Tutta colpa dell'estate?
Comincio a pensare che le settimane a cavallo del periodo primaveril-estivo non siano compatibili col mio sviluppo fisico. O forse sto solo pagando i due mesi di allenamenti e gare tra aprile e maggio. Sta di fatto che un anno fa mi giustificavo per la mancata forma con la nascita di Tommaso. Quest'anno con l'imminente trasloco. Solo scuse o qualcosa di più profondo?
In ogni caso l'unica cosa da fare realmente è prendere tutto con calma e lasciare che anche queste settimane passino. In effetti lo scorso anno i primi mesi dopo l'arrivo di Tommaso erano stati duri per me, dal punto di vista sportivo. Affaticamento fisico, poco sonno, stanchezza perenne, mal di schiena. Da luglio avevo ripreso ad allenarmi costantemente in vista della Firenze Marathon a cui però non sono mai arrivato. Quest'anno si sta riproponendo lo stesso cliché, dopo le ultime cartucce sparate negli scorsi week-end.
Forse non c'entrano nulla gli impegni extra-sportivi. Forse la causa della stanchezza è da ricercare nello stress pre-trasloco degli ultimi giorni. Dall'accavallarsi degli impegni, dal duplicarsi della fatica fisica per riuscire a portare a casa tutto. O forse è davvero il mio fisico che fa fatica ad abituarsi ai primi caldi estivi. Anche se la scelta (obbligata) di correre in pausa pranzo dovrebbe essere anche un giustificativo più che lecito per l'enorme fatica a mantenere anche solo un ritmo blando. E in questi casi resta poco da fare. Riposo.
Lo stesso che anche l'HRV4 Training mi ha consigliato questa mattina appena sveglio. Come già detto, scriverò di questa nuova ed interessante app non appena avrò gli elementi materiali per farlo, ma nel frattempo seguo scrupolosamente gli sviluppi che sta monitorizzando riguardo la mia situazione fisica attuale. Non avevo mai ancora raggiunto un punteggio così basso (8.6) da quando ho iniziato ad utilizzarla. La cosa che più mi ha stupito è stato aver registrato il risultato dopo due giorni di riposo. Evidentemente ne avevo bisogno. E se la situazione è questa, meglio ascoltare e correre ai ripari. Che vuol dire, minor sforzo possibile.
Oggi ne ho approfittato ed ho corso con Chiara sotto il sole cocente di mezzogiorno, anche se le previsioni avevan predetto un calo delle temperature. Tutto falso. Le sue spalle rosso fuoco ci hanno fatto capire che il sole non ha ancora deciso di abbandonarci definitivamente. Una corsa in famiglia (questa volta senza Thule e Tommaso a farci compagnia) attraversando le campagne della Martesana. Per una volta, almeno per me, senza soffrire troppo. Chiacchierare senza far troppo caso alla temperatura, ai continui saliscendi, alla fatica delle gambe, del cuore, della testa è stato un sollievo. Anche se il ritmo è stato più lento del solito ho fatto esattamente quello che sarebbe giusto fare in questo periodo. Dodici chilometri non mi sono sembrati ancora più corti rispetto agli ultimi giorni. Senza farsi tentare dalla voglia di aumentare il passo e arrivare a fine allenamento sempre in spinta.
Sono curioso di vedere come andrà tra un anno. Se ancora giugno-e-luglio saranno mesi pesanti. Se la stanchezza arriverà accompagnata dai primi caldi. Quando le variabili sono troppe bisogna isolarle una alla volta per riuscire a trovare la vera causa. Io per il momento ho deciso che lascerò scorrere le prossime settimane senza pretese, correndo quando posso (non so nemmeno quanto tempo mi rimarrà per riuscire a scrivere tra Corro Ergo Sum e Runner's World) e fermandomi quando ne avrò bisogno. Per la maratona autunnale c'è tempo. E per correre col caldo bisogna prima reimparare a conviverci. Un grado alla volta.