Per le antiche vie di Trappeto (Trappeto)
Il miglior premio che potessi ricevere dopo una gara, un cannolo siciliano. Ma sarebbe troppo facile riassumere così questa corsa, seppur breve, dalle mille sfaccettature e dalle mille sorprese. Siamo in Sicilia da solo due giorni e già mi sono innamorato di questa terra. Quando abbiamo deciso di passarci le nostre vacanze, dopo aver prenotato abbiamo cercato subito qualche corsa a cui partecipare. Il modo migliore per coronare i giorni di riposo. E poi non avrebbe senso arrivare in un posto per noi nuovo e non scoprirlo, passo dopo passo, correndo. Sapevo bene che non ne saremmo rimasti delusi.
Si ringrazia Siciliarunning.it per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.
Ci siamo presentati un po’ in anticipo rispetto alla partenza in modo da poterci acclimatare (anche se la gara sarebbe partita alle 18.30), studiare il percorso, prepararci con calma. Nonostante temessimo il caldo, il vento che soffia dal mare sembra mitigare docilmente l’aria. La partenza è sotto il gonfiabile sul lungo mare. Tutto pronto, rilevatori e chip compresi. Ritiriamo i nostri pettorali e con tutta calma a passo leggero facciamo tutto il giro del percorso. 1,750 Km da ripete quattro volte (tre per le donne, nda) per un totale di 7 Km esatti. Suggestivo. Trappeto è un piccolo paesotto palermitano di soli duemila abitanti. Un vecchio tipico paese di pescatori, con le case disposte a scacchiera lungo il litorale, attraversate da tantissime piccole vie parallele e perpendicolari tra loro. Sulle porte dei piccoli caseggiati, alle finestre, seduti lungo la strada il pubblico di nonni figli e nipoti aspettano il via già molto prima dello sparo. Ci fermiamo poco prima del gonfiabile dove conosciamo Fausto e Salvatore, organizzatori dell’evento. Gentili e premurosi come non mai, come già lo erano stati via e-mail. Fausto è anche lettore del blog ed ex-atleta di livello e già ci eravamo scritti qualche mese fa commentando le avventure del mio Amico Ultraman. Nonostante fossi stato previdente e avessi già avviato il gps per ben due volte per non avere problemi di segnale come settimana scorsa, al via parto senza segnale. Fortunatamente nel giro di una cinquantina di metri riesco però fare partire il cronometro regolarmente. Attenzione rubata alla situazione-ginocchio, che è la cosa che maggiormente mi preoccupa. Sono rimasto indeciso fino al momento di recuperare i pettorali se correre o no. Alla fine mi sono deciso per la prova, anche un po’ spinto dalla tabella d’allenamento per la Maratona d’Italia inviatami questa mattina da Fulvio. La partenza è stata velocissima. Sgomitando ho recuperato qualche posizione per non rimanere troppo accodato al momento di svolta tra le andate e i ritorni tra le piccole e strette vie del paese. Ma i primi avevano tutt’altro passo (3’ 13” di media all’arrivo, nda). Ma come sempre sono partito un po’ troppo forte, 3’ 31” e 3’ 36” i primi due chilometri. Il percorso disegna un rettangolo per le prime due vie, svoltando poi continuamente all’interno delle due strade tra andate e ritorni. Si alternano tratti di asfalto e pavè, salite e discese, brevi rettilinei e curve a ripetizione. Un bel percorso nervoso. E, non è cosa da poco, quasi completamente in ombra. Non ho una strategia ben precisa, ma cerco di mantenere il ritmo il più alto possibile. Supero i primi partiti troppo forte, ma allo stesso modo perdo anche qualche posizione. Ogni tanto c’è da sgomitare per mantenerla. Non corro da una settimana e non faccio allenamenti seri da un mese. Mi chiedo quanto riuscirò a resistere. All’inizio del terzo giro provo a riprendere un po’ fiato e piazzo i primi due chilometri appena sopra i 4’. E in effetti ne risento positivamente. Ma quando all’inizio del quarto giro provo a spingere un po’ di più, questa volta le gambe non sembrano essere troppo d’accordo. In realtà il ritmo lo cambio, ma non come ad inizio gara, attorno ai 3’ 56”. Memore di quanto successo dopo la dieci del Parco Nord, provo ad aumentare leggermente il passo per il tratto finale, puntando a quelli poco più avanti. Chiunque potrebbe essere un avversario di categoria. Ma non ho più molte energie da regalare per lo sprint. Arriviamo in tre praticamente con lo stesso tempo divisi solo da qualche millesimo di secondo. Chiara è appena dopo il gonfiabile, già arrivata e già sul podio di categoria (seconda e quarta donna assoluta, nda). Mi sento svuotato, come dopo una campestre. Mi fermo e quando l’ossigeno comincia circolare di nuovo in maniera regolare controllo il ginocchio. Tutto bene sembra dirmi. E così è a quanto pare. Aspetto la pubblicazione della classifica generale per avere il tempo preciso, 26’ 02”, trentesimo assoluto e sesto di categoria (quattro racchiusi in poco meno quaranta secondi, nda). 3’ 43” di media che sembra un eternità per la distanza, ma che visto il periodo è invece una bella boccata di ossigeno. Mancano allenamento e condizione, e ci sono in più qualche chilo di troppo e soprattutto un infortunio. Diciamo che potrebbe essere un buon inizio. Il mio premio post-gara lo ritiro insieme a Fausto che ci fa compagnia fino alle premiazioni: due fantastici cannoli appena farciti di ricotta (millequattrocento quelli sfornati per tutti, nda). Un motivo in più percorrere, prima per vincerli e poi per smaltirli. Ci sentiamo come se fossimo a casa. Un’organizzazione da dieci e lode (capitanata dalla voce dell'onnipresente Mimmo Piombo), nuovi amici di corsa, un percorso caratteristico, duro e allenante. Sensazioni che si possono provare solo sulla strada. Una vacanza che non poteva iniziare meglio di così. Salutamo.