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Corritrieste

Ci sono giorni che sono fatti per correre. Giorni che quando ti alzi sai già dove andare. La divisa pronta nella borsa, la testa già sotto l'arco di partenza, le gambe calde al punto giusto. E' tutta una questione di feeling. Programmare gli allenamenti, scegliere la gara giusta. Sudare ogni giorno per arrivare ad essere pronti quando lo sparo echeggia. Sai già come andrà, anche se te lo nascondi. Anche se menti a te stesso per paura che comunque qualcosa possa andare storto. O forse solo per godere del momento in quell'attimo, in quel decimo di secondo in cui tagli il traguardo davvero. Diecimilametri solo per quell'istante in cui il tempo si ferma. Non un secondo prima e nemmeno uno dopo. Chilometri e mesi di allenamento per una frazione che rimarrà sospesa fino al prossimo traguardo. Basta aspettare il momento giusto. E corrergli incontro.

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Ripetute 12x300 60" rec. 2' 00" [A2]

Tutto esattamente come sperato e previsto. Sono contento. I risultati cronometrici in allenamento arrivano. Poco alla volta, qualche secondo qua e là rosicchiato. Il ritmo entra nelle gambe. Un ritmo che tre mesi fa neanche potevo minimamente sognarmi. Anzi no. Lo potevo solo sognare. Immaginare. Non vuol dire essere arrivati, quello no. Ma sapere che la strada è quella giusta aiuta certamente a fare sempre meglio. E' uno stimolo. E' la voglia stessa che ti ri-spinge in strada per il prossimo lavoro per vedere se il limite si può spostare un po' più in là. Non è una corsa contro nessuno al momento. E' solo una rincorsa per superarsi ogni volta un po' di più.

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Allenamento Villaggio Valeria Vigilia

Un week-end di solo running. Uno dei tanti prossimi. Quelle giornate che vorresti non finissero mai. E' durata come un respiro quella di oggi. Mi son svegliato e... sono già qui davanti al pc a ricordare tutte le ore passate di corsa. Ore, minuti riempiti in un attimo, come una bottiglia vuota sotto ad una cascata. Non mi sono quasi neanche accorto di tutto quello che ho fatto. Eppure è stata una giornata densa di appuntamenti, di incontri, di sorprese. Una di quelle giornate che andresti avanti a vivere all'infinito. Mi sono sentito nel mio mondo, a mio agio, per quello che sono e che vorrei essere. Che sia una strada, che sia un allenamento, che sia una conferenza, che sia solo il giorno prima di una maratona non conta. Conta il percorso. Conta viverlo. E non fermarsi mai.

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Rewind

Mi è sembrato di correre la replica dell'allenamento di ieri. Stessi chilometri. Stesso tempo. Stesso ritmo. Stesso percorso. Stessi dolori alle gambe. Stessa fatica. No forse quella no, forse qualcosina in meno oggi con le gambe più leggere. Come in quel racconto in cui il protagonista si sveglia sempre nello stesso giorno, uguale a quello precedente, identico a quello successivo. Strano, perchè una corsa non può mai essere uguale ad un'altra, troppi i fattor in gioco. Eppure mi è sembrato di correre in un dejavù. Con la differenza che domani sarà giorno di ripetute in pista. E' tempo di soffrire per poi gioire.

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Rombano i motori

Sabato di riscaldamento. Anche perchè la giornata si è presentata più fresca rispetto ai giorni scorsi, con cielo nuvoloso e aria fresca. Sarebbe stata perfetta per una gara. In realtà domani non dovrebbe essere molto peggio, solo cielo limpido e un po' di sole. Ma l'importante è che non ci sia il nemico numero uno lungo le strade del porto, il vento. Non credo sarà una corsa per molti, per lo meno non i molti a cui sono abituato nelle gare attorno a Milano e Bergamo. E sinceramente non saprei nemmeno cosa aspettarmi, sotto tutti i punti di vista. Ritmo, tempi, avversari, forma. Tante incognite da scoprire domattina dopo il via, metro dopo metro risalendo il porto vecchio fino al giro di boa per poi ritornare al punto di partenza. Chiara sarà per la prima volta spettatrice. Chissà che non possa essere il portafortuna inaspettato.

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Prossimo appuntamento

Passato il week-end maratona di CORRO per AiCRA (a proposito, hai fatto la tua donazione?) è ora di ritornare al lavoro. Domenica è già tempo di test. Un mese dopo Parabiago, nuova prova sui diecimila, sperando di rosicare qualche altro secondo al cronometro. Se devo andare a sensazione, la situazione mi sembra nettamente migliorata. Gambe più reattive, peso quasi rientrato, ritmi di allenamento più alti. Ma l'incognita in una mattinata di gara resta sempre. Basta pensare al week-end Bavisela dello scorso anno cosa ci ha riservato. Anche se basterebbe uno scarico settimanale sbagliato per appesantire troppo le gambe.

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Ripetute 2x1000 3' 30" + 10x400 1' 20" [A2]

Questi sono gli allenamenti che mi danno soddisfazione. Quegli allenamenti in cui si lasciano sudore e fatica sul tartan rosso della pista di atletica. Quegli allenamenti in cui prima di partire dici speriamo di rivederci. Un allenamento diverso per me, con ritmi leggermente più veloci da quelli provati fino ad ora. Ritmi che avevo lasciato qualche mese fa, prima dell'infortunio. Io non corro col cuore o con la fantasia. A me piace far girare le gambe, sentire i muscoli che stanno per esplodere, il fiato corto e le forze che stanno per finire. Mi piace calcolare al millimetro i metri che mancano prima del recupero senza risparmiarmi. Correre per soffire. Soffrire per correre.

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Strane sensazioni

Sono state strane le sensazioni provate oggi. La corsa di domenica alla Unesco Cities Marathon è stata di soli sedici chilometri eppure le gambe ancora mi hanno fatto male come se ne avessi corsi trenta. Non so se sia stato il caldo ad influire. Forse il consumo eccessivo di sali non reintegrati. O solo l'inabitudine a spingere per tanti chilometri come non ho più fatto da alcuni mesi. Di certo c'è che da quando ho ricominciato ad allenarmi nel post-infortunio la parte che sta soffrendo di più in termini di carico sono le cosce e non più i polpacci. Forse è proprio solo una questione di sviluppo muscolare che, cambiando il tipo di carico, si riversa maggiormente sui quadricipiti e non più solo sui polpacci. Potrebbe essere buona cosa visto i precedenti.

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Check-up con il Prof

Appuntamento mensile al campo del XXV Aprile con il Prof. Massini. E come ogni mese nuovi adepti arruolati. Quattro chacchiere veloci prima e dopo il lento previsto per oggi giusto per avere un po' di rassicurazioni sullo stato di forma. Mi ha fatto notare che ho corso un po' scomposto. Il solito braccino sinistro troppo alto e i saltelli iniziali, segni tipici di quando sono un po' affaticato. Ma la giustificazione c'è, visto che le ripetute sono state ieri. Adesso è tempo di assorbire tutto entro domenica e sperare nel buona sorte. Sia di forma che per il tempo. Oggi faceva parecchio caldo in pausa pranzo. Qualche piccolo appunto anche per Chiara ormai vicina alla sua Maratona di fine mese. Settimane delicate. 

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CORRO per AiCRA alla Milano Marathon

Festa doveva essere e festa è stata. Una festa durata tutto il week-end, da quando ho messo piede al Marathon Village sabato a quando sulla mia vespa ho lasciato Milano alle spalle domenica pomeriggio. Ormai lungo il percorso della Milano Marathon restavano solo gli addetti allo smontaggio delle transenne. Anche l'inconsapevole contributo dei clacsonisti milanesi era un eco lontano. Gambe stanche, ma di una stanchezza diversa. Quella stanchezza densa di soddisfazione perchè sai che hai fatto tutto quello che dovevi, che tutto è andato come programmato, che il sorriso negli occhi di chi ti ha accompagnato è un sorriso sincero. Ci sono tanti modi di vivere la corsa, tante piccole sfumature che colorano un mondo pieno di mille sfaccettature. Ieri erano il bianco, l'azzurro e il lilla di CORRO per AiCRA. I colori della festa per Markiyan.

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Mezzi a pagamento alla Milano Marathon

La bella sorpresa che accoglierà tutti i partecipanti alla nuova edizione della Milano Marathon domenica sarà il pagamento dei mezzi pubblici per spostarsi in città. Giornata ecologica? No, neanche quello. Un bel passo... indietro. La comunicazione ufficiale di RCS-Milano Marathon è arrivata ieri in serata. Certo un bel business per il sindaco Pisapia che si aggiudica sessantamila euro (centesimo pù centesimo meno) dai soli maratoneti e staffettisti senza muovere un dito. Da aggiungere, poi, il contorno di pubblico che comunque avrebbe dovuto pagare per i propri spostamenti. Di seguito il comunicato ufficiale.

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Staffetta alla Unesco Cities Marathon

I segni della Staffetta alla Unesco Cities Marathon li porto ancora oggi. Non tanto per fatica e sudore, quanto per l'abbronzatura. Forse un po' prematura visto il periodo, ma significativa per quanto vissuto ieri. Una corsa letteralmente nella storia, che passa dalle due guerre mondiali, alla repubblica di venezia, all'impero romano. Corro Ergo Sum non a caso il nome della nostra squadra. Nome quanto mai azzeccato. Ancora più bello pronunciato al microfono nella Piazza della Basilica di Aquileia durante le premiazioni. Una corsa in coppia, ma allo stesso tempo una gara per sè stessi. Una maratona, ma solo sulla carta. Un'esperienza nuova, diversa, stimolante. E' questo l'insieme di opportunità che la corsa regala. Sono sempre gli stessi i passi che si fanno uno dopo l'altro, ma cambia il colore dell'orizzonte. E questa volta era giallo come il sole.

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