Run for Parkinson (Voghera) [A2]
Oggi sono felice. Quando scopri che tutti gli sforzi e i sacrifici (sportivi) che hai fatto vengono ripagati, non si può che essere felici. Gli imprevisti ci possono essere, ma non possono durare per sempre. E quando lavori, quando ci credi, quando vuoi raggiungere gli obiettivi se non è oggi sarà domani, ma la vittoria prima o poi arriva. Oltretutto nella distanza in cui non sono quasi mai riuscito a farmi trovare pronto. Una distanza che non ho nemmeno mai preparato. Una corsa nata quasi per caso. Non sapevo e mai avrei immaginato che potesse andare così bene. Solo una settimana fa facevo ancora fatica a reggermi in piedi quasi. Adesso so dove posso andare.
Run for Parkinson, Voghera (PV).
La giornata in realtà non si prospettava delle migliori. Week-end di pioggia intensa. Io sono anche quasi a favore del brutto tempo quando si fanno le gare, ma la quantità di acqua che cadeva quando ci siamo alzati, due ore e mezza prima della partenza, era veramente troppa. Ma, credendo e confidando nelle previsioni, la tanto agognata finestra di pausa-pioggia si è davvero manifestata. Temperatura ideale sui 12°C, niente pioggia e terreno bagnato. Pane per i miei denti. Appena arrivati ci accoglie Massimo, amico dell'Atletica Iriense, che ci ha invitati alla manifestazione. Run for Parkinson, potevamo dirgli di no? Un saluto veloce ad Eva ed Anna e poi io e Chiara ci riscaldiamo. Sulla riga di partenza, cerchiamo di riconoscere subito gli avversari di giornata. Come su tutti i campi di gara odierni, prima del via il nostro pensiero va a Boston per un minuto. Silenzio. Sparo. Secondo logica dovrei trattenermi. Secondo logica dovrei capire bene come sto. Secondo logica dovrei fare quello che mi ha consigliato il mio allenatore. Peccato che una volta iniziato a correre la logica non serve, serve solo far girare le gambe. Mi piazzo subito dietro ai primi. Partenza leggermente in salita. Le gambe viaggiano bene e il ritmo non mi sembra nemmeno troppo alto. Guardo l'unico ragazzo tunisino-egiziano davanti a me e non mi sembra si sforzi molto. Rimango attaccato e aspetto di verificare il passaggio al primo intermedio. Nonostante il percorso sia stato misurato FIDAL mi accorgo che i chilometri ufficiali sono un po' più corti: 2' 48" ai primi 1000 m, forse sono un po' troppo anche per le previsioni più rosee. Ma al primo biip del mio gps mi accorgo comunque di essere un po' troppo forte, 3' 25". Rallento subito il passo, memore della partenza a razzo di un anno fa a Monza che mi ha tagliato le gambe nel secondo giro del percorso. La gara prevede due giri poco più corti di cinque chilometri, per un totale (registrato dal Garmin) di 9,4 Km. Direi buona l'organizzazione: percorso totalmente in centro città, qualche inevitabile curva, ma anche parecchi tratti di rettilineo e passaggio per i principali luoghi caratteristici. Al secondo chilometro (3' 40") conto quelli davanti a me, che sono diventati una decina ed hanno preso qualche metro di vantaggio. Cerco di controllare il passo e non strafare, nel caso per recuperare terreno c'è tutta la seconda parte. Zigzaghiamo tra le vie, passando dall'asfalto ai sampietrini del centro resi scivolosi dalla pioggia. Poco traffico ma anche poco pubblico data l'ora mattiniera. Controllo la parte centrale della gara non superando mai i 3' 50" nonostante qualche piccolo tratto di falsopiano in salita. Le posizioni rimangono invariate e aspetto che qualcuno davanti a me cominci a perdere i colpi. Rimango fiducioso. Sento le gambe reagire bene, non mi sento appesantito, non ho il fiatone. I risultati delle ripetute si vedono, li sento e prendo fiducia. Ogni tanto ripenso alla maratona di due settimane fa, a come le sensazioni siano diverse, a come sarebbe potuta andare senza gli inconvenienti del virus. Ma ormai quello che è fatto è fatto. Posso solo pensare ad una rivincita. Cerco di rimanere il più costante possibile, ma come in ogni 10 Km che si rispetti attorno al settimo chilometro rallento di qualche secondo. Ma è una cosa passeggera. La punta dei piedi comincia ad essere bagnata, dalle retrovie sento avvicinarsi il passo di chi prova a rimontarmi e poco più avanti una maglia arancio rallenta. Faccio gli ultimi tre chilometro di corsa su di lui. E la tattica funziona. Riprendo il ritmo e a poco meno di due chilometri dall'arrivo, al passaggio in centro, guadagno una posizione, mentre anche chi stava dietro di me a sua volta mi raggiunge. Lascio che mi sopravanzi e mi faccio trascinare per qualche centinaio di metri. Dopo il cartello dell'ultimo chilometro l'andatura aumenta. Un po' la discesa ci aiuta. Sento che le gambe girano a meraviglia e la velocità continua ad aumentare in progressione. Quando siamo al rettilineo d'arrivo ho perso qualche metro ma provo comunque ad aumentare ancora. Vedo il pubblico poco più avanti, attorno alla linea di arrivo. I primi sono già passati ma non da molto. Quando taglio il traguardo il cronometro segna 34' 44" (3' 42" al chilometro di media e proiezione sui 10 Km di 37' 00"), 3' 21" (di media) nel tratto finale. Cosa posso fare se non sorridere? Solo ieri non ci avrei mai sperato ed oggi mi sono ritrovato invece 11° classificato assoluto e 2° di categoria (MM35). Quando Chiara mi viene incontro scopro che a lei è andata ancora meglio, 2° assoluta e 1° di categoria (sui 5 Km). Oggi era un giorno fatto per correre.