Ripetute 12x400 1' 20" rec. 2' 00"
Correre con Giorgio Calcaterra ti fa venire voglia di non smettere mai. Per questo in questi ultimi giorni pur essendo stanco dopo le giornate in piedi e il freddo del vento gelido del nord, arrivando a casa la prima cosa che ho fatto è stata infilare nuovamente le scarpe per l'allenamento quotidiano. La stessa cosa che avrebbe (ed ha) fatto lui. Anche se i trenta chilometri di domenica alla Vercelli Run non sono stati facili da smalitre. Un piccolo aiuto per arrivare ancora al meglio al week-end che mi aspetta me l'ha forse data il destino, facendomi trovare il campo di allenamento per le ripetute occupato da giovani calciatori intenti in una partita di campionato. Per cui ripetute rimandate (avevo bisogno della pista) e altro lento rigeneratore anticipato di un giorno. Non era quello previsto dal prof. Massini, ma credo che sia stato meglio così per una volta.
In pista a Gessate mi sono ripresentato giovedì, ancora un po' dubbioso sul lavoro che sarei riuscito a fare. Più di duecento chilometri in dieci giorni hanno cominciato a pesare sul fisico. Classico giro di riscaldamento per le vie del paese e un veloce assaggio delle corsie d'asfalto ormai cancellate dal tempo sulla pista. Al centro del campo ancora gli stessi bambini intenti a tirare calci al pallone, ma questa volta in allenamento. Il forte vento soffiato per tutto il giorno intanto è leggermente calato, ma non placato. E in pista non conta girare in un senso o nell'altro. Almeno per cento metri so che l'aria sarà a sfavore.
Allo scoccare del secondo chilometro ho iniziato il vero allenamento, quattrocento metri di ripetuta (sotto i 3' 20") e quattrocento metri (circa 2') di recupero a sensazione. La fatica è stata la prima sensazione. ma mi sono controllato, cercando di abiturare corpo e gambe piano piano al ritmo. Anche un po' preoccupato ancora della reazione del ginocchio sinistro che per tutto l'inizio settimana mi ha dato un po' fastidio quando non ho corso. Saranno state le scarpe? I chilometri? Lo sfrozo? Non sono ancora riuscito a darmi una risposta. Quello che non ho potuto subito verificare è stato l'andamento reale delle ripetute. Fermando manualmente i lap ad ogni giro, ho sempre il riferimento di dove fermarmi e partire, ma non sono preciso al millimetro. Ma ho sempre avuto la sensazione di essere sulla buona strada.
Guardando il grafico a posteriori mi sono invece reso conto di aver fatto un buonissimo allenamento, partendo forse un po' troppo trattenuto, ma aumentando progressivamente il passo e andando ben oltre la velocità di riferimento (3' 30", 3' 21", 3' 20", 3' 17", 3' 16", 3' 12", 3' 05", 3' 00", 3' 01", 3' 05", 3' 08", 3' 13"). Soprattutto quando, dopo le prime sei serie, ho invertito il senso di marcia. Non so se sia stato il vento, la direzione di curva o cos'altro, ma la seconda parte di allenamento è stata decisamente più veloce. E me ne sono accorto mentre correvo, arrivando di volta in volta sempre più a corto di ossigeno alla fine dei 400 m del giro. Difficile invece riconoscere al momento se la fatica fosse dovuta alla velocità o alla stanchezza. Mi sono reso conto di come ho sofferto sempre gli ultimi cento metri finali, con le gambe che hanno girato al massimo ma scomposte. Con le braccia alte e fuori controllo. Con la postura affaticata invece che rilassata e naturale. Dovrei anche lavorare su quello. Ma il cielo viola e giallo del tramonto ad ovest e la luna piena e gialla che nel frattempo sorgeva ad est hanno per qualche momento distratto la mente. 12,2 Km totali che sono sembrati non finire mai e non solo per i 49' 57" di allenamento. Ma sono questi gli allenamenti che una volta ogni tanto (finiti) danno soddisfazione.