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Compex Runner, basta scuse

Da quando ho ripreso ad allenarmi regolarmente nel dopo infortunio dello scorso autunno, uno dei punti chiave che mi ero ripromesso di seguire scrupolosamente erano allenamenti quotidiani di core stability e rafforzamento, sia delle gambe che di tutti quei muscoli meno utilizzati in corsa. Fatto qualche volta, ma non come mi ero prefissato. Allora, in aiuto, è arrivato Compex Runner.

L'elettrostimolatore, il Compex, l'ho visto, conosciuto e provato anni fa quando gli amici frequentavano le palestre (cosa che io non ho mai fatto). Non l'avevo mai usato in modo professionale. Al limite avevo semplicemente fatto qualche sfida di resistenza in compagnia per vedere chi si sarebbe staccato più tardi dall'elettrodo all'aumentare della carica. Cose da ragazzi. Da allora ne avevo poi perso traccia, riscoprendolo qualche mese fa per puro caso. Ed allora, parlando con chi di elettrostimolazione ne capisce, mi sono incuriosito e l'ho provato. Male, comunque, non avrebbe potuto fare. 

L'elettrostimolazione

Ma come funziona l'elettrostimolazione? E' molto semplice. L'elettrostimolatore non fa altro che sostituirsi al cervello e ad inviare impulsi elettrici a gruppi mirati di muscoli (quelli su cui sono posizionati gli elettrodi) producendo la contrazione ed il movimento (involontario) delle fibre. In pratica, invece di essere noi a decidere di muovere ripetutamente un muscolo (ad esempio a contrarre la gamba per correre) è la macchina a farlo, ma in maniera molto più selettiva. Infatti, mentre noi per muovere una gamba andiamo comunque a coinvolgere più fasci e gruppi muscolari, l'elettrostimolatore è in grado di far reagire solo ed esclusivamente quelli su cui poggiano gli elettrodi. Vantaggi e svantaggi. Ma questo permette ad esempio di intervenire esclusivamente su una parte del nostro corpo che ha necessità di essere rinforzata o che deve recuperare dopo uno sforzo intenso. 

Come i cronometri da polso sono diventati GPS e poi cardiofrquenzimetri, anche gli elettrostimolatori dai primi degli anni settanta ad oggi si sono differenziati ed evoluti. Da più semplici e a buon mercato, a quelli dedicati a particolari applicazioni e di costo più elevato. Compex Runner sta nel mezzo e presenta una serie di programmi specifici pensati esclusivamente (come dice il nome stesso) per chi corre.

Compex Runner

Come faccio solitamente con tutto ciò che provo per la prima volta, ho iniziato a giocare con il Compex Runner senza farmi spiegare nulla in anticipo. Ho (chiaramente) letto le istruzioni, studiato i menu, analizzato le varie applicazioni, cercando di capire quale potesse essere l'uso più corretto da affiancare alla mia preparazione. Erano le settimane che precedevano la Conero Running, e la prima attenzione è stata proprio quella di cercare di non andare a rovinare quel che di buono avevo già fatto fino a quel momento. 

Compex Runner permette di sfruttare quattro diverse tipologie di lavori: la prevenzione di infortuni, la loro cura (antalgico), il rafforzamento (preparazione) e il recupero. La prevenzione degli infortuni prevede tre tipologie di lavori possibili: per irrobustire la caviglia, per combattere i crampi e per prevenire la lombalgia. L'antalgico ha programmi preimpostati per combattere (a posteriori) tendinite acuta, tendinite cronica, lombalgia, distorsione alla caviglia, contratture. Il programma di preparazione è chiaramente quello più evoluto e prevede lavori di resistenza aerobica, forza, forza specifica per il trail, rafforzamento del busto, ottimizzazione per la corsa sulla lunga distanza, sovracompensazione e fartlek. Infine, il recupero, che può essere fatto in modo attivo, dopo uno sforzo intenso o solo per ridurre gli indolenzimenti dell'allenamento.

Chiariamo subito tutti i dubbi. Non si può pensare di preparare una maratona, o anche semplicemente una dieci chilometri, solo con lavori fatti con l'elettrostimolazione. Compex Runner è solo uno strumento da affiancare ad una preparazione mirata per compensare mancanze specifiche dell'allenamento e per prevenire o risolvere problemi causati dal carico di lavoro. L'attività fisica non può essere sostituita da una macchina che fatica al nostro posto. Non ci sarebbe nemmeno gusto. Quello a cui un elettrostimolatore può servire veramente è invece, colmare le lacune che gli allenamenti quotidiani non riescono a completare. Lavori specifici di rafforzamento alle gambe, il ripristino del tono muscolare dopo un infortunio, lo scarico delle tossine dopo le lunghe uscite di preparazione alla maratona. In più, un uso costante dell'elettrostimolazione può funzionare anche come una sorta di allenamento per l'apparato neuromuscolare (non solo per i muscoli quindi), che facilita successivamente la costante comunicazione tra muscolo e cervello. Io l'ho usato così.


Compex Runner (1) e posizionamento degli elettrodi per il potenziamento di addominali (2) e gambe (3 e 4).

Potenziamento

Avendo paura di ricadute dei miei soliti problemi e non volendo rovinare (improvvisando) i risultati che stavano migliorando poco alla volta prima dell'appuntamento con la mezza maratona, ho iniziato a sfruttare le caratteristiche di Compex Runner per andare ad intervenire su ciò che avrei voluto allenare ma che in realtà non stavo invece facendo. Essendo molto saltuarie le sedute di core stability e rafforzamento che mi ero prefissato di fare da inizio anno, ho pensato bene di sfruttarlo per compensare la mia mancanza. Il lavoro principale l'ho fatto sugli addominali, zona importante per ogni runner, ma soprattutto per me, vista la mia propensione ad avere anche abituali fastidi alla zona lombare. Il bello è stato non avere più scuse. Nessun momento rubato a famiglia, lavoro, relax o allenamento. Alla sera, che stessi lavorando alla scrivania o che fossi sul seduto sul divano davanti alla televisione, ho semplicemente collegato gli elettrodi alla zona addominale, mi sono messo nella corretta posizione ed ho fatto partire il programma, stando solamente attento alla giusta taratura del carico. 

Come per qualsiasi tipologia di allenamento è sempre bene partire con dosi leggere e aumentare gradualmente. Lo stesso vale anche nell'elettrostimolazione. Valutare le sensazioni, verificare il giusto funzionamento. E giorno dopo giorno i risultati li ho potuti apprezzare. Probabilmente, invece di collegare gli elettrodi, mi sarei potuto dedicare una ventina di minuti all'esercizio vero e proprio. I risultati sarebbero stati sicuramente più veloci. Ma mentalmente non essere obbligato ha avuto buone ripercussioni su tutto il resto. Anche un carico minore e uno sforzo nullo per la schiena che ne ha solo beneficiato. Ho provato anche qualche altro programma, come il recupero per i quadricipiti e per i flessori dopo gli allenamenti più pesanti o più lunghi, o l'antalgico (sulla caviglia) dopo una piccola storta presa camminando sul marciapiede. Non posso però dire di averne sentito i benefici in modo così eclatante come invece per il rinforzo della parte addominale, dove sicuramente ho avuto più costanza e dedizione. 

Compex Runner, come qualsiasi altro modello di elettrostimolatore, non è un giocattolo (il costo attuale è di 359,00 €). E non è nemmeno una macchina magica che ti fa diventare un super-atleta. E' uno strumento interessante che deve essere utilizzato nella maniera corretta per cercare di raggiungere degli obiettivi prefissati. Ma anche per non incorrere in fastidiosi (e pericolosi) infortuni dovuti ad un utilizzo sbagliato. Il corretto posizionamento degli elettrodi, la giusta taratura delle sessioni, l'esatta applicazione da affiancare all'attività fisica quotidiana, non sono fattori da prendere alla leggera. Il prossimo passo sarà affiancarlo costantemente ad una vera preparazione. Ma per questo c'è ancora tempo.