Per la precisione
Il sabato è ormai diventato il giorno del test. Più facile controllare i gps con la luce del sole e con gli allenamenti più blandi. E comincio anche a tirare qualche conclusione sul funzionamento del nuovo TomTom Runner. Certo, non è semplice accontentare un runner. L'esperienza TomTom che si basa soprattutto sulla navigabilità su strada in auto, deve fare i conti con i capricci di chi corre ed è abituato a fare i conti con i secondi. Un conto avere un'ottimo appeal, grafica e immagine; segnalare la migliore strada da seguire, avere un'ottima ricezione. Un conto è fare da supporto a chi corre. Altre necessità. E altro genere di utente, soprattutto. Se un automobilista potrebbe scendere a compromessi sull'usabilità di uno strumento come il gps, questo non succederà mai per un runner. Il runner pretende il meglio per sè, perchè ogni chilometro che corre lo fa col proprio sudore, non seduto comodamente su un sedile in pelle.
Questi sono i primi pensieri che ho fatto mentre ritornavo in 51' 39" dai 12 Km mattutini verso casa sull'alzaia del Naviglio. Qualche scorcio di luce e qualche ombra, sia nella mattinata sia sul TomTom Runner. Bello ritornare nel week-end a correre con la luce del sole. E infatti anche lungo il Naviglio ho incrociato parecchi podisti. Magari un po' troppo vestiti visto il clima ancora caldo, ma meglio che essere ancora l'unico ad uscire. Ho corso dando solo attenzione al funzionamento del gps. Uno dei peggiori difetti che ho riscontrato in questi giorni è la durata della batteria, assolutamente fuori target. Probabilmente un problema dell'unità che spero di poter risolvere a breve. Dalla sera alla mattina, anche in stand-by, la carica si esaurisce. Se non mi ricordo di attaccarlo alla presa della corrente mi diventa impossibile poterlo usare. Un difetto non da poco. Anzi. Soprattutto per chi fa corse lunghe è un aspetto da non sottovalutare. Anche perchè irrimediabile. Chi corre non può collegarsi alla presa dell'accendisigari per correre al riparo. Di positivo invece ho riscontrato l'affidabilità dei lap-live, ossia del tempo al chilometro calcolato ad ogni intermedio. Nonostante il chilometraggio si sia sfasato quasi subito dal Garmin (ma questo è un evento che capita spesso anche con lo stesso gps), gli intertempi tra un chilometro e l'altro sono stati sempre gli stessi. Infatti, l'affidabilità del rilevamento del segnale gps non l'ho mai messa in dubbio. Anche la velocità di ricerca del segnale stesso è stato rapido e in linea con i concorrenti. I problemi sono stati altri, legati comunque a questa proprietà. Innanzitutto la segnalazione bip-vibrazione (vibrazione che tra l'altro trovo utilissima al posto o insieme al segnale acustico, nda) che non è mai entrata in funzione, nonostante fosse impostata. Un problema se dovesse succedere in gara o durante un allenamento di ripetute. Ma soprattutto la cosa che mi ha lasciato più perplesso ancora una volta è il file di post-elaborazione della corsa. Sia il file originale visualizzabile su MapMtFitness che il file .tcx danno dei valori completamente diversi (con 3"/4" in più) dagli step (esatti) rilevati durante l'allenamento. Un problema (credo) dovuto agli algoritmi di calcolo del software. Una cosa inaccettabile per chi poi volesse analizzare le proprie corse ed avere un reale specchio di ciò che è stato fatto. Certo, si parla di secondi, ma sono quelli che possono cambiare l'esito di una corsa. 40' 01" non sono 39' 59". In mezzo c'è un abisso e soprattutto il vero successo di una gara. Il runner, si sa, è un vero rompipalle quando si tratta di corsa. Ma è anche lo stesso che quando trova ciò che gli piace non lo cambierà molto facilmente. Chi "trova" un runner trova un tesoro...