1, 2, 3... Prova
Ho trattenuto il respiro prima di compiere il primo passo. Troppa paura. Per tutto il giorno ad ogni movimento sulla sedia, ad ogni gradino salito o sceso, ad ogni minimo sentore non ho potuto fare a meno di prestare attenzione a cosa succedesse nella zona addominale. Paura di sentire una fitta. E paura di non sentirla. Paura che fosse solo la testa a influenzare le sensazioni. O paura di nascondere qualsiasi fastidio pur di essere convinto che tutto fosse passato. Non è semplice capire cosa sia reale e cosa no. Ma soprattutto essere sicuri di stare facendo la cosa giusta. Ma l'unica prova concreta sarebbe potuta essere solo correre. Sono tornato a casa e mi sono cambiato, con gli stessi vestiti tolti e lasciati sospesi nella borsa due settimane fa. Un click su cronometro e via.
Non nascondo che i primi metri siano stati i più difficili, quando anche la coordinazione dei movimenti più semplici mi è sembrata esser persa. Ma la non-sensazione di fastidio è quella che ha fatto ritornare tutto alla normalità nell'arco di cento metri. Le scarpe mi sono sembrate più comode che mai, l'aria con i suoi 4°C più calda, le gambe allenate. Ho cercato di correre in maniera più naturale possibile ma più di una volta mi sono accorto di essere attento a mille fattori ed a non lasciarmi trasportare dal ritmo. Un secondo prima sembrava che tutto fosse a posto, un secondo dopo la sensazione di malessere. Un minuto prima ho tenuto il passo regolare, un minuto dopo mi son trovato scoordinato. Ma la realtà ancora non so quale sia stata. Una cosa è certa, gli 8 Km di prova li ho corsi tutti e di dolore non ne ho avuto, nè durante nè dopo. Ma preventivamente, questa sera, qualche impacco col ghiaccio l'ho comunque fatto. Già essere tornato finalmente a correre è stato un sollievo. Spero solo di non ripeggiorare col passare del giorni e con l'intensificarsi degli allenamenti.
E' sempre bella la prima uscita dopo uno stop forzato. Magari un po' più faticosa di quel che dovrebbe essere in realtà, ma liberatoria. Vera. Perchè si gode del solo farlo. Del solo esserlo. E' in questi momenti che si riscopre il vero valore anche di solo 34' 41" di svago, di sfogo. Mi sono semplicemente sentito bene. Giusto nel modo giusto. Nonostante fosse tardi, buio e freddo è sembrato che non ci potesse essere nulla di più piacevole. E anche la fatica per la disabitudine degli ultimi minuti è sembrata un regalo. Vorrei solo che col passare dei giorni anche gli ultimi allarmi passassero, lasciati piano piano lungo l'asfalto. Dopotutto avrei una maratona da preparare. Sempre che non sia già troppo tardi.