dopo aver pulito il segnale, ma solo dei fattori principali, come passo, quota, cardio e cadenza (non ha ancora integrato la potenza).
Sessione di allenamento su Stryd PowerCenter (1), Garmin Connect (2) e Strava (4). Particolare del segnale "sporco" del Passo su Garmin Connect (3).
Confronto tra Stryd
C’è una differenza tra i dati registrati dalla prima versione di Stryd e la sua evoluzione. La fascia cardiaca analizzava frequenza cardiaca, cadenza, tempo di contatto col suolo, oscillazione verticale e potenza. E lo faceva registrando il movimento del corpo dal suo baricentro nelle tre direzioni, calcolando poi la forza necessaria per spostarlo nel tempo. Il nuovo Stryd è invece posizionato sulla scarpa e misura distanza, ritmo, cadenza, tempo di contatto col suolo, potenza e due nuove metriche, la Form Power (FP) e la Leg Spring Stiffness (LSS). La prima indica la quantità di energia prodotta per mantenere il ritmo, mentre la seconda misura la capacità di riciclare l’energia durante la corsa.
Zone di potenza
Per conoscere i propri valori di potenza corretti, Stryd fornisce tre tipologie di test da sforzo (Critical Power Test, all'interno dell'App su smartphone e sul portale Stryd PowerCenter) per parametrizzare le cinque zone di potenza di riferimento per i propri allenamenti e le proprie gare (una prova in pista, una a tempo e una sulle distanze dei 5 e 10 Km).
Criticità
C’è però un “ma” che viene imputato a Stryd dai suoi detrattori o da chi non è ancora pienamente convinto della sua reale utilità. Ed è riferito al fatto che non esista un valore oggettivo (di riferimento) di potenza rispetto al quale valutare i risultati mostrati da Stryd. Vero o falso che sia (quando si indossa la prima volta Stryd mostra delle fasce di potenza preimpostate) trovo l’osservazione corretta ma allo stesso tempo superflua. Avere un valore di potenza di riferimento predefinito (certo), aiuterebbe ad avere dei risultati assoluti sulla potenza utilizzata, confrontabili (ed utili) tra runners differenti. Ma non cambia nulla nel momento in cui il confronto dei dati raccolti viene fatto sulla stessa persona. Se Stryd (corretto o sbagliato che sia) mi dice che corro con una potenza di 300 W al mio massimale, so che un valore di 200 W rispecchia la mia personale andatura da lento. Ad ogni corsa successiva i valori di riferimento rimarranno comunque (per me) gli stessi. E questo, per quel che mi riguarda, è un risultato più che sufficiente per un corretto utilizzo. Che poi non sia veritiero è tutto da dimostrare.
Considerazioni
Stryd ha saputo quindi evolversi, migliorarsi, perfezionarsi seguendo e lasciandosi trascinare dallo sviluppo delle tecnologie alle quali si appoggia. L’utilizzo è diventato più comodo (togliendo la fascia) semplice (con le nuove App IQ) e meno invasivo, ma non ha ancora raggiunto la perfezione. Un aspetto da migliorare è sicuramente la resa grafica dei dati, praticamente illeggibile su Garmin Connect e PowerCenter e che va ad incidere anche su valori non legati semplicemente alla registrazione fatta con Stryd (come ad esempio il passo). Da verificare poi se i valori ricavati con la nuova versione posizionata sulla scarpa possano essere completi quanto quelli registrati dal petto. In fin dei conti la registrazione avviene solo su un piede e non su entrambe come nella vecchia versione. Che il prossimo passo sia il dual-leg? Di sicuro, se dovessi scegliere, nonostante tutto, non avrei dubbi su quale far cadere la mia preferenza.
Stryd in entrambe le versioni, footpod e fascia-cardio, ha un costo di 249 €.
Approfondimenti
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Stryd, la potenza del running il mio primo articolo su Stryd