Di ripetuta in ripetuta
Ripetute: 5x200 in 42” con recupero di 1000 a 3’ 55”, 8x1000 3’ 40” con recupero di 2’, 12x400 1’ 20” con recupero di 2’. Sono stati i lavori di qualità delle ultime due settimane, inframmezzato da lunghi e allenamenti di scarico. Tre diverse tipologie di allenamento (parlo delle ripetute) per allenare diverse proprietà. E non sempre è andata come avrei sperato.
E' inutile sottolineare che quando si fanno lavori di qualità si fa fatica. Ma nonostante tutto (a parte quell'oretta in cui le forze sembrano finire) a me piace fare le ripetute. Mi dà un piacere fisico, mentale, soddisfazione, depurazione. Sento di aver fatto il mio dovere (da runner). So che mi servono per migliorare, sotto vari aspetti, so che mi aiuteranno a trovare il giusto equilibrio con tutto il resto, dal peso, allo stress lavorativo, alla stanchezza. Ieri un caro amico mi dice che ne faccio troppe. Ne faccio, troppe sicuramente no. Ma a me piace farle. E soprattutto vederne poi i risultati strada facendo.
Diversamente da quanto avevo fatto ad inizio preparazione, in questi ultimi giorni ho sempre verificato il tempo delle sessioni di ripetuta per cercare di gestirmi al meglio. So di non essere al massimo della condizione, e per poter portare a casa un allenamento fatto bene, bisogna essere in grado di dosarsi. Così per una volta (in realtà tre) ho deciso di affidarmi al crono piuttosto che alla sola sensazione. Ma è anche un modo per re-imparare a ri-conoscermi.
Ripetute 5x200 in 42” rec. 1000 a 3’ 55”
Sembra una stupidata, ma forse questo è uno degli allenamenti più tosti (attualmente) a cui mi sarei potuto sottoporre. Perché la resistenza è proprio una delle cose su cui devo lavorare di più. Anche se non la sola. Questa tipologia di ripetute (in questo articolo tempo fa avevo riassunto le varie metodologie per correre le ripetute e gli scopi) ha proprio lo scopo di andare ad allenare la resistenza e la capacità di recuperare a velocità maratona. La fase più importante non è, come solitamente si pensa, la fase di spinta, ma quella successiva, in cui per un chilometro si deve correre a velocità maratona. Nonostante mi sentissi sempre un po' in difficoltà, controllando il passo ogni tre o quattrocento metri, sono riuscito anche a rimanere qualche secondo più basso dei 4' inizialmente impostati in tabella. Stanco ma soddisfatto del lavoro fatto (3' 54", 3' 57", 3' 56", 3' 54", 3'' 53"). La cosa importante poi è farle sempre a ridosso di un lungo, il giorno successivo o quello dopo. Muscolarmente non è un lavoro impegnativo, ed avere le gambe appesantite è solo un ulteriore fonte di allenamento.
Ripetute 8x1000 3’ 40” rec. 2’
Ripetute classiche. Non fosse che avevo smesso di correrle la settimana in cui ho avuto la prima caduta influenzale (6x1000) ed ho ripreso dopo quasi un mese aumentando il carico di due (e diminuendo il recupero di un minuto). Il lavoro in questo caso è fatto nella fase di spinta e non deve essere mai superiore all'85/90% delle proprie capacità. Un lavoro misto di velocità (nella spinta) e resistenza (nella distanza). Devo dire che mi sarei aspettato molto di più. Invece mi sono accorto che rispetto agli stessi lavori fatti ad inizio anno in preparazione della Conero Running, sono decisamente più lento. Motivo per il quale ho cercato di dosarmi a dovere e non arrivare a fine allenamento a corto di energie. I due minuti di recupero li ho fatti corrucciando decisamente a sensazione, senza preoccuparmi di essere troppo lento. Meglio ripartire col cuore più basso. Sarei voluto rimanere tra i 3' 30" e i 3' 35", ma ho dovuto pagare qualche secondo in più: 3' 37", 3' 36", 3' 38", 3' 37", 3' 38", 3' 38", 3' 39", 3' 37". E pensare che solo qualche mese fa facevo i diecimila decisamente più veloce.
Ripetute 12x400 1’ 20” rec. 2’
Se l'8x1000 mi ha lasciato un po' di amaro in bocca, il ritorno sulla nuova pista di Gessate non è andato molto meglio. Primo allenamento sul manto rosso di tartan appena depositato (e ancora non agibile secondo il Comune e la Società che ha in gestione il centro sportivo, perché non riescono ad accordarsi chi si deve accollare le spese di sistemazione dei cordoli!). Fiducioso avevo impostato in tabella un ritmo massimo di 1' 20", visto che negli ultimi allenamenti ero stato ben più veloce. Ma non questa volta, dove la media dei giri da quattrocento metri è sempre stata intorno al 1' 22". Ma mi sono accontentato di quanto venuto. Un lavoro dedicato alla velocità, un po' più pura, nella settimana di scarico. Un giro veloce e uno lento, per fare girare le gambe sempre più veloci. Quello che ancora al momento non vedo, spero di poterlo scoprire più avanti, man mano che la Firenze Marathon si avvicina. Io continuerò a lavorare verso quella direzione. Quello che poi succederà il giorno della gara sarà solo il frutto di quanto seminato oggi.
Se volete vedere tutti i miei allenamenti in preparazione della Firenze Marathon, seguite il profilo Corro Ergo Sum su Strava o Garmin Connect... #corriconme.