Stratreviglio (Treviglio)
Classica d'autunno. Anche se ormai per il terzo anno consecutivo ho abbandonato il lungo da trenta chilometri. La Stratreviglio è una delle tapasciate perfette per preparare le maratone invernali. Percorso quasi piatto, lungo la bassa bergamasca, quasi interamente su asfalto o terrabattuta. Una volta era il lunghissimo per la Maratona di Milano, quando si correva ancora in autunno. Oggi lo è per Firenze o per Torino. O un buon lungo in vista di Reggio Emilia o Pisa. O, perchè no, Valencia. L'alternativa per chi non corre a New York (citazione di Luigi). Ma comunque una tapasciata per esserci, come ogni domenica.
Chiara e Iacopo partono appena arrivati. Ancora qualche goccia di pioggia che sta per finire. Tutti quelli che vedo hanno addosso completi invernali o smanicati anti(pioggia)vento. Mi chiedo come fanno. Io in maglietta e pantaloncini sto benissimo. E' il solito clima di mezzo che c'è ogni anno a Treviglio. Non ho mai trovato freddo. Prendo qualche minuto di comodo per prepararmi, visto che i miei 14 Km finiranno in 1h 01' e dovrò poi aspettare i miei due compagni reduci dal lunghissimo. La tabella di Fulvio prevede dieci chilometri a quattro. Un medio-corto di tenuta. E sono contento che cada proprio il giorno di Treviglio, perchè credo non ci sia un percorso più facile per poter riuscire a mantenere un buon passo costante. Nonostante la folta presenza di podisti, le strade sono facilmente percorribili e, solo in rari casi, si trovano punti in cui non si riesce a sorpassare. Per colmare i chilometri in esubero parto piano per la prima parte di percorso tra le vie centrali del paese. Un buon riscaldamento e dal terzo chilometro passo più sostenuto. Incontro il gruppo del GP Melzo di Luigi e Paolo con i quali rallento e chiacchiero fino al primo bivio del percorso. Un riscaldamento un po' più lungo del solito e un po' più lento, ma le gambe quando decido di prendere poi il passo sono fresche e pronte. Da ricordare. Allungo poco prima di scendere verso Badalasco. Ormai non conto più le volte che ho percorso queste strade. Passo il primo ristoro ed al secondo bivio giro verso la deviazione dei quattordici. L'unico breve tratto su sentiero mi rallenta un po' l'andatura, soprattutto sul breve strappo che ci riporta in quota sull'asfalto. Impossibile superare. Il leggero falsopiano prima di raggiungere Castel Cerreto lo si intuisce nelle gambe, ma poi è tutta discesa fino all'arrivo. La temperatura è praticamente ideale, anche se un po' umida. Si suda parecchio anche solo in maglia a maniche corte. Gli intermedi ad ogni chilometro sono in linea con l'allenamento, anche se sento le gambe appesantite. Non so se siano state le ripetute in settimana ad incidere o se ancora ci sono rimasugli di Carpi. Ogni tanto, soprattutto nell'ultima parte, sento il passo di qualcuno che si accoda, ma solo per qualche centinaio di metri, per poi abbandonarmi. Allo scoccare del mio decimo chilometro rallento per il defaticamento fino all'arrivo. Un sollievo. Spero che tra due settimane a Crema, alla mezza, le sensazioni siano un po' migliori. E soprattutto che le gambe girino meglio. Chiara, seguita poi da Iacopo, arriva dopo un'oretta. Firenze sembra più vicina.