Ripetute 2x2000 a 3' 33" rec. 3'
Ultima vera sessione di ripetute. Poi il salto nel buio che ci porterà andata e ritorno in Piazza del Duomo a Firenze. Ma nonostante il carico di New York, un buon allenamento per fare girare le gambe. E questa volta lo hanno fatto bene. Vista la brevità dell'allenamento sono tornato a correre a sensazione, lasciandomi la sorpresa finale di scoprire come è davvero andata.
E non posso certo lamentarmi. Le gambe hanno girato a dovere. Mi piacerebbe avere un po' più di tempo prima del via, per lavorare ancora un po' su velocità e resistenza. Ma ormai all'inverno non manca molto ed è tempo di tirare le somme. La priorità in questo momento è correre una maratona sotto le tre ore per non perdere la priorità di griglia ormai acquisita da qualche anno. Non dovrebbero esserci problemi visto il risultato alla New York City Marathon, ma mai dire mai (soprattutto quando si aha un bambino in giro per casa).
Ritorno sul Naviglio dopo qualche settimana da criceto al Parco del Ginestrino. Due chilometri in andata e due chilometri in ritorno. Correre attorno all'ora di pranzo in questo periodo è un'occasione da non lasciarsi scappare, con il sole e il cielo azzurro a scaldare l'aria ormai sempre fresca del mattino. Temperatura e clima ideale per correre senza pensieri.
Come avevo immaginato ancora prima di partire, prima sessione leggermente più lenta della seconda, ma più costante nella sua durata. Normale. Le gambe imballate dai soli due chilometri di riscaldamento non hanno permesso di correre al massimo, ma sono state un aiuto per mantenere una velocità di crociera costante. Al contrario partenza fulminante dopo il giro di boa e calo nel finale. Se lo avessi scritto prima non avrei sicuramente sbagliato. Ma al di là di come sia andata la conduzione globale di allenamento, sono stato contento della tenuta: 3' 35", 3' 32"; 3' 28", 3' 36". Sicuramente non il massimo ma un ottimo punto di partenza per il nuovo anno.
Le gambe mi hanno dato buone sensazioni con le nuove 361° Meraki ai piedi. Gambe ancora appesantite soprattutto su quadricipiti e vasto, ma reattive. Nel finale mi sono concentrato sulla postura, sull'appoggio d'avampiede, sul baricentro spostato in avanti, sulla rilassatezza di spalle, bocca e mani. Tutti elementi su cui lavorare in futuro, soprattutto nei momenti di maggior fatica. Atteggiamenti che devono diventare naturali e incontrollati. Ma per ora va bene così.
Tra dieci giorni ci sarà ancora da lottare, questa volta per un crono che conta, anche se non sarà il migliore di sempre. Ma bisogna fare i conti con la realtà e accontentarsi a volte. Il tempo per puntare al gradino più alto ci sarà sempre.
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