Verso la New York City Marathon
Siamo già in volo verso New York. Neanche il tempo di pensare alla maratona e sarà tempo di indossare il pettorale ed essere immerso tra quelle strade sentite in tanti racconti e solo immaginate. Un viaggio che per molti è l'arrivo, il culmine, ma che per me sarà solo una tappa. Forse il modo migliore per viverla, senza l'assillo del cronometro e la voglia di assorbirne l'unicità.
Fatica e sudore li ho già consumate in questi giorni di lunghi e ripetute. Perchè, alla faccia di chi scarica prima dei quarantadue chilometri, l'ultima settimana è stata per me invece di pieno carico. L'ultima. La più dura. Quella dove le gambe chiedono pietà, un po' di riposo, di smetterla.
Il week-end a La Mezza Maratona d'Italia non mi ha permesso di allenarmi come avrei voluto, per cui ho dovuto comprimere prima e dopo tutti gli allenamenti di qualità per rispettare il programma. Ancora ripetute brevi con recupero a velocità maratona ad inizio settimana, la scorsa (8x100 in 20” rec. 1000 a 3' 55”), per passare alle ripetute sui mille che cominciano ad essere impegnative (9x1000 in 3' 36” rec. 3'); ennesimo lungo (che sarebbe dovuto essere di ventisei chilometri, ma per errore mio è diventato di 28 Km) tra Canale Villoresi e Naviglio Martesana, spostato però al lunedì per gli impegni di Imola; e ancora ripetute lunghe (10x1000 in 3' 36” rec. 3') due giorni dopo, con un solo giorno di scarico, in vista dei quarantadue chilometri di domenica. Un programmino non proprio leggero, dal quale uscire vivi, e con una marcia in più, o definitvamente morti.
10x1000 3' 36" rec. 3'
Ripensandoci a posteriori, le ultime ripetute di ieri sono forse state quelle sofferte in maniera minore rispetto a tutto il resto. Forse per la tranquillità mentale di sapere di aver fatto tutto il possibile per arrivare almeno fino a qui nella miglior condizione possibile. Forse è vero che rispetto ad altre preparazioni ho decisamente seguito meno un programma nutrizionale severo, ma è stata forse la conseguenza dei problemi di salute che mi hanno rallentato tra settembre ed ottobre. Poi gli impegni lavorativi che si sono accavallati non hanno certo aiutato a vivere in modo rilassato l'aumento di carico. Ma sono contento di quanto fatto. Forse un po' meno dei tempi. Ma non è adesso il momento di tirare le conclusioni. Sarà Firenze a proclamare vincitori e vinti.
Tornando agli allenamenti, al di là della preoccupazione pre-corsa, sono sempre più contento dei lavori fin qui fatti. Strano dirlo, ma le ripetute, sopratuttto gli allenamenti più impegnativi, mi piacciono. Certo, avrei voluto leggere un crono decisamente diverso, come a marzo o ad aprile. Ma evidentemente per riportare la forma a quei livelli bisogna lavorare diversamente, con più calma e senza l'assilo di una scadenza. Cosa che la maratona però, purtroppo, non permette di fare. Poco alla volta le cose migliorano. Solo un mese non avrei mai pensato di poter reggere dieci ripetute da mille, anzi mi sarei messo a ridere al solo pensiero, eppure... Come mi sembra impossibile pensare di poter reggere quarantadue chilometri la prossima domenica. Ma quella è un'altra storia. Si chiama New York e per molti è raccontata solo nelle favole.
Se volete vedere tutti i miei allenamenti in preparazione della Firenze Marathon, seguite il profilo Corro Ergo Sum su Strava o Garmin Connect... #corriconme.