Parabiago Run (Parabiago) [A2]
La mia scommessa l'ho vinta. Ma non pensavo anche di poter sbancare il piatto. Euforia, ottimismo, voglia di fare. Ma probabilmente è abbastanza sentire che le gambe vanno per lasciare che siano loro a fare la strada. Non indossavo un pettorale chippato da tre mesi e mezzo. E la mancanza l'ho sentita. Riassaporare le gare accompagnando qualcuno non ha lo stesso sapore del proprio sudore. L'emozione mista al timore del pre-gara, il dosaggio delle forze e il confronto con lo stato di forma nella-gara, l'allungo finale con le gambe che ne hanno ancora. Piccoli momenti che sono il succo stesso della corsa. Da prendere a piccole dosi, da assoporare quasi fermando il tempo. E poi quando tutto va per il verso giusto tutto sembra più facile. E invece ci sono stati giorni tristi (sportivamente parlando) prima di arrivare ad oggi. Oggi che poi è solo un buon inizio.
Si ringraziano AndòCorri e Antonelli Foto per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.
Il polpaccio sinistro stasera un po' pulsa. Un leggero fastidio, come quello avuto in questi ultimi giorni. Ma niente di tutto questo stamattina in gara. Gambe che sembravano nuove. Anche la sveglia presto ha avuto un altro sapore. E, quando una volta in macchina, ho visto il cielo aprirsi, ho capito che sarebbe potuta essere una buona giornata. Primo test dell'anno dopo l'infortunio. In queste settimane ho solo pensato a lavorare bene e secondo i dettami del prof. Massini. Io seguo sempre tutto alla lettera, fidandomi ciecamente, cercando solo di capire quello che sto facendo. Per imparare. Per sapere dove e come arrivare. La zona di Parabiago è per me praticamente sconosciuta e mi ha fatto particolarmente piacere incontrare un po' di facce conosciute: Pier, Davide, Chiara, Lorenzo, Antonio, Mauro. Come ritrovarsi con gli amici delle vacanze un anno dopo. Amici fino allo sparo. Poi si diventa runners.
L'organizzazione del Betti's Group Run di Parabiago è stata impeccabile. Ottima ubicazione al centro sportivo del rugby. Ottimo percorso, praticamente pianeggiante, con poche curve e ben corribili. Ottima organizzazione pre-e-post gara. Ottimo meteo, anche se non dipendeva da loro. Se devo trovare una piccola nota stonata, è solo nell'unico tratto sterrato che in condizioni di bel tempo non avrebbe arrecato danno, ma che dopo giorni di pioggia ha reso quei 400 m un po' troppo estremi per una corsa su strada. Prima del via non c'è stato modo di infilare tutti i concorrenti sotto il gonfiabile della partenza, per cui lo sparo ci ha preso un po' alla sprovvista. Fulvio mi ha consigliato di partire sui 3' 55" e la mia più grande scommessa è stata quella di riuscire anche solo a rimanere sotto i 4'. Ho provato a non farmi trascinare troppo dalla foga del primo chilometro, ma comunque il ritmo è stato un po' troppo alto, 3' 41". Piccolo slalom tra le vie residenziali per raggiungere il Parco del Roccolo e trovare subito il tratto peggiore di gara: fango, pozzanghere e terra molliccia. Poco prima Lorenzo aveva pensato bene di fermarsi già ad allacciarsi la stringa della scrpa sinistra che lo ha tradito subito dopo la partenza. E dal secondo chilometro siamo praticamente rimasti sempre insieme. Non conoscendo il percorso due giri da 5 Km non sono una brutta cosa. Studio nel primo giro e ripetizione nel secondo. Sono stato attento ai passaggi, alle curve, al posizionamento degli intermedi e ho cominciato il mio count-down personale. Ho cercato di avvicinarmi al ritrmo consigliato, ma lasciando correre le gambe e la prima frazione è passata indenne. La maglia gialla di Lello è sempre rimasta poco più avanti. Ma non ho pensato mai di fare gara su nessuno. Ho pensato solo a correre, al mio obiettivo e all'unico avversario che oggi avrei dovuto battere: me. Le gare, quelle agonistiche, quelle per una posizione in più, arriveranno più avanti. Ho sentito il respiro affannato della prima donna raggiungermi a metà giro e superarmi, ma non ha mai allungato più di dieci metri. E dopo il secondo giro nel fango ho iniziato ad avvicinarmi a mia volta. A tre chilometri dall'arrivo le gambe stavano bene, il fiato c'era ed ho cominciato a scalare qualche posizione dando un po' più di ritmo alla corsa. Qualcuno ha provato a resistere, qualcuno ad accodarsi, ma non ho mollato un metro. Le Nike Lunaracer hanno volato sull'asfalto, come fossero una seconda pelle (e in effetti forse devo considerare un mezzo numero in più rispetto al solito, nda). All'ottavo chilometro ho allungato ancora accorgendomi solo allo scoccare dell'ultimo di essere ben oltre quanto mi aspettassi, 3' 45". Non mi è rimasto altro quindi che mantenere il ritmo fino all'arrivo, senza nessuno sprint o forzatura. Non erano i secondi oggi quelli che contavano. Il giro di pista finale ha sempre il suo fascino e soprattutto è manna per le gambe dopo 10 Km seppur asfaltati. E senza accorgemene ho tagliato il traguardo insieme a Lello, 38' 46" (3' 50" di media). Chiara era anche lei dietro di poco, solo due minuti esatti. E visto il primo posto di categoria di ieri, il secondo di oggi è stato un altro ottimo risultato.
Ho fatto quello che dovevo. Forse anche un po' di più. E un po' di rammarico c'è per le settimane in cui non ho potuto allenarmi. Ma (c'è sempre un ma) forse la rincorsa di quel risultato che spero arriverà non sarebbe stata così emozionante. Adesso ci credo un po' di più. Adesso è il momento di non mollare. Adesso è ora di ricominciare una nuova nuova settimana di corsa.