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Chi va piano va sano e va lontano

Secondo giorno di prova. Tutto bene a quanto pare. Solo qualche sensazione strana dovuta alla non più abitudine alla corsa. Ma credo che a soffrire maggiormente non sia in realtà il muscolo ma il tendine. Ordinaria amministrazione. Anche perchè il carico che sto facendo in questi primi giorni è del tutto irrisorio. Potrei fare a gara con una tartaruga.

Nella NebbiaPotrebbe sembrare, come mi ha (quasi) giustamente segnalato qualcuno, che dopo un periodo così breve (ma lungo) di stop (un mese e mezzo o due, secondo i punti di vista, come spiegato nel precedente post) una ripresa con intervalli di corsa-camminata sia una dose di prudenza eccessiva. Il fiato comunque c'è. E anche la gamba. Infatti il problema non è proprio quello. Potrei benissimo uscire e correre dieci chilometri o una mezza a ritmi tranquilli senza alcun problema. Se seguissi la voglia già lo avrei fatto. Non è un allenamento per iniziare o per ricominciare, ma solo il modo per verificare che il problema a soleo e gemello causato dal flessore lungo dell'alluce sia passato.

In questi anni ho aiutato qualche amico/a ad iniziare a correre da zero e l'allenamento prediletto per avvicinarsi alla corsa in modo graduale è sempre stato l'alternanza corsa-camminata (vedi le tabelle per iniziare a correre). In realtà io non l'avevo mai provata, se non accompagnando sporadicamente qualcuno di loro. E tutti hanno sempre inizialmente sottovalutato la fatica che si fa arrivando a fine allenamento, confermandomi però poi quanto siano faticose le ultime serie in cui il minuto di camminata sembra svanire in pochi secondi senza avere il tempo per rifiatare. Questo dovuto al fatto che il recupero sul battito cardiaco è via via sempre minore ed ogni volta si riparte con un bpm più alto. E in questi giorni ho potuto sperimentarlo anche io. Guardando i garfici del battito (che poi vanno anche di pari passo alla progressione del ritmo), si vede chiaramente come l'incremento sia costante come in una corsa normale, senza pause. Camminare e correre è l'avvicinamento perfetto per creare quel minimo di resistenza (o abitudine) cardiaca che possa poi permettere di avere un minimo di autonomia in corsa. Se non altro, questo periodo di auto-test mi ha permesso di verificarlo.

Quello che però ho valutato nel mio caso è la reazione della gamba destra, che mi sembra non aver dato nessun segnale negativo. Non ho ancora deciso se oggi darò un giorno di pausa o se incrementerò ancora il ritmo. Ma sicuramente dal prossimo allenamento riprenderò con un allenamento più tradizionale. Sempre pochi chilometri, ma tenendo un orecchio teso verso il polpaccio destro. D'altronde se anche Valeria Straneo per riprendersi dall'infortunio lo scorso anno correva per solo tredici minuti (vedi l'intervista esclusiva di Corro Ergo Sum), posso permettermi anche io di ricominciare piano piano e prudentemente. Godersi il momento e correre spensierato è quello che più mi interessa al momento. Quello che mi piacerebbe è regalarmi una bella corsa per Natale, in riva al mare e ripartire da zero con l'anno nuovo. La mia mente ha già elaborato piani su piani, ma vedremo più avanti quale sarà il più congegnale. La tattica perfetta.