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Di due in due

Alla fine della prima settimana di ripartenza sono riuscito già ad arrivare a 14 Km. Nulla di eccezionale, lo so. Ma visto che tra dieci giorni dovrei iniziare la preparazione per la Milano Marathon non posso certo prendermela con troppa calma. Di due-chilometri in due-chilometri ho allungato di volta in volta la distanza aiutando le gambe a riprendere confidenza con l'asfalto. La cosa più positiva è che man mano che i chilometri sono aumentati e le gambe hanno cominciato a protestare, il fastidio addominale è leggermente diminuito. Questo mi fa ben sperare, anche se l'ultima parola non è ancora detta. Le torsioni laterali e i carichi non sono ancora concessi. Per le gambe tutt'altra storia. Quello che sta faticando più del dovuto in questo periodo sono i quadricipiti, che nella fase di corsa più lenta sono i muscoli che maggiormente supportano il carico. Ed avendo naturalmente perso un po' di tono dovuto al periodo di stop, me lo fanno presente. Ma so che presto tutto rientrerà nei normali parametri. Ho solo bisogno di chilometri per arrivare pronto a dieci settimane dal via.

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1, 2, 3... Prova

Ho trattenuto il respiro prima di compiere il primo passo. Troppa paura. Per tutto il giorno ad ogni movimento sulla sedia, ad ogni gradino salito o sceso, ad ogni minimo sentore non ho potuto fare a meno di prestare attenzione a cosa succedesse nella zona addominale. Paura di sentire una fitta. E paura di non sentirla. Paura che fosse solo la testa a influenzare le sensazioni. O paura di nascondere qualsiasi fastidio pur di essere convinto che tutto fosse passato. Non è semplice capire cosa sia reale e cosa no. Ma soprattutto essere sicuri di stare facendo la cosa giusta. Ma l'unica prova concreta sarebbe potuta essere solo correre. Sono tornato a casa e mi sono cambiato, con gli stessi vestiti tolti e lasciati sospesi nella borsa due settimane fa. Un click su cronometro e via.

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Cruralgia?

Nuovo episodio de alla ricerca del male. Ormai con tutte le ipotesi che abbiamo fatto (io e William), non lascio nulla di intentato. Non perchè sia disperato, alla fine è solo una settimana che non corro. Ma perchè prima riuscirò a scoprire cosa non va, prima sarà possibile trovare rimedio, prima potrò ritornare ad infilare le scarpe da running. Il riposo comunque sicuramente ha giovato diminuendo il fastidio che però non è scomparso. E le quasi certezze di prima si stanno trasformando in qualche dubbio. Per cui venerdì appuntamento per un'ecografia addominale di sicurezza. Non so se sia meglio scoprire qualcosa con quella o se forse sarebbe meglio avere un esito negativo.

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Mezza sul Brembo (Dalmine)

Ci sono sempre tanti modi per poter leggere una corsa. A volte univoci, altre volte contrapposti. O solamente differenti. Oggi non sapevo realmente cosa aspettarmi, ma non nascondo che un pensiero a qualcosa di molto buono ce lo avevo fatto. Soprattutto viste le premesse. Sia delle ultime settimane che prima. Sicuramente dopo i diecimila di San Donnino un po' di fiducia l'ho presa e soprattutto l'ho riversate negli allenamenti. E visto il punto di partenza dell'ultima mezza a Santa Barbara di due mesi fa, avrei potuto sperare in qualcosa di meglio. Ma invece di correre a Dalmine avrei forse dovuto provare nella vicina Ponte San Pietro. Magari un miracolo, come i suoi due colleghi, me lo avrebbe concesso.

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USA, Oregon, Portland, Nike

Martedì volerò a Portland, headquarter di Nike. L'inizio anno coincide sempre con il lancio dei nuovi prodotti e Runner's World Italia mi ha scelto come invi(t)ato all'evento. Non avrei potuto dire di no. Ci sono occasioni che vanno sempre prese al volo. Saranno giorni di full-immersion nel mondo del running mondiale, marchiati dallo Swoosh americano. Anche se in realtà poi non so cosa aspettarmi veramente. Ma so che sarà fantastico. Ci sarà da lavorare, ma allo stesso tempo sarà anche una fantastica vacanza. Saranno giornate lunghe e impegnative, ma saranno anche divertenti e diverse. Sarà sicuramente un'esperienza indimenticabile. Ci saranno nuove scarpe, maglie, divise e ogni sorta di accessorio da scoprire e provare. Ci sarà da correre soprattutto. Insieme e lungo le strade di Portland, che sia mattino, pomeriggio o sera. E poi sarà un'anteprima mondiale, da seguire interamente su Corro Ergo Sum e Runner's World. C'è chi dice che correre non fa bene... ma forse bisogna vedere come ognuno lo sa fare.

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In-seguendo la Maratonina del Collio

E' difficile raccontare una gara senza esserne dentro, senza averci lasciato energia e sudore, senza aver goduto di quanto potesse offire, senza averla vissuta ma solo vista passare. E' difficile anche trovarsi al via con piumino e macchina fotografica in mano, invece di appuntarsi le spille sul petto e preoccuparsi dei gradi che continuano a salire e l'aria che rimane ancora fresca. E' difficile stare a guardare l'emozione e la tensione che surriscaldano il pre-gara fino allo sparo dietro al gonfiabile della partenza. E' difficile non essere attratti dalle smorfie di sofferenza che cambiano da intermedio ad intermedio o non osservare con curiosità l'appoggio di chi corre veloce, il cambio di postura, le gambe che ogni volta macinano più chilometri. E' difficile non pensare "io forse sarei qui", "questo me lo potrei mangiare", "ma corro davvero così piano?". E' la vita del maratoneta che guarda. Che pensa. Che sogna. Che spera la prossima volta anche solo di esserci dentro.

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Maratona si. Maratona no.

E' domenica mattina e invece di essere di corsa da qualche parte a consumare energie e scarpe sto scrivendo al pc. C'è qualcosa che non va. Non è la voglia quella che manca. Non sono gli stimoli. Non è il tempo. Ma la fiducia nel recupero-breve che avevo nei giorni scorsi se ne è andata. Venerdì sera ho provato ad uscire per un lento dopo quasi tre giorni di riposo, ma dopo cinquecento metri mi sono nuovamente dovuto fermare. Il solito fastidio all'addominale/psoas è aumentato poco a poco col passare dei metri e mi è sembrato stupido continuare per dieci chilometri e reinfiammare nuovamente tutto. Col rischio, tra l'altro, di trovarmi a metà strada e non riuscire più a correre per ritornare indietro. Per cui semplicemente ho invertito la rotta e piano piano sono rientrato verso casa.

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Ripetute 8x500 1' 45" rec. 1'

Ho sempre sostenuto che il miglior modo per combattere l'influenza sia quella di uscire a correre. O tutto passa o veramente l'influenza esplode. Evidentemente il mio è solo un raffreddore perchè altrimenti stamattina le ripetute non sarei riuscite a portarle a termine. Ma sono contento di averci provato suprattutto per il fatto che l'imbambolamento generale sembra essere stato smaltito. Narici libere e aria nei polmoni. Secondo il mio modesto parere è un ottimo metodo per guarire prima, che si peggiori oppure no. E considerando anche i pesantissimi dieci chilometri di lento fatti ieri dopo i fasti dell'ultimo dell'anno non posso certo dire il 2015 sia iniziato tranquillo. Fatica. Ma quanto mai voluta.

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Alti & Bassi

Il post-corsa nella giornata di ieri è stato tutt'altro che indolore. Ma è forse stato il continuo su-e-giù emotivo a creare la preoccupazione maggiore. Non è semplice gestire una situazione sul filo del rasoio. L'incertezza. Sono stato previdente e diligente nel fermarmi per due settimane e far rientrare l'allarme-addominale, ma allo stesso tempo adesso non so bene come comportarmi dato che i segnali non sono al cento per cento positivi. E se da una parte i muscoli raffreddandosi e facendo passare qualche ora dall'ultimo allenamento sono ritornati a farsi risentire, dall'altra la fiducia di William e di Fulvio mi ha reso un po' instabile ma anche positivo. Un tira e molla degno del miglior fartlek. Non mi resta quindi che monitorare la situazione e capire come andrà a finire. L'unica certezza è che sono agli sgoccioli, il tempo sta per finire.

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Eco...

Eco come eco-trail, corse immerse nella natura che al momento mi mancano almeno quanto quelle su strada. Eco come eco-grafia, esame che aspettavo di fare per capire cosa mi stesse costringendo al nuovo stop forzato da ormai troppi giorni. Eco come eco-logico, non nel senso di "scienza che studia l'ambiente", ma come risultato-logico della diagnosi. Ancora riposo. Eco come (poco) eco-nomico, il costo assurdo che hanno gli esami medici anche quando (per fortuna o purtroppo) sono superflui. Eco come l'eco, il continuo risuonare dentro alla testa del mantra del buon corridore: devi guarire prima di correre, devi guarire prima di correre...

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Entesite e Psoas

Non proprio tutto va come dovrebbe. La Mezza sul Brembo dell'altro giorno ha lasciato qualche strascico. O meglio ha risvegliato incubi che speravo fossero passati. Ieri ho provato ad uscire per il lento di scarico in programma, ma dopo cento metri mi sono fermato e sono ritornato negli spogliatoi. Il dolore/fastidio che avevo dal dopo-gara si è trasformato in smetti-di-correre-subito non appena ho iniziato. Una fitta pungente nella zona dell'anca destra e fastidio persistente alla bandelletta interna del ginocchio sinistro. Momento peggiore non poteva esserci. Anche se poi è sempre il momento peggiore.

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Corse 2014: 2611 Km

E con il lento di questa mattina finisce anche questa annata podistica. Un anno strano. Iniziato nel peggiore dei modi, con il riposo forzato e una lunga lenta ripresa. Ma anche denso di tanti bei momenti. Un anno programmato in partenza per essere un transito verso traguardi più importanti a lunga scadenza. E poco alla volta i risultati si sono visti, i giorni si stanno già facendo più corti, le motivazioni sempre più intense. Un anno costellato anche di momenti extra-sportivi che hanno cambiato la nostra vita. Tappe che rimarranno intrappolate tra i chilometri e il sudore. 2611 Km totali, chilometro più chilometro meno. Considerando che non c'è stata una maratona, pochissime gare oltre i ventuno della mezza, un mese abbondante tra infortunio e ripresa e una dovuta pausa autunno-matrimoniale, un buon bottino. Ma soprattutto un anno vissuto intensamente, col sorriso, con la voglia, con la determinazione. Dodici mesi che saranno il trampolino di lancio per quelli a venire. Ancora una volta oggi finisce. Ma domani è già un altro nuovo inizio.

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