Fartlek: 20 volte 200 veloci e 200 piano
Sembra che possa passare in un attimo un allenamento di ripetute brevi (o fartlek in questo caso), ma è tutt'altro che semplice. Soprattutto se non fatto in pista, dove i riferimenti tra scatto e recupero ad ogni giro aiutano a scandagliare il countdown. Ma la soddisfazione di arrivare in fondo è sempre tanta. Soprattutto se fatta senza l'ossessione del cronometro.
Il bello che sto riscoprendo è fare fatica. Quella fatica strana, che si ha voglia di fare ma che allo stesso tempo si vorrebbe lasciare indietro. Quella che dopo le prime quattro sessioni sembra non finire mai, ma quando si arriva alla fine un po' si rimpiange. L'importante è sempre dare tutto. Al cento per cento. Dovendo anche necessariamente cambiare percorsi, improvvisare un nuovo giro senza riferimenti è stato ancora più stimolante. Soprattutto per re-imparare a riconoscere passo e distanze senza dover avere bisogno di leggere il GPS. Sentire il countdown del cronometro e dire devo arrivare fino a là. Meno si sbaglia, più soddisfazione c'è. E con l'inconsapevolezza del ritmo.
Rispetto alla scorsa settimana ho fatto un po' più di fatica. Ma credo anche di essere andato, inconsciamente, più forte (in effetti la media è stata un po' più alta). Di sicuro il percorso tra Melzo, Pozzuolo Martesana e Trecella è stato meno regolare e decisamente più accidentato che sul Naviglio, alternando tratti sterrati e asfalto e con molte più curve. Senza dimenticare il cavalcavia della Teem nel finale, dove speravo in realtà di riuscire ad evitare di essere i fase di spinta. Ma così non è andata. La cosa bella, rispetto alla pista è non annoiarsi. Avere in mente un percorso, la distanza e sapere quanto realmente manca alla fine. Anche se in realtà, non è facile calcolare lo sforzo complessimo che ancora rimane da fare.
Le gambe hanno reagito bene, anche se a distanza di solo due giorni dal fartlek lungo di domenica. Polpacci e tendini mi sembrano controllati, anche se ieri nel post-allenamento, ho avuto un po' di indolenzimento alle anche. Forse dovuto alle modifiche alle solette delle scarpe fatte con il prof. Massini a Firenze. In ogni caso giovedì avrò la visita dallo specialista per i plantari. Speriamo mi aiutino a risolvere definitivamente i problemi. Correre in questi giorni, soprattutto intorno all'ora di pranzo col sole caldo, è un piacere. Ancora di più perchè sto correndo sempre meglio. Il recupero senza la smania di dover necessariamente preparare qualche corsa (anche se a fine mese rimetterò il pettorale, magari per accompagnare Chiara) è decisamente più rilassante. Non meno stancante. Anche il peso comincia a migliorare (oggi 68,5 Kg) piano piano, i ritmi aumentano anche se lentamente. Spero di non portarmi sfortuna.
In più il piacere di testre nuovi materiali dà sempre una motivazione in più. E' quasi ora di tirare le somme del Garmin Forerunner 735 XT (a breve farò la recensione), Stryd sta diventando sempre più un compagno fidato (se riesco la prossima settimana voglio fare dei test in pista per verificare l'effettiva corrispondenza tra passo e potenza) e da qualche giorno, anche grazie alle ultime giornate di sole invernale, sto provando i nuovi occhiali di Adidas Sport Eyeware Raylor (che potete vedere qui). Non voglio ancora anticipare nulla, ma per chi ama correre con gli occhiali come me, dei compagni a cui rinunciare difficilmente.
Ieri poi sorpresa anche per quanto riguarda la Wings fro Life World Run. A sorpresa la prima Running Class sulla forza, capitanata da Katia Figini, è andata sold out in poche ore. Non posso che essere felice, non mi sarei aspettato un così grosso entusiasmo. Ma evidentemente è proprio vero che la Wings for Life World Run non è una semplice gara di corsa. Spero che anche la partecipazione all'evento del 7 maggio rispecchi l'entusiasmo dimostrato per i nostri nuovi allenamenti. E le sorprese non finiscono certo qui. Per il momento, non ci resta che continuare a correre.