Re Giorgio Calcaterra
Ci sono momenti che ti possono cambiare la vita. Persone che riescono a farti capire cosa sia la vera passione. Incontri che rimarranno indelebili nella memoria per essere rivissuti guardando una foto, raccontando un aneddoto, ripensando a quel giorno. Non perchè sia successo qualcosa di eccezionale, ma proprio per la semplicità. Scoprire l'eccezionalità nella normalità. Quel qualcosa che fa diventare straordinario un gesto o una parola o un momento. E Re Giorgio Calcaterra è tutto questo. Re non a caso. Il vero Re è un condottiero, una persona che non ha bisogno di imporsi per dimostrare la sua normalità-superiore, il leader incontrastato che si seguirebbe fino alla morte. Il Re che vince le sue battaglie sul campo, senza bisogno di parlare o lanciare proclami. In silenzio, solo, come se tutto quello che fa fosse normale. Il Re è quello che ti fa sentire importante quando gli parli, guardando i suoi occhi azzurri, volendo essere come lui.
Al Parco di Monza con Giorgio Calcaterra, Marco Marchei, Vittorio Nava, Magda Maiocchi.
Ho avuto la fortuna di passare due giornate insieme a Giorgio, grazie a Wings for Life World Run ed a Runner's World. Due giornate sul campo, al Parco di Monza, insieme a Marco (Marchei), Vittorio (Nava), Magda (Maiocchi), Federica e lo staff per le riprese. Due giornate in cui l'ho incontrato, conosciuto più da vicino, in cui lo osservato, ammirato, in cui gli ho parlato, in cui l'ho ascoltato in disparte. E corso. Non per chilometri e chilometri. Sono bastate manciate di centinaia di metri per capire la sua corsa. La sua filosofia. Una passione innata, cresciuta con lui. Come due amici d'infanzia che non si separano mai. E quello che di bello mi sono portato via allontanandomi questo pomeriggio dal parco è l'aver conosciuto una persona vera. Normale. Semplice. Simpatica. Disponibile. Sorridente. Se qualcuno me lo chiedesse, non saprei dire se sia più corretto pensare che sia la sua vita vissuta come una corsa o la sua corsa interpretata come nella vita. Due cose talmente legate e imprescindibili che non potrebbero rimanere separate.
Abbiamo riso, scherzato e chiacchierato, tutto con la massima serenità e semplicità. L'emozione che nasce quando ti trovi davanti qualcuno che hai sempre ammirato sparita in un attimo. Quasi come incontrare un vecchio amico che non si vede da anni. E sentirlo parlare ti rapisce perchè non recita un copione, ma semplicemente dice quello che pensa, quello che è normale, quasi superfluo da dire. E ti fa capire quanto ci sopravvalutiamo a volte, con mille problemi, mille ansie, mille paure. Sportivamente parlando. La sua corsa è piacere. Perchè quello deve essere. Sembra scontato dirlo, ma spesso ce ne dimentichiamo. E non servono tante parole per dare un consiglio. Basterebbe seguire la (sua) logica, quella semplicità che tante volte nascondiamo dietro a pagine scritte da altri o ai consigli degli esperti. Correre per stare bene, per divertirsi. Guardi Giorgio e lo capisci. Lo ascolti e te ne convinci. Lo vedi correre e ne hai la conferma. Naturale.
Sarebbe bello ogni tanto correre insieme, tranquillamente, rilassati. Un sogno. Varrebbe più quello che cento ripetute in pista. E se abitassimo vicino sono sicuro che non sarebbe impossibile. Invece mi dovrò accontantare di incrociarlo qualche volta, vederlo sfrecciare là davanti e limitarmi a tifare per lui, come sempre. E se nelle prossime settimane probabilmente non accadrà, ci sarà l'occasione alla Wings for Life World Run di Verona il 3 maggio prossimo. Una gara diversa, ma sicuramente interessante. Non una corsa a distanza e nemmeno a tempo. Una corsa ad eliminazione a chi dura più a lungo. Mi ricorda un vecchio libro di Stephne King, La lunga marcia. Ma con un obiettivo, solidale, un po' più nobile. Magari qualche chilometro trascinato dalla sua scìa lo riuscirò a fare.
Ed è stata forse la sua semplice e quasi banale risposta alla domanda di Magda a riassumere questia intensa due-giorni insieme ed a farmi capire realmente chi sia. "In tre parole (anche se poi sono state un po' di più, nda), come definiresti l'Ultramaratona?"... "Una corsa un po' più lunga", sorridendo. Non c'è nient'altro da aggiungere. Questo è Giorgio Calcaterra. Un campione del mondo. Il Campione del Mondo. Quello che quando sei bambino sogni di essere. E anche da grande.