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Ripetute 10x500 a sensazione rec. 2'

Sono passati sei mesi dall’ultima volta che ho corso una ripetuta in allenamento. Era metà dicembre, qualche settimana dopo aver corso la Firenze Marathon. Un fartlek leggero, tanto per ricominciare a fare girare le gambe con un po’ di carico e pensare a programmare il nuovo anno. Poi, tutto è cambiato...

Ho dovuto ricercare nel sito per ritrovare l’ultimo vero allenamento di ripetute. Non pensavo risalisse ancora al 2017. E invece mi sono dovuto ricredere. Ma in effetti non avevo memoria di quando fosse. Soprattutto memoria non l’hanno avuta le gambe quando stamattina sono finalmente ritornato lungo l’alzaia del Naviglio Martesana per riprovarci. 

Non nego di essermi sentito goffo e decisamente lento. La preoccupazione per lo stato della schiena è passata subito, lasciando invece qualche dubbio sulla mia tenuta finale e sul gesto atletico. Come mio solito non ho mai guardato gli intermedi del Garmin Forerunner 645 durante l’allenamento, correndo esclusivamente a sensazione. Cercando di capire quale passo stessi tenendo, di essere il più costante possibile e soprattutto di calcolare le forze residue per arrivare alla fine della mattinata.

E’ stato difficile anche solo capire dove ogni serie sarebbe terminata. Ho perso la sensibilità sia nel tempo che nella distanza, pur avendo riferimenti personali lungo il tracciato ai quali aggrapparmi. Le gambe inizialmente hanno fatto parecchia fatica a mettersi in moto, quasi avessero dei pesi al posto dei piedi. La tabella del prof. Massini prevedeva un ritmo attorno ai 4’ al chilometro, ma ho cercato di seguire più le sensazioni che il cronometro.

Sensazioni che non sono andate lontano da quanto previsto da Fulvio, né da quanto mi sarei aspettato. Una media attorno ai 3’ 50” (1’ 55” a ripetuta) con qualche punta più veloce e qualche altra meno. Quello che ho notato è che la tentazione è sempre stata quella di partire troppo forte (nonostante cercassi di trattenermi nella parte iniziale) e di cedere un po’ prima della fine. Normale che sia così, visto il tempo passato e l’abitudine persa. 

Anche se verso la fine dell’allenamento sono arrivato con il fiato corto sono comunque soddisfatto del risultato. La schiena non ha dato il minimo segno di squilibrio. Mi sono concentrato molto sul movimento delle braccia e la respirazione diaframmatica. Un po’ meno le gambe, subito affaticate e il cuore che non è salito oltre i 169 bpm. Mi piacerebbe avere un range più ampio, ma anche su quello dovrò lavorarci. Il peso è ancora da sistemare, ma intanto comincio a sentire i benefici delle sedute di rinforzo del core e di allungamento alla colonna vertebrale. In attesa del responso della risonanza e dell’ortopedico, va più che bene così. Un passo alla volta.