Ripetute 5X1000 rec. 3'. Chi troppo vuole...
I presupposti per fare bene ci sono stati tutti, ma alla fine le cose non sono andate come sperato. O almeno non tutte. Un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E' il problema di farsi prendere dall'entusiasmo o dal credere di poter bruciare le tappe. Errori che non vango commessi. O per lo meno contenuti.
Quando sono tornato a casa nel pomeriggio il sole dei giorni scorsi è stato solo un ricordo. Mi è sembrato di essere ripiombato nell'inverno più rigido. Una leggera pioggerella e un'arietta fresca da ovest verso est, con tutte le intenzioni di trasformarsi in neve. La voglia di ripetere il buon allenamento di settimana scorsa mi ha spinto ad uscire subito, anche se la voglia non era molta. Giornata di ripetute lunghe. Ancora cinque volte i mille. Voglio continuare fino a quando il ritmo non sarà diventato costante ed ottimale senza aumentare il carico. Prima la velocità, poi la resistenza. Nonostante il freddo le gambe hanno reagito bene e l'accoppiata cappello-guanti ha dato i benefici che mi servivano. Ed appena arrivato sul Naviglio ho sciolto le briglie.
Quello che avrei voluto è è stato ben lontano dal risultato finale, anche se inizialmente le cose sono andate piuttosto bene. Ma in effetti il difficile viene sempre dopo. Come sto facendo ultimamente il GPS l'ho usato esclusivamente come riferimento per l'inizio e la fine delle ripetute e del recupero, senza mai controllare ritmo e intermedi, ma ascoltando solo le sensazioni. Prima serie a 3' 33", con le gambe ancora leggermente imballate dal freddo e le mani ancora ghiacciate. Forse avrei dovuto calcolare almeno un chilometro in più di riscaldamento. Ma comunque il giusto ritmo che avrei voluto imporre a tutto l'allenamento. La cosa che mi ha stupito più di tutte è stata la fase di recupero, in cui i tre minuti mi sono sembrati fin troppo lunghi. Ma poi, purtroppo, non è più successo. Anzi.
Seconda serie ancora migliore della prima, con un ottimo 3' 28". Ma forse un po' troppo oltre le mie reali possibilità attuali. Non è bello vivere di ricordi e provare a ripeterli quando non è il momento. E nonostante durante la fase di spinta mi sia sempre sentito bene, appena iniziato il recupero mi sono immediatamente accorto di aver esagerato. Recupero faticoso e lentissimo, con il cardio che ha faticato a ritornare a livelli controllati. Ed ho iniziato a pagare dazio.
A complicare le cose ci si sono messi anche il percorso e il leggero vento contrario. Mentre nel tratto di andata le fasi di spinta si sono incastrate perfettamente lungo il rettilineo più regolare, dopo il giro di boa, ritornando verso casa, i chilometri si sono sfasati grazie ai tre minuti di recupero (circa seicento metri), regalandomi qualche strappetto e qualche slalom di troppo. Anche se i secondi lasciati per strada sono da incriminare principalmente alle forze ormai quasi finite, sprecate tutte ad inizio allenamento. Terzo intermedio esattamente uguale a sette giorni fa, a 3' 43", ma gambe che ho subito sentito diventare pesanti e molli. Ho comunque cercato di non lasciarmi influenzare dalle sensazioni negative, ma le cose non hanno potuto che peggiorare nonostante la buona volontà.
L'ultima ripetuta lungo l'alzaia ha aggiunto altri secondi al cronometro (3' 46") e anche la serie finale prima dello scarico, correndo lungo la leggera salita che riporta a Gessate, e che le sensazioni hanno trasformato nella più estrema delle gare vertical, ha confermato la resa. Del corpo, non della mente. Io ho spinto più che ho potuto, ma le sensazioni questa volta hanno solo anticipato quello che il cronometro mi ha confermato alla fine (3' 48"). Forse anche un po' colpa dell'allenamento fatto a digiuno, ma sicuramente più della partenza con troppa foga.
Mi sento comunque soddisfatto. Solo qualche settimana fa credevo che certi ritmi non sarei più riuscito a raggiungerli e invece mi sono auto-dimostrato il contrario. Al momento potrei pensare (pessimisticamente) che non riuscirò più a correre delle serie lunghe a quei ritmi, ma spero che il tempo, e le prossime settimane, possano dimostrare ancora una volta il contrario. Per ora va bene così. La prossima settimana dovrò solo cercare di essere più controllato.
Stasera intanto ci aspetta la prima serata ufficiale come Corro Ergo Sum Runners. Il nostro primo vero ritrovo, dove conoscerci tutti (o quasi) e provare ad impostare una strada lungo la quale correre tutti insieme. Non so dove andremo, dove arriveremo. Ma sicuramente ci vedrete passare.