Ripetute 9x1000 3' 28" rec. 3'
Dopo un allenamento così non si può che essere in pace con il mondo. Ci si può sedere e guardarlo, dopo averlo fatto girare. Per riprendere fiato. Per riprendere coscienza. La corsa è una delle poche cose veramente democratiche che esistano. Puoi essere forte, veloce, debole, principiante, esperto. Ma quando ti alleni con costanza, impegno, determinazione, i risultati non possono non arrivare. Io a tutti gli altri lascio le parole.
Solo guardando lo schermo del Garmin Forerunner 235 a fine allenamento ho capito perché fossi davvero stanco. Distrutto. Solo scorrendo i lap dell'allenamento appena finito, mi sono reso conto che il mal di gambe, la stanchezza, la pesantezza avevano ragione d'essere. Mi sono chiesto più di una volta se stessi facendo bene o male durante le serie. Ho sperato nella prima, ho avuto paura della seconda. Ma non ho voluto appositamente mai guardare il display del GPS per non lasciarmi condizionare. Se avessi letto 3' 23" avrei sicuramente rallentato per paura di non farcela. E invece basarsi sulle proprie sensazioni, ascoltare gambe e testa, dosarsi in base alle energie residue, alla distanza che manca, è la strada che mi sta dando quel salto di qualità che cercavo da tempo. Non è facile, non è immediata, ma è la scelta che ho fatto. E che farò anche in gara.
Ultimamente sto provando a correre gli allenamenti di qualità scegliendo in maniera puntigliosa anche l'abbigliamento. Non so quanto incida, ma mi sono sentito a mio agio. Fosse anche solo per la fiducia data dall'aspetto. Maglia, boxer e calze BV Sport, ciclisti X-Bionic, scarpe Asics Noosa FF, occhiali Adidas Sport Eyewear. Più veloce della luce. Ed è così che mi sono sentito. Mentre mi piace essere comodo durante i lenti e lo scarico, preferisco l'abbigliamento compressivo per andare più veloce. Non sono in grado di valutare realmente i benefici, ma se devo basarmi sul cronometro, i risultati ci sono stati.
Come nelle scorse settimane ho cercato di non partire troppo oltre le mie reali possibilità. Anche perché di settimana in settimana i chilometri di ripetuta si stanno incrementando. Ma evidentemente non mi sono contenuto abbastanza. Nonostante il crono oltre ogni più rosea aspettativa (3' 23" e 3' 25") la prima e la seconda serie sono passate quasi indolori. Forse la cosa che mi ha lasciato più stupita di tutte è il livello del cardio, con FC Max mai oltre i 174 bpm (inizialmente addirittura a 167 bpm). Fase di recupero quasi indolore nella prima parte, fin quando la stanchezza non è davvero fuoriuscita. Ma stanchezza non dovuta sicuramente al recupero cardio. Guardando il grafico è impressionante vedere come in tutte le fasi di tre minuti tra una serie e la successiva il cuore sia ritornato a livello normale (intorno ai 133 bpm). Fattore molto importante perché garantisce la possibilità di recuperare immediatamente e resistere più a lungo quando la gara lo chiederà. Il ritmo è però andato scemando poco alla volta. Per fortuna, oserei dire. 3' 27", 3' 24", 3' 29", 3' 27", 3' 30". Altalena dovuta anche in parte sicuramente al percorso, in base a dove di volta in volta ho iniziato la fase successiva.
La cosa folle è che durante le serie mi sono preoccupato sperando che il crono non salisse troppo. La sensazione è stata sempre quella di essere al massimo, ma anche di non avere un giro di gambe all'altezza delle passate settimane. Ho supplicato di non essere mai oltre i 3' 45", ma evidentemente le mie sensazioni erano completamente sbagliate. Forse la voglia di rivincita di questi giorni ha dato anche quella spinta in più che mi è servita. Assistere alla Milano Marathon senza esserne parte viva è stata dura. Forse ho voluto dimostrare che ci sarei potuto essere, magari con ottimi risultati. Ma anche la voglia di far vedere di che pasta sono fatto. Si cade, si sbaglia, ci si ferma. Ma poi ci si deve rialzare sempre e più forti di prima. Di sicuro ho imparato a farlo con la calma che serve per non ricadere poi sempre negli stessi errori. E un po' sicuramente per far vedere cosa sia davvero vivere di running. Non siamo soubrette. Almeno io. La legge è, e deve essere, quella della strada. A parlare son bravi tutti. Ma alle parole bisogna anche far seguire i fatti.
Poi, come ogni settimana, sono arrivate le ultime due serie e la fatica è aumentata. Anche se il giro di boa ha dato una grossa mano mentalmente per resistere fino alla fine, gli ultimi due mille li ho pagati. Non tanto come impegno, quanto in velocità. E fatica. Ma sempre comunque ben al di sotto di quello che mi sarei aspettato e prospettato inizialmente. Un 3' 34" e un 3' 32" che hanno reso un buon allenamento uno forse dei migliori mai fatti. Non ho fretta di scendere in campo. Ho voglia di farlo e di stupire prima di tutti me stesso. Ma lo voglio anche fare con la calma e la serenità che ho avuto fino ad ora. Per guardarmi alle spalle e dirmi... adesso prova a prendermi.