Ripetute 8x400 3' 40" rec. 400 4' 10"
Settimana di completo scarico a ritmi blandi dopo il lungo della scorsa domenica alla Parma Marathon, ma con un piccolo richiamo di velocità in pista. Otto ripetute veloci di quattrocento metri con altrettanto recupero. Un allenamento abbordabile in condizioni normali, ma che si è trasformato in una salita insidiosa. Un giro della morte che non perdona.
Mi ero dimenticato quanto fossero duri i 400 m. Un giro di pista. Da correre senza fiato. In realtà il prof. Massini hai inserito le ripetute ad un ritmo più che tranquillo (1' 28") con recupero sostentuto (1' 44") solamente per ridare vivacità alle gambe appesantite dal week-end. Ma subito dal primo giro (in realtà già dal riscaldamento con le gambe completamente imballate e rigide) ho capito che non sarebbe stata una mattinata facile.
La stessa cosa che mi era successa dopo il Salomon Running Milano. Dolore al polpaccio destro (questa volta il tendine della gamba sinistra non ha avuto nulla da dire), credo in zona soleo. Affaticamento per quello che posso pensare. Ma allora il tutto era giustificato dalle tante salite e la scalata alla Torre Allianz. Questa volta non so se possa essere solo dovuto al numero di chilometri o al lungo ma inesorabile falsopiano che abbiamo incontrato nella prima parte di gara. Un fastidio che questa settimana ho sentito in tutte le uscite anche di lento fatte, e che speravo sarebbe scomaprso col passare dei giorni. Ma così non è stato.
Anzi, già dal riscaldamento il dolore è aumentato più che negli altri giorni. Cosa molto strana. La cosa che mi lascia un po' più tranquillo è che massaggiando la gamba non si ripresenta, ma solo nel momento in cui spingo maggiormente con la punta del piede. E a questo si è sommato l'affaticamento generale, che mi ha fatto concludere a fatica ogni giro di pista, appena entro i limiti impostati da Fulvio. Evidentemente lo aveva previsto. Giri decisamente molto lenti rispetto al solito, ma che hanno portato piano piano il cuore a lavorare sempre a battiti più alti. Esattamente quello a cui l'allenamento sarebbe dovuto servire.
Dopo la terza ripetuta ho dovuto però fermarmi per una pausa tecnica, esattamente in contemporanea con una fitta che a metà giro è partita dal piede risalendo fino al gluteo. Come una scarica elettrica. Evidentemente i muscoli stavano soffrendo ed hanno lavorato molto ultimamente. Appena ripreso, il fastidio è rimasto, ma senza interferire in maniera pesante sul resto dell'allenamento. Sia il ritmo in spinta che quello in recupero si sono susseguiti in modo costante, senza pesanti variazioni, ma sinceramente non vedevo l'ora che il tutto finisse. Gli allenamenti di qualità quando non si sta fisicamente bene non riescono a dare la giusta soddisfazione che si vorrebbe. E oltretutto l'era dei supereroi è finita da un pezzo.
Quello che maggiormente mi preoccupa in questo momento è recuperare in vista di domenica per il primo dei due lunghissimi che mi aspettano nei prossimi quattordici giorni. Trentasei chilometri prima e trentotto successivamente. Non l'ho mai fatto prima d'ora e l'unica incertezza che ho è che il fisico possa non farcela. Se dovessi superare indenne le prossime due settimane sono sicuro che a Firenze non avrei problemi. Adesso è il momento della verità.