Tornare a correre: primi risultati dopo trenta giorni
Uno dei maggiori problemi per un runner (soprattutto se agonista) è quello di non avere obiettivi. Avere un traguardo da raggiungere regala quella spinta in più per accettare rinunce e sacrifici, e di vivere giorno dopo giorno l’euforia per ogni piccolo risultato conquistato. Un secondo in meno sul cronometro o un grammo in meno sulla bilancia.
È passato un mese da quando ho iniziato la mia nuova vita sportiva. Nuova, perché è così che vedo questa ripresa. Finalmente senza strascichi, cadute e ripartenza continue. È servita una lunga preparazione, iniziata lo scorso anno dopo l’estate, per assestare innanzitutto le problematiche legate alla schiena e riprendere un’attività fisica regolare. Tempo che mi è servito per avviare, con i primi giorni del nuovo anno, una lunga scalata verso nuovi obiettivi. Quali, di preciso, ancora non lo so.
Quello che contraddistingue questo particolare momento è la percezione, la consapevolezza, di aver ritrovato il modo per stare bene. Che non vuol dire correre forte, veloce (per me), come ero abitato a fare, ma semplicemente farlo sentendo di poter forzare, di riuscire a spingere, di poter migliorare, di non essere frenato continuamente da qualcosa di non controllabile. Sono ancora lontani i ritmi di tre anni fa (praticamente oggi corrode ripetute alla velocità a cui prima correvo una maratona), ma solo pensare di essere sulla strada per provare a ritornare a quel punto è un grande stimolo.
Nell’ultimo mese ho incrementato la distanza poco alla volta. Sono partito con uscite tranquille, a sensazione, di sei chilometri, tre volte alla settimana. Ho aumentato di due chilometri alla volta e sono arrivato a correre quattro giorni, con un’uscita di qualità in cui fare (per ora) fartlek o ripetute medio-lunghe e quello che diventerà un lungo nelle prossime settimane, ma con il quale attualmente non mi sono spinto oltre i quattordici. Nelle ripetute non ho superato i 500 metri per il momento. Farle più corte, in questa fase non avrebbe senso, perchè non devo lavorare né sulla forza né sulla velocità anaerobica. E preferisco prima ritrovare il giusto ritmo per aumentare il chilometraggio. Entro la fine di marzo conto di arrivare a raggiungere, almeno una volta e con calma, la distanza della mezza maratona, ma soprattutto di aumentare il passo. In un solo mese piccoli miglioramenti li ho già visti, ma è sul lungo termine che i risultati saranno più evidenti.
Non avere gare in questo strano periodo per me è stata una fortuna. Non avere ansia di prestazione, pensare che ho tutto il tempo a disposizione senza la fretta di dimostrare qualcosa, senza la forzatura di confrontarsi, è un bene. Un regalo che alla fine è frutto di un 2020 disastrato. Se volete qualche consiglio per ricominciare (o iniziare), non esitate a chiederlo.
Il grosso del lavoro poi lo sto facendo con il cross training. Palestra e bici (mancherebbe il nuoto, ma in questo momento purtroppo le piscine sono ancora chiuse e la vasca da bagno è diventata troppo piccola per me). Due volte a settimana sto lavorando sul potenziamento. Cosa che, innanzitutto, mi è servita per riuscire a rinforzare e stabilizzare la schiena. Ma anche gambe, glutei, braccia, pettorali... i risultati, dopo qualche mese, ora comincio davvero a sentirli, oltre che a vederli. Mi sento più tonico, ma soprattutto più forte. Mentre fatico in palestra. Mentre corro. E mentre gioco con i miei figli.
A chi come me, per sua sfortuna, ha o ha avuto problemi di schiena (che siano protusioni, ernie o dolori lombari) do un semplice consiglio dettato dalla mia personale esperienza: prima di provare qualsiasi cura, da medicine a iniezioni, a operazioni, optate con la palestra. Non per diventare Maciste (c’è ancora chi lo conosce?), ma per ritrovare quella stabilità che probabilmente avete perso e che vi sta creando il problema. Non basta farlo da soli, soprattutto se si è arrivati a un punto critico. È necessario essere guidati e, come con la corsa, fare un passo alla volta. Con me, come con tanti altri, ha davvero funzionato.
Ma l’euforia di questi giorni, e soprattutto dell’ultimo mese, è data anche (finalmente) dai risultati del nuovo regime alimentare che mi sono imposto, grazie all’aiuto dell’amico, runner e nutrizionista, Massimo. Trenta giorni in cui ho (abbiamo) ridisegnato la tabella alimentare di ogni mia giornata e che mi ha portato a perdere ben 3,2 chili. Un grande risultato che ho vissuto sulla mia pelle. Non un grande stravolgimento, ma, per il momento, un percorso che mi sta aiutando a ritornare sempre a quel fatidico punto in cui tutto è cambiato. Uno schema che mi ha portato a delle rinunce (come carboidrati raffinati, grassi saturi, alcool...) ma che non mi ha certo fatto patire la fame o fatto mancare le forze. Che è un po’ la differenza tra le diete fai-da-te e il lavoro di un professionista. E con il vantaggio di aver decisamente aumentato il mio metabolismo, mangiando fino a sei volte al giorno (tre pasti più tre adorati spuntini).
Un risultato che mi spinge a continuare, a non mollare e a pensare ancora in grande. Ci sono voluti tre anni per distruggere un lavoro costruito in tanti anni, da quando la prima volta mi ero allacciato le scarpe da running ed ero uscito a correre con una felpa grigia addosso. Ci vorranno ancora tanti mesi per ricostruire tutto. Ma questa volta con la consapevolezza di poterci riuscire e con la giusta esperienza per poterlo rifare.