Nuovo lungo al Monza Challenge
Prima il dovere e poi il piacere. E' stato questo il leitmotiv dello scorso week-end, con il lungo di sabato mattina al Monza Challenge e lo spensierato divertimento di domenica alla Deejay Ten. Due appuntamenti che si sono incastrati alla perfezione per vivere un intero fine settimana correndo. E finalmente assaporando i percorsi reali del Parco di Monza in uno strano allenamento con il pettorale spillato.
Si, perchè erano ormai più di due anni che non riuscivo a partecipare all'evento-allenamento organizzato dal Monza Marathon Team al Parco di Monza. Un allenamento un po' diverso. Un allenamento da fare in compagnia, sui percorsi reali (3-5-10-21 Km) omologati dalla FIDAL, con un crono reale ed ufficiale registrato da MySdam. Chip e pettorale come in gara, ma più che mai una gara contro sé stessi. Un centinaio i presenti al chilometro zero poco prima della partenza che, come per ogni manifestazione che si rispetti, aveva tanto di gonfiabile e pacco gara per i partecipanti. E il vantaggio indiscusso dei ristori lungo tutti i percorsi.
Ciò di cui mi sono premurato di verificare è che le indicazioni dei percorsi fossero ben segnalate, viste le mie ultime disastrose esperienze all'interno del parco (qui il mio precedente allenamento e qui la sfortunata partecipazione alla We for Women Marathon). E meglio non sarebbe potuto andare, visto la recente sostituzione di colonnine e cartelli fissi nel parco con quelli nuovi e brillanti, e l'aggiunta per l'occasione di frecce segnaletiche nei punti più insidiosi. Un'organizzazione pressochè perfetta. Come poi è stato anche il mio allenamento.
La tebalella del prof. Massini prevedeva un nuovo lungo di 30 Km, primi dieci a ritmo lento (4' 30"), seconda parte a (ipotetico) ritmo maratona (4' 00"). Ho approfittato quindi della nuova formula del Challenge 10+21 per portare a casa l'allenamento previsto. Partenza con tutta la calma del caso. Al Monza Challenge, diversamente da quanto accade in gara, la partenza è libera. Nessuna ressa iniziale per conquistare la prima posizione, nessuna preoccupazione di essere troppo in ritardo. E qualche minuto dopo lo start ufficiale, dopo un ultimo piccolo ripasso veloce dei percorsi, ho preso il via in solitaria. Canotta e pantaloncini mi sono sembrati un po' leggeri all'inizio visti i 10°C del mattino col sole ancora basso, ma è bastata qualche decina di minuti per riportare il clima ad una situazione più che accettabile.
Il giro rosso da dieci chilometri lo potrei fare ad occhi chiusi ormai. Anche se solitamente lo inizio dalla parte opposta del parco per comodità di spostamento, conosco ogni curva alla perfezione. So dove si sale, dove si scende, dove si svolta, dove sono le fontanelle dell'acqua, dove spingere e dove rifiatare. Dove inizia lo sterrato, dove l'asfalto è più bello, dove bisogna prestare più attenzione. Questione di abitudine. La cosa strana, correndo il sabato mattina invece che la domenica, è stato trovare molta meno ressa lungo i viali alberati. Mantenere il passo a 4' 30" non è stato un grosso problema ed è stato divertente incrociare molti altri pettoralizzati intenti in altri percorsi. Ho sfruttato il lungo anche per testare le nuove calze compressive Full Socks V2.1 della Compressport appena prese. Come consigliato da medico, fisioterapista e massaggiatore, sempre meglio utilizzare quelli completi anche di piede. Visti i recenti problemi a polpaccio e tendine ho voluto giocare d'anticipo e l'esperimento sembra essere andato a buon fine. Dieci chilometri che sono passati tranquilli e indenni, con anche il saluto dello speaker al passaggio sotto il gonfiabile della partenza dopo poco più di 43' prima di iniziare la parte più impegnativa di allenamento seguendo il percorso verde.
Ben conoscendo la difficoltà di correre all'interno dei viali del Parco di Monza mantenendo un ritmo costante, ho deciso di non guardare più il cronometro e di proseguire esclusivamente a sensazione. Solo di tanto in tanto ho verificato di non essere troppo sotto il passo previsto, verificando incredibilmente che le accelerazioni e le decelerazioni dei intermedi controllati fossero esattamente gli stessi di quelli della settimana precedente. Cosa che mi ha confermato quanto siano insidiosi i continui sali-scendi tra i sentieri del parco e come, in certi punti, non serva verificare il passo di allenamento. Stryd sarebbe potuto essere d'aiuto e prova in questo frangente. Correre il giro da 21 Km partendo da un altro punto ha un po' variato la mia percezione dello sforzo, invertendo i tratti che solitamente per me sono all'inizio con quelli nel finale e viceversa. Nessun problema per la prima parte, ripassando sul rettilineo di partenza per sfilare poi attorno alla cascina San Fedele, toccare velocemente l'entrata dell'autodrono e correre lungo il rettilineo dell'ex-ippodromo Mirabello. Attraversamento di Viale Cavriga e ritorno seguendo il corso del Lambro. La fatica vera è iniziata negli ultimi dieci chilometri, dopo il passaggio sotto la vecchia parabolica del circuito e l'inoltrarsi tra autodromo e campo da golf. E finalmente ho anche capito dove, ogni volta, ho sempre sbagliato a seguire le indicazioni dei percorsi reali.
Il terreno è peggiorato sensibilmente, alternando asfalto scomposto e tratti di sterrato dissestato. Ricordi di qualche mese fa. Anche se poi in realtà il ritmo ne ha risentito molto meno rispetto ad altre zone del parco. Ma appena cambiata la direzione tutto è sembrato più sempliice, anche se i chilometri mancanti sono stati più di quanto il mio orientamente lasciasse percepire. Sono ridisceso verso Villasanta seguendo le mura aiutato anche del leggero dislivello negativo dell'ultima parte di percorso. Ritmo costante e gambe disposte ancora a soffrire. Sarà interessante scoprire nelle prossime domeniche quanto le sensazioni avute corrispondano realmente al vero. Ultimi cinque chilometri con buona dose di sterrato e ultima parte in leggera salita avvicinandosi alla Villa Reale. Non ho ancora ben capito per quale motivo gli ultimi chilometri del percorso da dieci e ventuno si dividano invece di proseguire uguali, evitando così di portare l'arrivo della mezza in fondo a Viale dei Tigli. Allenamento che per me è finito a quasi un chilometro di distanza oltre la linea di partenza, dopo 31 Km e 2h 12' 20" di corsa. Allenamento che mi è sembrato decisamente più "leggero" di quanto mi sarei aspettato. Il potere di un pettorale.