Prima visione: Raylor Adidas Sport Eyewear
E' stato quasi un caso (o forse il destino) che proprio con l'inizio del nuovo anno avessi già pronti i miei nuovi Raylor Adidas Sport Eyewear, ancora chiusi nella loro custodia. Uno dei tanti cambiamenti (o innovazioni) per cercare di trovare la strada giusta. E periodo migliore di questo inverno assolato non ci sarebbe potuto essere per iniziare a provarli. Un altro modo per guardare avanti.
Potrebbe sembrare superfluo parlare di occhiali da sole nel periodo invernale. Ma per chi come me ha la fortuna di poter correre durante la giornata, soprattutto in pausa pranzo, sotto il sole, non è poi così strano pensare di allenarsi tutto l'anno con due lenti che riparino gli occhi. E con una luce (invernale) diversa, bassa, insidiosa. Da quando ho iniziato a correre anni fa, una delle mie prime preoccupazioni è stata proprio quella di trovare un paio d'occhiali che potessero essere compagni d'avventura tanto quando le scarpe. Ne ho provati svariati, soprattutto modelli vinti in gara. Grandi, piccoli, aerodinamici, pesanti, leggeri, con lenti scure o colorate. Ma sono stati pochi quelli che mi sono davvero piaciuti e in cui ho ritrovato qualcuna delle caratteristiche che me li hanno fatti sentire davvero miei.
Prima di tutto la leggerezza. Fin dalle mie prime maratone, il dubbio amletico che mi ha tormentato, è stato quello della pesantezza. La paura di dover correre quarantadue chilometri con qualcosa di troppo pesante appoggiato al naso o stretto attorno alla testa, che andasse alla fin fine a creare un disturbo piuttosto che ad aiutare. Allo stesso modo della presa, la stabilità. Non avere qualcosa che continuasse a sobbalzare su naso ed orecchie spostandosi lentamente e creando fastidio ad ogni passo. Senza dimenticare l'indossabilità. Con la mia pettinatura aerodinamica, è sempre stato fondamentale per me avere qualcosa che non evidenziasse i difetti della non specularità intrinseca tra parte destra e sinistra del viso (cosa comune a tutti in percentuale maggiore o minore). Ma soprattutto avere davvero sugli occhi qualcosa che li potesse difendere dalla luce del sole, senza andare a peggiorare gli effetti dei raggi ultravioletti.
Col tempo e con le tante corse su terreni e condizioni sempre differenti, ho poi imparato ad apprezzare altre peculiarità che un paio d'occhiali avrebbe potutto offrire. Come la capacità di fermare la caduta del sudore sugli occhi. Non tutte le forme lo permettono. O la poca propensione all'appannamento. Cosa che si ripropone spesso ad esempio durante le salite dei trail all'interno dei boschi, dove inevitabilmente gli occhiali poi finiscono sopra la testa o in qualche tasca a causa dell'umido. Per non parlare dell'aiuto durante gli improvvisi acquazzoni primaverili in assenza dell'aletta di un cappellino che ripari gli occhi. O dell'adattamento della lente nelle corse al tramonto, quando la luce prima è più fastidiosa che mai, per lasciare poi spazio al crepuscolo. E i Raylor Adidas Sport Eyewear sembrano aver dato risposta a tanti dei quesiti che mi hanno impensierito.
Montatura
Sulla leggerezza il modello Raylor credo non abbia eguali. Solo 20 grammi (montatura + lenti). La particolare montatura in speciale materiale Adidas SPX che regge le lenti solo dall'alto, permette un risparmio di materiale, di peso e di ingombro che li rende quasi invisibili. La particolare doppia regolazione del nasello (che li aiuta ad adattarsi perfettamente al viso) ed il grip sulle aste, permettono una calzata personalizzata e una stabilità garantita anche con sollecitazioni estreme. Sia verso l'alto che trasversalmente. La doppia taglia (io utilizzo una S) garantisce un'indossabilità che sembra fatta su misura.
Raylor Adidas Sport Eyewear: comparazione lenti LST Active e lenti fotocromatiche Vario (1), vista laterale (2), particolare aste montatura (3) e nasello (4).
Lenti
Ho potuto provare due diverse tipologie di lenti, entrambe facilmente sostituibili in pochi secondi. Le lenti fotocromatiche Vario e le lenti LST Active. Difficile dire quali siano le mie preferite. Sicuramente ognuna è più adatta rispetto all'altra a particolari situazioni atmosferiche, ma ambedue estremamente valide nelle situazioni più comuni. La sensazione di riparo e filtraggio dai raggi solari è immediata sia in un modello che nell'altro. Le lenti fotocromatiche Vario (la cui caratteristica primaria è quella di diventare più scure man mano che vengono esposte a radiazioni ultraviolette, per ritornare poi gradualmente allo stato iniziale di trasparenza quando la luce solare diminuisce) sono forse quelle che più mi hanno colpito. Completamente trasparenti (come fossero occhiali da vista) al chiuso, si scuriscono in pochi secondi appena usciti all'aperto. Ottime sicuramente per correre ultramaratone che iniziano col buio e finiscono col sole o durante trail boschivi, dove l'alternanza di luce e ombra fa cambiare la percezione dei sentieri. Non da meno le lenti LST Active, che garantiscono una visione assolutamente nitida riducendo l’affaticamento degli occhi, armonizzando le rapide variazioni di luce-e-ombra, aumentando i contrasti e mantenendo una percezione naturale dei colori. Praticamente perfette per le giornate assolate o situazione di altra riflessione e abbagliamento. Le ho provate anche con la nebbia mattutina e non è stato un errore.
Anche se a prima vista il modello mi era sembrato molto piccolo, la perfetta vestibilità e la completa copertura dell'occhio grazie alla caratteristica curvatura delle lenti, garantiscono una visuale perfetta e sempre riparata. Anche (e soprattutto d'estate) dai fastidiosi insetti che saltuariamente provano ad infilarsi negli occhi. L'unica attenzione da avere sempre è quella di non urtarli accidentalmente contro le superfici o di farli cadere a terra, rischiando di scheggiare le lenti, non riparate nella parte inferiore. Ultima chicca per chi indossa anche gli occhiali da vista, come tutti i prodotti Adidas Eyewear, anche l'occhiale Raylor può essere dotato o acquistato con una correzione ottica (adattatore, inserto ottico o, a breve, con lente direttamente graduata - grazie alla collaborazione con Silhouette). Veni, vidi, vici.