Ripetute notturne
Per contrastare l'afa e il caldo di queste settimane la ripetuta notturna potrebbe essere esattamente la soluzione ideale per provare a correre un po' con il fresco. Ma in realtà non è proprio a quello a cui mi riferisco. Sta di fatto che mi sembra di essere entrato in un tunnel da cui fatico ad uscire, anche se, confrontando gli allenamenti di settimana in settimana, qualche progresso mi è sembrato averlo fatto.
La situazione reale è questa. Stanchezza diffusa e costante. Gambe pesanti e decisamente a pezzi. La causa probabilmente sono le poche ore di risposo che in questo ultimo mese e mezzo sono riuscito a concedermi. Non che Tommaso sia un diavoletto che di notte non dorme, anzi. Ma il dover interrompere il sonno continuamente per i cambi pannolino e le poppate notturne non riesce a garantirmi quelle ore di riposo necessarie affinchè gli allenamenti quotidiani possano essere assorbiti e smaltiti. Aggiungendo la fatica dovuta al clima estivo e la continua rincorsa ad una forma migliore, il risultato è inevitabile.
Forse è sufficiente esserne consapevoli per riuscire a conviverci. Anche se, certe volte, come ieri sera, rendersi conto che le forze sono dimezzate dopo una seduta di ripetute più che semplice, non è facile. La speranza è sempre quella di pensare che con il lungo periodo anche tutti questi sacrifici possano poi portare i risultati sperati. E settembre sarà il primo banco di verifica (e poi di ripartenza) di questo. Nell'ultima settimana, dopo essere ritornato in terra triestina per qualche altro giorno, ogni allenamento è stato un po' come correre gli ultimi dieci chilometri della maratona. Che fossero ripetute, un lungo o una seduta di scarico non c'è stata differenza alcuna. Comincio anche a credere che Fulvio sia stato lungimirante e abbia tenuto presente, stilando la tabella dell'ultimo mese, di tutte le variabili che sarebbero potute entrare in gioco.
In ordine ho avuto un allenamento di ripetute in salita (16 Km), un medio/lungo (16 Km), uno scarico (10 Km) e ripetute brevi (12 Km). La costante è essere sempre arrivato quasi al limite. E' da parecchio che non riesco a fare un allenamento tranquillo e rilassante. Ma partire dal primo metro con le gambe sempre già pesanti non è cosa semplice. Ho provato l'opzione corsa serale con le ripetute in salita e per la prima parte la strategia è stata buona. Il difficile è nato con i successivi otto chilometri a ritmo maratona. Ritmo che è resistito esclusivamente per i primi due chilometri andando poi via via sfumando fino ad un tragico e trascinato lento. La sensazione che ho avuto è stata proprio quella di essere alla fine, senza energie, come se tutte le forze fossero state risucchiate lungo la strada. E mi sono semplicemente adattato alle sensazioni, contento di portare comunque a casa l'allenamento, di mettere chilometri nelle gambe e dando minuti di corsa in più al corpo. Semplicemente. Canotta e pantaloncini completamente fradici di sudore sono però la dimostrazione che di più non avrei potuto fare. Cosa non diversa il giorno successivo con il medio di scarico. Stessi chilometri ma a ritmo costante. A metterci lo zampino questa volta è stata la bora, che per la prima volta quest'anno mi ha fatto compagnia. Clima leggermente (leggermente) più fresco, ma fatica triplicata nelle zone di vento contrario o trasversale. Fortunatamente a favore nell'unico lungo tratto dritto affiancando il canale. Facile capire quali siano stati i chilometri più duri guardando gli intertempi del Garmin Fenix 3 HR. Un po' meglio nella prima corsa martesana di luglio, dove la progressione tra partenza e arrivo è stata quasi costante. Ma con un problema che ho avuto costantemente in tutte le corse serali di questo periodo, la digestione. Incredibilmente, nonostante le ore passate dopo la pausa pranzo, fatica a digerire e peso sullo stomaco fin dai primi passi. Anche questo credo un regalo del periodo estivo.
Un po' meglio, guardando i risultati cronometrici, le ultime ripetute di ieri. 10x600 m in 2' 18" con due minuti di recupero. Campo di gara il parco del ginestrino a Carugate, dove poter trovare anche un po' di ombra nell'afa serale. Sempre 32°C a farmi compagnia e tanta gente alla ricerca di uno spazio per una corsa o una camminata nel dopo-lavoro. Seicento metri in 2' 18" corrispondono ad un ritmo di 3' 50". Guardandomi indietro, ritmo agevole per ripetute ben più lunghe o gare più impegnative. Ma il periodo non mi permette di fare oltre. Di positivo c'è stato il risultato delle dieci serie, sempre al di sopra del ritmo previsto. Merito probabilmente anche del recupero (circa 400 m) che ha permesso al cardio di rientrare nei parametri di riposo prima di ripartire. Anche se in realtà l'allenamento non è stata una passeggiata. Sfruttando il giro completo dell'anello di un chilometro ho esattamente suddiviso la strada nei due distinti momenti. Prima i quattrocento metri di recupero e poi i restanti seicento di allungo, per approfittare del tratto più lungo e dritto per ricercare la velocità e la costanza. 2' 07", 2' 11", 2' 13", 2' 14", 2' 11" le prima cinque serie, prima di fare una veloce pausa-acqua (anche se non prevista) alla fontanella. Ma credo che soprattutto in questo periodo le sensazioni vadano assecondate e che fre gli eroi col caldo non serva poi a molto. Ripresa un po' difficile per il primo giro con le gambe cariche di acido lattico e poi nuovamente 2' 13", 2' 15", 2' 14", 2' 16", 2' 13". Nella parte finale ho provato a fare attenzione alla postura, sbilanciando il corpo leggermente in avanti e cercando di controllare il movimento di braccia e gambe. Un espediente che, anche se in minima parte, mi ha aiutato a togliere l'attenzione dall'eccessiva fatica ed a correre meglio. Certo, mi piacerebbe essere già su altri livelli.
Questa sera sarò invece alla Run for T with Nctm, la corsa della Triennale di Milano (insieme a Giorgo Calcaterra e alla Redazione di Runner's World). In programma 12 Km competitivi ma di scarico, quindi poco più di un allenamento per me. Anche se mi sarebbe piaciuto provare a correre veramente. Ma penso che il risultato finale, dato il periodo, non sarebbe tanto diverso da quello già previsto dagli allenamenti. In ogni caso, i chilometri di settimana in settimana si stanno incrementando. La velocità progredisce anche se più a rilento, ma sarà un problema da affrontare quando anche il caldo lo permetterà. L'importante è cercare di non infortunarsi di nuovo stupidamente. Già questo potrebbe essere un bel regalo per proseguire alla meglio il resto della stagione.