Altro che rivincita
Doveva essere il week-end del riscatto, della corsa senza scuse. Anche l'ultima di gara, sotto un certo aspetto (non vi anticipo niente). E una nuova corsa con un Amico col quale non uscivo a correre da tempo. Dopo la debacle di Verona avevo subito cercato l'occasione per rifarmi, per riprovarci, per ritrovare la motivazione. E invece è stato un buco nell'acqua. Non dal punto di vista sportivo, quanto da quello salutare. Un'influenza traditrice che mi ha fatto rinchiudere in casa per tre giorni. Un'influenza a staffetta, visto che il testimone me lo ha passato Chiara dopo che per la prima parte di settimana era stata lei a subirne le conseguenze. E pensare che un anno fa correvo proprio ieri la mia ultima maratona.
Sarà l'età. Ma ogni tanto uno stop, seppur piccolo, arriva. Un anno senza i quarantaduechilometri in effetti è tanto. E mi mancano. Ma è un sacrificio che ho voluto fare per migliorare. Spero solo che tutto questo tempo, e quello che ancora manca alla partenza, servirà a qualcosa. In settimana dovrei anche vedermi con Fulvio porprio per parlare di questo, mesi a venire e un'analisi di quanto fatto fino ad ora. Le prossime settimane non saranno propedeutiche ad un aumento di prestazione, ma spero che rinfrancheranno fisico e testa. E poi c'è la Santa Barbara Half Marathon che ci aspetta. Chissà che il sogno americano non possa trasformarsi in realtà. Come al solito tante cose che bollono in pentola, ma al momento la cosa più importante è riprendersi. E oggi però sembra che la giornata non sia ancora quella giusta.