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Neve fresca [T]

Ore dodici, calma piatta. Quando arriva la neve la prima cosa che salta subito all'orecchio è il silenzio. Bianco ovattato silenzio. Speravo di poter uscire in giornata oggi con ancora la luce del giorno, per godermi lo spettacolo ed evitare anche i pericoli del buio. Non sono poi moltissime le occasioni di correre con la neve. Ben venti centimetri caduti da ieri sera. Tutt'intorno solo bianco, dal cielo denso di fiocchi grossi e soffici, ai campi piatti e identici l'uno all'altro. Credo che la corsa sia l'unico sport che ti permetta di poterti godere tutto quanto ti venga offerto dalla natura. Mentre correvo pensavo che solo quattro mesi fa lottavamo ancora con i trenta gradi della coda estiva.

Ai piedi finalmente le fide compagne di trail. Ma soprattutto il gore-tex. Correre per 1h 04' 47" in mezzo alla neve fresca e tornare con i piedi asciutti è una bella sensazione. Come al solito però mi sono coperto troppo, dopo il primo chilometro già sentivo caldo. Due strati sarebbero stati più che sufficienti. Ho subito notato la differenza di corsa rispetto a domenica, quando i piedi non facevano presa sulla neve pressata. Non è stata perfetta, ma la spinta per lo meno c'era. Incredibilmente i due tratti più brutti e più pericolosi da fare sono i chilometri in paese, all'inizio e alla fine. Le strade erano pulite, ma sull'asfalto si era formato quel sottile strato di neve bagnata marroncina che sporca e inzuppa. Correre sui marciapiedi, ancora più difficile, visto il picio-pacio molle-ghiacciato che si alternava in base al passaggio della gente. Sali e scendi dai marciapiedi, attraversamento strade, macchine insicure. Molto meglio l'arrivo sul Naviglio. Una lunga distesa bianca. Ho affiancato il canale correndo sulla ciclabile nascosta dalla neve. Qui la situazione è completamente cambiata. Nei tratti dove la neve è stata spalata con le ruspe il mattino presto si è formato un cuscinetto morbido e compatto di cinque/dieci centimetri che ha reso la corsa soffice e silenziosa. Faticosa. Diversa. Gli occhi e il viso intanto venivano tempestati da fiocchi sempre più grossi. In giro praticamente nessuno. L'acqua del Naviglio, scura e completamente immobile, era quasi a livello della sponda. Solo qualche anatra e qualche gabbianella lungo e sopra la riva. Ho corso aspettando il momento di arrivare oltre Inzago dove sapevo che ci sarebbe stato il tratto più bello, meno frequentanto, quasi completamente vergine. E infatti passato il ponticello che attraversa la strada mi sono tuffato lungo la sponda su un morbido tappeto farinoso e bianco. Passando sotto gli alberi spogli di foglie ma carichi di neve, ho giocato ad evitare le palle di neve che i rami allungati sopra la ciclabile sembravano volermi tirare al passaggio. E due volte mi hanno pure preso in pieno. Correre nella neve fresca non è semplice, le gambe e le ginocchia si devono alzare molto. Ma sentire l'abbraccio che la neve dal al piede ad ogni appoggio è bellissimo. Ho sentito subito quanto i muscoli stessero lavorando, soprattutto le cosce. Tornando verso casa ho rivisto le impronte lasciate dientro di me all'andata, come i passi lasciati sulla spiaggia davanti alle onde del mare. Non ha smesso un attimo di nevicare. Ma non ha mai fatto troppo freddo. Solo qualche brivido quando un po' di neve si è infilata nelle scarpe dall'alto. Ma è stato più un sollievo che un fastidio. 14 Km di puro godimento, solo per assaporare fino in fondo quello che la giornata ci ha offerto. Se volete un consiglio cercate campi e parchi, la città oggi lasciatela alle quattro ruote.

Per chi poi non l'avesse letto, posto il link all'articolo sulla corsa di Colonia pubblicato ieri da Runner's World. ottocento chilometri più su, ma sempre neve è...