Ripetutamente
E' ormai una storia che si ripete. In tutti i sensi. Ogni settimana. Ripetute brevi e lunghe e sensazioni che si rincorrono per cercare di raggiungere un ritmo e provare ogni volta a migliorare. Ma prima del prossimo passo avanti voglio essere in grado si gestire pienamente sforzo, fatica, sensazioni e velocità.
Parto da oggi, anche se cronologicamente dovrei prima raccontare delle ripetute brevi fatte in settimana. Ma il ricordo è ancora troppo vivido per non parlarne subito. Solito 5x1000 con recupero di tre minuti. Sicuramente le ultime belle (e calde) giornate di sole con il cielo azzurro stanno facilitando le cose. Il freddo non ingabbia più i muscoli (oggi è anche stato giorno di pantaloni corti). Cronometro al polso, ma come non ci fosse. Solo un metodico e regolare bip per dividere il chilometro di ripetuta e i tre minuti di recupero. Sempre ancora tutto a sensazione. Memore della fatica della scorsa settimana, nel tratto di andata ho cercato di non esagerare, anche se arrivato al giro di boa le gambe avrebbero preferito fermarsi. E' stato difficile capire a quanto stessi correndo. Mi sono sentito bene da subito e gestire le forze non è stato semplice. L'unica serie indolore è stata la prima. Poi piano piano le gambe mi sono sembrate diventare pesanti e lente. Ma soprattutto ho dovuto sfruttare bene l'intervallo di recupero per ritrovare almeno parte delle energie disperse.
Alzaia del Naviglio Martesana semideserta. La situazione migliore per non perdere la concentrazione necessaria a resistere. Se con la prima ripetuta, rispetto alle scorse settimane, sono riuscito a non esagerare (3' 36"), una volta che le gambe hanno ingranato la marcia ed hanno ritrovato velocità è stato più difficile trattenersi. Ed un po' poi me lo hanno fatto pagare (seconda a 3' 32"). Ho sperato che il passo fosse quello poi letto sul Garmin Forerunner 235 ma senza averne mai la certezza fino alla fine dell'allenamento.
Il ritorno come sempre è stato più ostico. La terza serie è sempre intervallata da una salita iniziale di qualche centinaio di metri che, anche se non pesantissima, non permette di raggiungere immediatamente la velocità massima. Poi una breve ma ripida discesa per imballare le gambe, due ravvicinati slalom tra sbarre anti-scooter e un'altro veloce saliscendi (compreso d'incrocio). Sicuramente ottimo come allenamento, un po' meno per mantenere la velocità costante. Ma nonostante tutto un buon 3' 38". Più dura sicuramente la quarta serie, dritta e senza particolari intoppi, ma dove ho davvero fatto fatica a non cedere, inaspettatamente passata in 3' 36". Le gambe nelle ultime centinaia di metri avevano perso completamente brillantezza, forza e spinta (dal 3' 25" iniziale sono passato ad un finale sopra i 3' 45"). La mia convinzione è che fosse passata molto più lentamente. E non avrei potuto chiedere di più all'ultima ripetuta (3' 43") spalmando prima sul ponticello per attraversare il Naviglio e poi in mezzo alle auto, per finire sul falsopiano che risale verso Gessate. Dovrei pensare ad allungare la distanza sull'alzaia piuttosto che finire in quel tratto.
Ma ci siamo. Quasi. L'obiettivo è di correre prima tutti e cinque le serie a 3' 35" (circa) e poi aumentarne piano piano il numero. Qualità e poi qualità. Solo un mese fa sarebbe stato impensabile. Magari prossimamente ricomincerò a ripercorrere l'anello del Ginestrino a Carugate negli allenamenti più veloci, per sfruttare la tranquillità e la linearità del parco.
Ripetute più brevi (solito 20x200 con recupero di duecento metri) che non sono andate tanto diversamente. Sicuramente hanno contribuito in queste settimane ad aumentare il passo anche sulle distanze più lunghe, ma la cosa che mi lascia più perplesso è che la velocità sui duecento metri non si scosta eccessivamente da quella provata sul chilometro (se non in qualche raro caso sotto i 3' 20"). Evidentemente i muscoli si stanno ricostruendo, potenziando, ma c'è ancora molto su cui lavorare. Forse potrei prender in considerazione (più avanti) i consigli sulla forza del prof. Massini e riprovare qualche salita. Ma prima ci vogliono le basi per non rischiare di ricadere in stupidi infortuni. Ma sono giornate come quelle di oggi che mi servono. Per riprendere fiducia e sapere che la strada è quella giusta. Ma è solo il tempo che potrà dire dove arrivare. Intanto l'unico modo per procedere è provare e riprovare. Ripetere e recuperare.
Domattina sarà poi già tempo per la seconda Running Class della Wings for Life World Run, questa volta insieme a Giorgio Calcaterra. Più di quattrocento posti bruciati in una mattinata. Quindici (e dieci) chilometri da correre insieme, accanto (e dietro) al nostro campione del mondo. L'appuntamento è al City Life per i fortunati che sono riusciti ad iscriversi. Io ci sarò, come sempre. Vi aspetto.