Marcia Telethon (Paladina)
Da quando ho iniziato a correre non ho mai trovato una situazione come quella di oggi. Mi è capitato di correre sulla neve, di trovare percorsi cambiati o accorciati, di attraversare fango e pozze d'acqua di venti centimetri. Ma come oggi mai. Una lastra di ghiaccio unica. Ci sarebbero voluti i pattini. Il fatto che la corsa si svolgesse completamente su asfalto ha inciso decisamente sulla situazione del percorso. Se ci fossero state strade di campagna non sarebbe stata così. Oltretutto i percosi più lunghi in salita verso i colli di Bergamo sono stati cancellati ed ho dovuto optare per due giri del percorso da dieci chilometri.
Non ho mai corso a Paladina, ma tutti me ne hanno sempre parlato bene. Praticamente tutto asfalto, per chi lo ama, e alcuni passaggi suggestivi, come il Presepe a grandezza naturale, nella zona più bassa, o il veloce e suggestivo passaggio nel Parco delle Cornelle, con gli animali in letargo avvolti nel silenzio dell'inverno. Poi si sale verso i colli di Bergamo per qualche chilometro, guardando la pianura di Valbrembo dall'alto. Ma niente di tutto questo oggi. Quando arrivo in paese con Chiara e Iacopo la temperatura segna ancora -3°C e, come solito nel bergamasco, la maggior parte dei partecipanti sono già partiti, qualcuno anche già arrivato. Il sole è ancora basso e gli 8°C previsti per la giornata sembrano un'utopia. Ci accorgiamo subito di quanto sia difficile rimanere in piedi: l'asfalto è competamente ghiacciato. Un sottile strato lucido e trasparente che rende la strada una pista di pattinaggio perfetta. Più che altro a preoccuparmi sono le discese. Ritirando i nostri cartellini scopriamo che i percorsi lunghi sono stati annullati e che sono percorribili solo i due da 5 e 10 Km. Percorribili è una parola grossa. Partiamo insieme, l'idea è di fare almeno il primo giro in tre e poi vedere come siamo messi. Ma dopo il primo chilometro Chiara rallenta e ci salutiamo appena prima di passare davanti al presepe. Al di là di un piccolo canale asciutto e innevato è stato allestita la scena della natività a grandezza naturale, con lavandaie, pastori, pecore, falegnami, casette. Suggestivo e strano. Gli passiamo di fianco mentre qualcuno si ferma a scattare qualche fotografia. Proseguo con Iacopo e dopo due chilometri cominciano i problemi seri: non si corre. Le scarpe non riescono a fare presa sull'asfalto e slittano all'indietro come nei migliori film comico-muti degli anni '20. Si fa fatica e mi viene in mente la corsa di Colonia di sette giorni fa, anche se la situazione è completamente differente. Molto più pericolosa. Infatti appena fatta la prima salitella e svoltati al primo ponte di legno cado nella mia prima scivolata appena imposto la curva un po' troppo stretta e veloce. Un attimo e sono con le mani a terra. I tratti più insidiosi sono proprio le curve dove la presa sull'asfalto manca completamente. Intanto ci siamo lasciati dietro le spalle il passaggio allo zoo, chiuso per sicurezza. Non guardiamo mai nè il tempo nè i chilometri che stiamo facendo, non avrebbe senso. In alcuni tratti la velocità è veramente bassa, ma non riuscendo a stare in piedi è inutile rischiare di farsi male. Iacopo neanche con le scarpe da trail cararmate riesce ad essere più stabile. Ne approfitto e chiacchieriamo. Racconto i prossimi progetti, gli obiettivi del prossimo anno, le nuove idee. Prendiamo Via Bergamo, strada che costeggia tutta la collina bergamasca e arriviamo a Sombreno. Un rapido giro in paese e poi ritorniamo indietro. La situazione non cambia. Quando siamo quasi ritornati al punto di partenza, prima di cominciare il secondo giro Iacopo, stanco della situazione ma anche reduce dalla Maratona di Reggio Emilia da una settimana, mi lascia solo. I primi 10 Km li terminiamo in 49'. Riparto solo e come nel primo giro i primi chilometri si riescono a correre bene. E' uscito anche un po' di sole e un po' di ghiaccio si è sciolto. Davanti non ho tantissima gente e uno ad uno punto quelli un po' più distanti. Un buon passo sicuramente sotto i 4 min/km. Prima di risalire verso il Parco delle Cornelle sento dei passi che si aggregano ai miei e corro appaiato con l'ultimo runner appena superato. E' sfida. Faccio io il passo e lui dietro di me. Aumentiamo ancora un po' e comincio a sentire la velocità. Prima uno, poi due, poi quasi tre chilometri. Ma quando inizia la salitella la pago, non abituato più alle pendenze. Passa lui in testa e mi da qualche decina di metri, prima di svoltare al bivio del giro dei cinque chilometri. Contemporaneamente ricomincia la parte ancora ghiacciata e forzatamente devo rallentare. Questa volta da solo mi godo un po' di più il paesaggio: lunghe distese bianche, una piccola nebbiolina che si alza quando il sole bacia la neve ghiacciata. I colli di Bergamo si nascondono poco alla volta, man mano che il sole cresce. Un po' meglio l'asfalto nel secondo giro nelle zone uscite dall'ombra, ma sempre pericolosa. Dove le scarpe fanno presa aumento la velocità a piccoli strappetti, dove ancora c'è il ghiaccio rirallento. Penso solo a mettere 20 Km nelle gambe e nulla più. 1h 34' 04" e come allenamento mi va bene. Ancora qqualche settimana e penserò ad aumentare un po' il ritmo.