Stranaviglio 10 Km 4' 30" + 10 Km 4' 00"
Rubo il suggerimento di Mattia per dare un vero nome all'ultimo allenamento domenicale. Si, perchè non è stata una semplice uscita mattutina nel grigiore dell'autunno della Martesana. E' stata una vera gara, anche senza il chip. Anche da solo. Stranaviglio non a caso, visto le decine di runners incrociati e l'ancor più alto numero di bikers amanti dello sterrato che sale verso Lecco. Ma questo è stato solo il contorno. Il clou sono stati i 20 Km tra andate e ritorno da Gessate a dopo-Groppello. E' stata la sofferenza del ritorno, come nei chilometri finali di gara quando le gambe stanno cedendo, la corsa è scomposta e il fiato perso. Non c'è stato un gonfiabile all'arrivo, non c'è stato pubblico. Solo la prova di quello che sarà.
La partenza è stata subito in salita. Come se non ci fosse un chilometro zero, ma si partisse da metà gara. Magari ancora un po' più su. Da dove avevo lasciato sabato mattina. Analizzando i gruppi di lavoro passati da Fulvio, mi sembra di aver capito che ogni volta ci sia una simulazione sulla distanza-maratona, soprattutto nel week-end. Come i quarantatre chilometri di questo. Il ritmo a 4' 30" dei primi 10 Km di andata non è per nulla stato rilassante. Fortunatamente gli addominali non hanno avuto conseguenze nel carico doppio. C'è da dire che ripercorrere avanti e indietro l'alzaia è stato meno stressante che seguire percorsi non conosciuti. Sapere il punto esatto in cui ci si trova e quanto manca al prossimo step è nettamente d'aiuto. Le gambe hanno fatto fatica, appesantite nettamente dal lavoro di ripetute e allungo di ventiquattro ore prima. Ma il peggio è arrivato solo dopo il giro di boa.
L'inizio non poteva avere condizioni peggiori. Sterrato con buche e pozzanghere e leggera salita. Diciamo non il modo migliore per cambiare il ritmo. Fortunatamente solo qualche centinaio di metri. Ho scoperto poi quale è stato il problema che già la scorsa settimana inizialmente mi faceva scivolare in fase di spinta. Lungo tutto il primo chilometro della ciclabile di Groppello in mezzo alle foglie cadute anche una miriade di bacche dure e tonde. Come avere decine di palline sotto ai piedi. Ma la leggera discesa ha aiutato le gambe a smollarsi. Tenere i 4' al chilometro è stato più dura di quel che mi aspettassi. Un po' per le continue interruzioni ad ogni chilometro tra sottopassi e salitelle, un po' per le gambe che si sono irrigidite con l'aumentare della distanza.
Probabilmente freddo e fatica. E' quasi comico pensare di non riuscire a tenere i quattro minuti al chilometro. Ma senza aver provato il doppio allenamento del week-end non credo sia comprendibile. Tenendo conto poi che il corpo (soprattutto le gambe) si deve ancora abituare al ritmo settimanale delle sei sedute su sette giorni. Se al momento l'uscita della domenica deve simulare i chilometri finali di un lungo, il risultato è stato raggiunto. Fortunatamente non ho avuto crampi, ma non sarebbe stato strano averne per come le gambe hanno faticato. Vedere Chiara sulla sua strada del ritorno davanti a me poco dopo il quindicesimo è stato di grande aiuto. Ci ho impiegato più di un chilometro per raggiungerla, ma il ritmo è aumentato leggermente anche grazie al tratto più lineare di tutta l'alzaia. Quasi due chilometri fatti insieme, ma senza parlare. Non ci sarei riuscito. Come in gara. Come quando c'è un traguardo da tagliare. Che non è stato l'1h 25' 34" di giornata, ma sarà il quarantaduesimo chilometro di Corso Venezia. Quattro mesi e qualche centinaio di chilometri più in là.