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Quater salt coi Sciatt (Ornago)

Ancora intontito dall'euforia del sabato sera, dopo una pizza in compagnia e sei ore di sonno ci siamo presentati alla partenza ad Ornago. Un po' voglia di correre, un po' dovere d'esserci in vista della Monza-Resegone di fine giugno. Non sono state le energie disperse tra le gocce del diecimila serale, quanto più le condizioni in cui ci siamo ritrovati. Quater salt coi sciatt... quattro salti con le rane. Mai nome fu più azzeccato. Pioggia. Vento. Campagna. Un mix sfiancante, anche per il più ardito dei trailer.

Partiamo infreddoliti e già umidi. La pioggia non ha smesso ancora dal giorno prima. Ma le previsioni la danno morente entro le 8.30 del mattino. Giusto il tempo di fare i primi due chilometri e la speranza si avvera. Peccato che i sentieri di campagna siano delle immensi paludi fangose. Impossibile anche slalomare tra le pozzanghere che occupano strada e parte dei campi. Il primo a cedere alla tentazione di attraversarle è Pierpaolo e poi tutti dietro, io, Alberto e Filippo. Dopotutto la prossima settimana dovrò attraversare più e più volte l'acqua del Lambro per la Monza-Montevecchia per cui meglio farsi già anche i piedi. L'unico problema che rimane è quello realtivo alle buche. Le pozzanghere sono delle torbide e dense pozze di acqua e fango  nelle quali non si vede il fondo. Rimane sempre la paura di una buca improvvisa che possa spaccare caviglie e legamenti. Passiamo veloci, subito con un buon passo e con lo sguardo seguo i piedi di chi mi precede. Saltellando come rane tra un sentiero e l'altro il fango si aggrappa su gambe e schiena. Schizzi ovunque. Mani, braccia, viso. Divertente anche. Manteniamo un buon ritmo nonostante la strada non sia nelle migliori condizioni. Le mie gambe soffrono parecchio, ma so che è tutto lavoro che servirà più avanti. Uscendo dal boschetto che scende fino a Masate, ci imbattiamo in una scena tragi-comica. Un piccolo torrentello in piena attraversa a tutta forza il sentiero. Qualcuno cercando di non bagnarsi troppo decide di scavalcare il piccolo muretto che cinge il percorso e passare sul prato mezzo-metro sopra di noi. Peccato che quello che crede essere un prato inondato sia invece una vasca di raccolta per i campi e lo vediamo prima scomparire completamente sott'acqua e poi riemergere nuotando a rana verso il bordo. Rimaniamo un attimo increduli e quando vediamo che la situazione è sottocontrollo dei suoi compagni proseguiamo nel nostro giro. Qualcuno le rane le ha prese troppo sul serio. Il percorso si snoda tra Ornago, Bellusco e Burago. Tutte in zone di campagna, tutto immersi nel fango. In realtà avremmo dovuto fare il giro da ventidue chilometri che però date le condizioni è stato annullato e quindi optiamo per il più breve persorso da 12,5 Km. Le mie gambe ringraziano ancora. Filippo dopo qualche chilometro ha subito ceduto. Io sono rimasto attaccato ad Alberto e Pierpaolo fino all'ultimo tratto di campagna di ritorno verso il paese quando i muscoli hanno deciso che era il momento di rallentare. Ho perso qualche decina di metri che ho provato a recuperare nel tratto finale di asfalto, ma le gambe hanno detto chiaramente "no". La cosa positiva è stato invece il sole che uscito ha scaldato una giornata particolarmente fredda. Ultimi chilometri fatti sudando e giro completato in 50' 30". Non tantissima la partecipazione viste le condizioni meteo che però col passare dei minuti hanno regalato una bella mattinata di sole e caldo. L'ideale per godersi un ristoro finale senza ressa e con risotto e salsiccia a fare da contorno. Un saluto veloce anche a Mattia, giudice di gara di giornata insieme a Rocco, col quale fino a ieri ci eravamo sempre solo scambiato messaggi virtuali. La prossima però dovrà essere di corsa.