Periodo difficile. Non immaginavo certo così gli ultimi giorni prima della prova del nove del dopo (ultimo) infortunio. Speravo di poterci arrivare con calma, dosando e forse, concentrandomi sugli allenamenti più difficili. E invece non ho quasi nemmeno il tempo di scrivere. Non mi sono fermato. Sto cercando solo di sopravvivere tra un impegno e l'altro.

Tutto in una notte. O quasi. Domani inizierà il tour de force che farà turbinare velocemente questo week-end, più che mai dedicato al running. Un viaggio nel viaggio, ma questa volta senza le scarpe da corsa ai piedi. Tre maratone in poche ore. Cose che solo un anno fa non avrei nemmeno potuto immaginare. Ma se hai corso una maratona allora tutto è possibile. 

Week-end in terra goriziana insieme alle sorelle Moras. Due-giorni impegnativa, con due allenamenti diversi tra di loro, ma tutti in ottica Conero Running. Ultimo lungo in veste di pacer per Chiara, tra le strade della sua amata bisiacaria sabato mattina. Mentre trail sprint sulle colline del Carso domenica insieme a Silvia in tenuta da Corro Ergo Sum Runners. 

Le giornate perfette esistono. E oggi non credo avremmo potuto passare una mattinata migliore di quella condivisa sulla pista dell'Arena Civica di Milano con Massimo Ambrosini. Terzo appuntamento con gli allenamenti in preparazione della Wings for Life World Run del prossimo 7 maggio e ancora una volta operazione ben riuscita. Questa volta con lavori specifici sulle ripetute brevi per aumentare la potenza aerobica. 

Dopo un allenamento così non si può che essere in pace con il mondo. Ci si può sedere e guardarlo, dopo averlo fatto girare. Per riprendere fiato. Per riprendere coscienza. La corsa è una delle poche cose veramente democratiche che esistano. Puoi essere forte, veloce, debole, principiante, esperto. Ma quando ti alleni con costanza, impegno, determinazione, i risultati non possono non arrivare. Io a tutti gli altri lascio le parole. 

Dopo le ripetute lunghe di venerdì scorso, il progressivo di domenica pomeriggio e le ripetute brevi di questa mattina, inframmezzate da un giorno di riposo e un lento, il fisico ora sta chiedendo un po' di recupero. E' normale e lo avevo anche previsto nella mia tabella personale in preparazione della Conero Running. In vista soprattutto del lungo week-end bi-maratona tra Milano e Roma.

Con l'avvicinamento alla Conero Running ho iniziato anche a variare i lavori sulle ripetute più brevi. Dopo le settimane passate ad alternare il fratello sui duecento metri da qui al 23 aprile le variazioni saranno invece fatte su 300, 400 e 500 m. Sempre velocità, ma con un occhio anche all'aumento della resistenza. Non sembra, ma ventuno chilometri sono lunghi.

Sport, amicizia e charity è il karma del Monza Marathon Team (società organizzatrice della manifestazione) ma rappresenta in pieno lo spirito di un'ecotrail che non ha eguali. E' la Monza-Montevecchia, gara a cronometro ed a coppie che per la sesta volta partirà dalla Villa Reale di Monza per raggiungere il Santuario di Montevecchia. Una corsa che ho nel cuore dalla prima volta che l'ho corsa.

Una maratona. La mia maratona. Quarantadue chilometri che cambiano prospettiva a seconda di dove li si guarda, dentro o fuori le transenne. Ma resta sempre qualcosa di magico. Un legame che con la Milano Marathon per me resterà sempre indissolubile. Un'edizione da record. La maratona italiana più veloce di sempre. Ma anche le défaillance di Chiara. E i successi dei Corro Ergo Sum Runners.

Settimana ricca di impegni lavorativi, con l'(intelligente) accavallarsi della Milano Marathon e della Maratona di Roma. Ho dovuto necessariamente rubare tempo agli articoli su Corro Ergo Sum per portare a termine tutto, ma non ho voluto rinunciare (anche se stanco e con poche ore di sonno) agli allenamenti quotidiani. E venerdì è stato giorno di ripetute. 

Dato che Chiara avrebbe dovuto correre il suo lunghissimo in vista della Milano Marathon, ne ho approfittato per stare con Tommaso e rispolverare il passeggino Thule Glide in gara dopo il letargo invernale. E l'ennesima giornata primaverile ci ha fatto scoprire le strade della Scarpa d'Oro di Vigevano risalendo le fila dalle ultime posizioni. L'ennesima prova inaspettata.

Dopo la due-giorni londinese con Asics per provare a volare, questa mattina le gambe mi sono sembrate due pezzi di legno. Molli, deboli, con i flessori fin troppo tirati. Stanchezza accumulata in un'andata e un ritorno così veloci e un po' probabilmente anche a causa del volo, decisamente un non-amico delle gambe del runner. Ma una volta entrato in pista ho acceso i motori ed ho riprovato nuovamente a decollare.