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Ripetute lunghe 2x6000 a 4' 00"

Alla fine sarei potuto andare a correre alla Mezza di Parma o alla Mezza di Monza o alla Straberot di Truccazzano, la tapasciata vicino a casa. Ma ho preferito correre in solitaria, anche se i chilometri erano tanti, per non lasciarmi tentare dalla competizione e fare semplicemente quanto avevo in previsione. E ricominciare ad imparare a soffrire un po' di più.

Perchè mi accorgo che la testa non è più quella di una volta. La fame non è più la stessa. O solo diversa. Non parlo di voglia. Forse sono solo distratto da tante altre cose e non riesco più a concentrarmi come dovrei sugli obiettivi. Forse è solo questione di tempo, di vedere i risultati, di essere più sicuro. E sicuramente i 20 Km di ieri sono stati un ottimo allenamento proprio in quest'ottica. Stringere i denti e arrivare fino alla fine. Averlo fatto da solo è sicuramente stato un passo avanti. La prima cosa che dovrei fare è non confrontare i risultati col passato. Pensare che sia la prima volta, che ancora, dove sono adesso, non ci sono mai passato. Forse è un po' questo ad essere demotivante in certe occasioni. Anche se alla fine, arrivato a casa sono stato più che contento di quanto fatto.

Anche perchè i giorni di pausa presi lo scorso week-end per i problemi a tendine e polpaccio hanno pesato decisamente sulla resa degli allenamenti di questa settimana. Gambe pesanti, frutto probabilmente anche del carico delle scorse settimane. Qualche dubbio in partenza l'ho avuto, anche se poi ripensando al lungo di due settimane fa, non avrei dovuto avere nessuna preoccupazione. Ma è la testa, si sa, quella che comanda. Un vantaggio però me lo sono voluto regalare, partendo con un po' più di fresco rispetto al via delle gare domenicali. Leggendo commenti e resoconti di chi ha partecipato alle gare di ieri, sarebbe meglio che gli organizzatori dei vari eventi pensassero un po' di più a chi corre, regalando qualche ora in più di fresco in questo periodo di ancora piena estate. Riscaldamento e, una volta arrivato sul Naviglio, ho allungato il passo. A sensazione. Pensavo di trovare molti più ciclisti rispetto a quanti incrociati inizialmente, ma probabilmente la temperatura ancora fresca ne ha attirati meno di quanti potessi immaginare. Trovare il giusto ritmo di corsa non è stato un problema. Anzi mi sono stupito di essere qualche secondo sotto i 4' al chilometro previsti.

Più che contare i chilometri mancanti ho solo focalizzato l'attenzone sul dove avrei potuto rifiatare sei chilometri più avanti, all'altezza del curvone che separa Groppello da Cassano d'Adda, verificando di volta in volta solamente gli intermedi. Così mi sono solo concentrato sulla regolarità del passo, stupendomi un po' della facilità di corsa, anche se strada facendo le gambe sono diventate un po' più pesanti e il fiato un po' più corto. Ho provato ad analizzare la postura. Come avevo già fatto caso qualche settimana fa, ultimamente ho spostato l'appoggio più sull'avampiede diminuendo la lunghezza della falcata e la rullata, cosa che rende la corsa più reattiva e meno dispendiosa. Ma allo stesso tempo ho come avuto la sensazioni che la caviglia sinistra rimanesse un po' più bloccata, non lavorando bene in fase di spinta. Forse da quello dipende il fastidio al tendine d'achille o forse ne è proprio il risultato. Cosa che dovrò monitorare prossimamente con attenzione. Gli ultimi chilometri sono stati un po' più impegnativi, un po' per le piccole variazioni dovute al percorso, un po' per l'aumentare della fatica e quando il gps ha segnato l'ottavo chilometro ho tirato un sospiro di sollievo.

Credevo che correre i quattro chilometri di recupero a 4' 30" mi avrebbe dato sollievo, sia a fiato che alle gambe, ma non è stato come immaginavo. Le gambe sono rimaste imballate e il recupero cardiaco è stato ben più lungo di quanto immaginassi. Due chilometri di andata (fino a dove il Canale Villoresi si tuffa nel Naviglio) e due di ritorno per ripartire con la seconda fase di allenamento esattamente uguale alla prima. Ma il risultato, almeno inizialmente è stato diverso. Le gambe sono rimaste pesanti e riprendere la velocità dell'andata non è stato uno così semplice. Qualche secondo in più per i primi tre chilometri e recupero del giusto ritmo solo per i tre finali. Temperatura che nel frattempo è aumentata e stanchezza che ha decisamente inciso. Ma vedere la giusta reazione della testa, proprio nel momento in cui avrei voluto mollare, è stato un sollievo. Fortunatamente il cronometro è stato d'aiuto.

La cosa (per me) folle è vedere come i ritmi si siano decisamente rallentati rispetto a qualche stagione fa. Una volta correvo il recupero a velocità maratona, oggi la fase di spinta. Ma siccome ho deciso di fidarmi ciecamente dei dettami del prof. Massini, corro a testa bassa e cerco solo di fare il mio. Le somme andranno tirate più avanti. Adesso mi aspetta una settimana di scarico prima dell'esordio stagionale al Salomon Running Milano di domenica prossima. Non ho la minima idea di come affrontare la gara. Già arrivarci al meglio sarà un buon risultato. Dopotutto è solo una tappa. La strada è ancora lunga e finirà solo il 25 novembre a Firenze.